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Romagnoli è una storica cantina picentina di Villò di Vigolzone, località vicina alla più conosciuta Grazzano Visconti. Sorta a fine Ottocento ha attraversato nel secolo sorso alterne vicende sino a ritrovare più recentemente un assetto promettente, teso a conseguire la qualità, come la produzione attuale mostra. Ora la dirige Alessandro Perini (foto 1), enologo che sta contribuendo a conferire forte personalità all’azienda. La collezione conta quasi 20 etichette distribuite in sei linee tr le quali Gutturnio, Malvasia Bonarda… frizzanti e fermi.

Una di queste si chiama Linea Il Pigro ed è dedicata aa due spumanti Metodo Classico: Brut e Dosaggio Zero, espressioni insolite per un territorio in cui le bollicine si identificavano quasi esclusivamente con quelle dei vini frizzanti. Entrambi gli spumanti nascono da uve pinot nero (70 per cento) completate da chardonnay ed entrambi sono definiti da marcata quanto composta freschezza.

Il Brut (foto 2) è vinificato in acciaio, fermenta a temperatura controllata per 15 giorni e, in fase di presa di spuma, affina sui lieviti per 30 mesi. Nel calice è frusciante, bollicine minute e continue; possiede colore giallo paglierino pallido; al naso si riconoscono sottili sentori di lievito, ricordi fruttati e di fiori gialli. Il sapore è ampio, di struttura, con evidente spalla acida e buona sapidità che comunica note salate sul finale.

Il Dosaggio Zero (foto 3) è anch’esso vinificato in acciaio con fermentazione del mosto a temperatura controllata per 15-20 giorni. La presa di spuma avviene in 36 mesi e al momento della sboccatura è rabboccato unicamente con lo stesso vino. Nel calice presenta spuma cremosa composta da minutissime bollicine; colore giallo paglierino; si ritrovano sentori di crosta di pane appena sfornato, ricordi fruttati; il sapore è decisamente secco, intenso, ampio, armonico; è inoltre fresco, minerale, avvolgente con lungo finale. Sono entrambi spumanti versatili, da proporre con gli antipasti, piatti di pesce e anche di carni delicate.

Ma Alessandro Perini che al ristorante Da Berti di Miano ci ha presentato questi vini, doveva ancora stupirci con un altro bianco. Il vino che ci è stato servito, della Linea Colto Vitato rifletteva nel calice un bel colore paglierino caldo con riflessi verdi; il profumo andava dalla malvasia… al sauvignon, ma con note più delicate…

In realtà si trattava di 3 Filanda (foto 4) vino ottenuto da uve ortrugo in purezza, però… quasi irriconoscibili. Se la denominazione di questo vino è l’italianizzazione del piacentino ortr ug, ossia l’ altra uva, per distinguerla dalla profumata malvasia, in quanto non è un vitigno aromatico, in questo vino sembrava contraddirsi proprio per l’intensità di profumi. E’ una produzione “anomala” in quanto nasce da uve che hanno subito un appassimento, e dopo la pigiatura una criomacerazione, due pratiche sconosciute a questo vino. Successivamente dopo la pressatura il mosto fermenta in acciaio a 16-18 gradi, quindi affina in acciaio e viene filtrato prima dell’imbottigliamento. Le note aromatiche ricordano fiori gialli come la ginestra, nuance di frutto della passione, di pompelmo, di mela, di pesca… In bocca rivela solida struttura, ed è secco, avvolgente, morbido, pieno, caldo, minerale con ricordi fruttati e floreali e persistenza. Da provare non solo antipasti, pesce, ma anche con formaggi erborinati, peperonata, con fegato alla veneziana.

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