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Mi son presa un giorno per perdermi, volutamente, ovviamente. Nel mio peregrinare per Festival di Franciacorta, la scelta è andata al territorio a Sud del Lago d’Iseo che di recente l’installazione di Christo ha portato al rilancio di questo specchio d’acqua, sicuramente in rete, sui siti dedicati al turismo in Lombardia.

Ho scelto 3 aziende, nel fitto programma della manifestazione diventata un felice appuntamento per il Franciacorta; ho pensato all’abbinamento emozionale per ciascuna. Ne son venuti fuori ritratti diversissimi come andavo cercando. Un territorio quello della Franciacorta, è definito Franca Curtae, a cui era concesso il privilegio di non pagare dazi e vedervi trasportate merci pregiate fino alla città di Brescia sul rinfrescante, nero-verde lucente Lago d’Iseo. La Franciacorta, terra dell’omonimo vino, non è vasta. Conta pochi produttori del Franciacorta , il vino prodotto assume il nome della zona in cui viene prodotto. 250 mq di estensione, 2900 ha vitati, 19 comuni, 6 zone , 2 tipologie di uve principali 80% Chardonnay e 20% Pinot Nero. Viene utilizzato anche il Pinot Bianco con ottime evoluzioni aromatiche. Ecco le aziende che han suscitato in me le diverse emozioni. Una riflessione personale: il mondo del cibo e del vino è cambiato. Cibo e Vino assumono un valore culturale che può diventare una esperienza emozionale profonda. Mangiare e bere bene e sentirsi bene. #mindfultasting

BERLUCCHI GUIDO

Ho abbinato l’azienda a un album fotografico della bellezza. L’album di foto delle feste a Palazzo Lana. Riguardando le foto, non sono molto distanti nel tempo e nelle emozioni, rispetto a quelle in cui veniamo ritratti oggi. Eleganza e sobrietà, entusiasmo, si percepiscono ancora fissando i volti degli scatti rubati alla gioia delle serate. Il vino è soprattutto cultura, educazione e bon-ton. Camminare attraverso il tempo fra le sale di Palazzo Lana, trarre ispirazione da tanta bellezza, negli anni in cui si parlava solo di Pinot di Franciacorta.

C’è sempre all’ inizio di una storia, un istinto vicino alla follia. Le cantine antiche del 600 riflettono l’aura e gli odori che il tempo qui ha conservato, come in uno scrigno (foto 2) .

Le domande che sento dal pubblico in visita sono piuttosto specifiche per l’argomento vino trattato. Il consumatore è edotto perché possa scegliere. Dicevo, sento domande come:

“Quanti ‘sciroppi’ vengono aggiunti durante il procedimento per il metodo classico?” (foto 3)

“Cosa significa Satèn?” Alla visita in azienda nelle cantine storiche, è seguita la degustazione entrando in “profumeria” perché come è noto: “è in natura e in profumeria che ci si fa il naso (cit.)” per addentrarci più coinvolti e preparati al liquido goloso servito in trasparentissimi calici di Franciacorta.

Nicola Pozzali italiano di nascita, ospite della Guido Berlucchi, lavora al FLORIS a Londra, vicino, vicino alla Regina Madre, creando profumi con grande personalità, per grandi personalità giustappunto (foto 4). Un profumo studiato per ogni cliente che viene avvolto dalla fragranza. Il percorso de gustativo alle Cantine Guido Berlucchi (foto 5) è stato articolato attraverso l’olfazione di essenze pure che han condotto al bicchiere di Franciacorta. Mi son scordata ahimè di chiedere a Nicola Pozzali se l’essenza dell’Iris, addosso a me, sarebbe stato un buon abbinamento. Io associo l’Iris di solito a un calice di Champagne. Ne è stata prova l’annata 1975 di una rinomata azienda, degustata nel 2008.

VILLA CRESPIA

Qui l’abbinamento era già fatto. L’abbinamento è con il percorso verso il futuro. Il libro di Giuseppe “Leo” Leonelli SANTIAGO, presentato in occasione del Festival di Franciacorta, è stato raccontato in brevi letture, lungo una passeggiata tra i vigneti dell’azienda. Modenese, scrittore, cliente e amico, ci regala i suoi pensieri raccolti durante il suo viaggio, tra i più famosi percorsi conosciuti al mondo, dove davvero ci si può “RIconoscere” L’ospite ha condotto con Michela Muratori, passo, passo, verso futuro, dicendoci che camminando costantemente si raggiungono luoghi diversi ma siamo sempre noi in fin dei conti.

Credo che possiamo sentirci meglio alla fine di un viaggio per il percorso attraversato. Qual cammino (verso il futuro) sarebbe più congeniale per tale abbinamento, se non quello di Santiago, dell’autore “bravissimo” di questo racconto? L’azienda Villa Crespia (foto 6) a fine anni ’90 si ritaglia il suo spazio investendo nel territorio e affidandosi al futuro. La zona zione risalente agli anni ’90 è diktat per la individuazione del terroir per ogni tipo di Franciacorta.

Villa Crespia  produce bollicine e solo da Chardonnay e Pinot Nero. Affilato il non dosato (foto 7), merito del terroir vocato. Andrea, enologo, ricerca, camminando, le minime variazioni naturali che poi traduce in bottiglia. Vivace la spinta social e la rappresentazione giovane di un vino di grande classicità. Protagonisti con il bbq “Broil King Italia” di origine canadese importato a Bologna, squisitamente proposto prima della visita in piazzetta Villa Crespia, ha continuato a proporre panini gourmand (foto 8) ricevendo gli ospiti della giornata. Un vivere semplice, un intricatissimo sentiero fatto di sfumature che Villa Crespia, prontamente, ha saputo cogliere rendendo il vino per tutti gli abbinamenti possibili. Dalla letteratura, al cibo. Panem et Circensis. (nella foto 9 Millè)

RICCI CURBASTRO

Vitae Sapiens Mi son persa fra le stelle che orgogliosamente, il Dott. Riccardo Ricci Curbastro, racconta collezionando i riconoscimenti di vendemmia in vendemmia e i suoi vini ricevono e nuovamente assegnati alla annata 2014. Alcuni dei suoi vini premiati sono stati messi in degustazione a disposizione del grande pubblico, il 16 settembre in occasione del Festival di Franciacorta. L’ora è magica, le 17.30, la luce è migliore, il giorno è umidamente caldo (foto 10 e 11). Mentre tengo l’attenzione alta alle parole durante la degustazione, la mia associazione o abbinamento all’azienda GUALBERTO RICCI CURBASTRO & FIGLI, va a “I Cigni di Leonardo”, romanzo storico della scrittrice Karen Essex, ed è l’abbinamento che ho preferito in quel momento. Il racconto, la fedeltà storica, il romanticismo e la visione per l’innovazione, interpreta l’emozione del CEO della azienda agricola Ricci Curbastro & Figli.

Il nostro Leonardo sezionava corpi, ne studiava il loro interno per dipingerne l’esterno con grande conoscenza, riuscendo magicamente per lo spettatore dell’opera, a coglierne l’anima, l’essenza. Ricerca e visione, ecco l’equilibrio magnifico della azienda Ricci Curbastro che risplende nell’effervescenza dei suoi vini. Deliziosi al palato, salubri nella scelta di eco sostenibilità che ribalterà il concetto ideale di vino da qui in poi. L’audacia giovanile di Riccardo Ricci Curbastro e con i suoi figli ora, cresciuto in 35 anni a fianco di suo Padre, Gualberto Ricci Curbastro, protagonista peraltro della nascita del Franciacorta, porta ora con guizzo, entusiasta verso il futuro della Franciacorta con grande affidabile preparazione e competenza. Assaggiare il tempo a più riprese, farlo alleato, goderne e piacevolmente conversarne.

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