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Rubiolo 2018 in breve (foto 1)
da uve sangiovese 100%, è il rosso più rappresentativo dell’Azienda. Le vinificazioni delle uve dei singoli vigneti avvengono separatamente. Dopo la pigiatura le macerazioni sono mirate a non estrarre troppi tannini per garantire al Rubiolo ottima bevibilità. Alla degustazione il colore è rosso rubino. Al naso si apre con profumi delicati, note di agrumi, sentori di ciliegia, di prugna, cenni balsamici che diventano più evidenti mentre il vino si evolve nel calice nel corso della degustazione. Sorso largo, morbido, ma con lunghezza finale. In bocca vi è un sostanziale equilibrio tra alcolicità, acidità e tannini così che il vino risulta perfettamente armonico, ossia ben proporzionato nelle sue parti che portano il sorso a fine bocca, ed è ripulente, detergente, lascia cioè il palato pulito. Accompagna piatti a carne saporiti così come il cacciucco oltre a salumi, formaggi.

Il podere di Gagliole, si trova in Castellina in Chianti, nella zona del Chianti Classico in provincia di Siena. Come ci spiega l’enologo dell’Azienda Giulio Carmassi in un incontro su piattaforma Zoom organizzato dall’agenzia di comunicazione Thurner PR di Firenze, il podere ha una lunga storia considerato che è citato in un documento redatto nel 994 d.C. dove si attesta che il figlio del re longobardo Berengario regalò la tenuta alla moglie.

Venendo ai nostri giorni , compiendo un gran balzo dal Medioevo all’età contemporanea, negli anni ottanta gli attuali proprietari Monika e Thomas Bär si conoscono a Castellina in Chianti ed è subito amore.

Nel 1990 acquistano il podere Gagliole e nel 1993 danno il via alla produzione delle prime bottiglie di Gagliole Igt. L’Azienda negli anni cresce e nel 2003 viene commercializzo il Rubiolo Chianti Classico Docg. Nel frattempo si ampliano l’estensione vitata e la gamma delle etichette prodotte.

Nel 2011 è acquisita la Tenuta La Valletta di Panzano in Chianti, un’azienda autonoma, dove viene costruita la nuova cantina. Qui sono trasferiti gli uffici e tutto il logistico dell’Azienda.

Nel 2014 sono conseguiti altri vigneti su Panzano e oggi dei 5 ettari inziali si è arrivati a 12 ettari, mentre a Castellina vi sono 8 ettari (foto 2 una vista parziale dei vigneti di Castellina in Chianti) più altri 3 ettari a Badia Passignano per un totale di circa 22 ettari che entro breve diventeranno 24 ettari. Per quanto riguarda l’aspetto produttivo si è passati dalle 300 bottiglie del 1993 alle attuali 100 mila bottiglie.
Dal 2016 è cominciata la conversione al biologico: dall’annata 2019 i vini saranno imbottigliati con la certificazione biologica.

Rubiolo Chianti Classico Docg 2018
Rubiolo, da uve sangiovese 100%, è il rosso più rappresentativo dell’Azienda ed è prodotto utilizzando uve di diversi vigneti con caratteristiche differenti dislocati sia a Castellina, sia a Panzano. I terreni di Castellina sono calcareo argillosi, sassosi, e ciò garantisce un ottimo drenaggio, che porta talvolta a stress idrici nei periodi maggiormente caldi e siccitosi. Sono terreni che danno vini larghi, morbidi, con profumi netti, soprattutto di frutta, e mineralità, vocati alla produzione di Sangiovese. I vigneti radicano ad altitudini che vanno da 350 a 420 metri.

A Panzano vi è una importante presenza di galestro che dà vini con acidità più alta e conferisce maggiore stabilità agli antociani così che il colore è segnatamente intenso.
I vigneti sono posti da 450 a 510 metri di altitudine.

Per produrre Rubiolo si impiegano le uve di 5 ettari di vigneto a Castellina, 3 ettari a Panzano cui si aggiunge il vino di piccoli produttori della zona che rappresenta il 20 per cento dell’intera produzione che è pari a 55 mila bottiglie.

Il clima del Chianti Classico è continentale con inverni freddi che però negli ultimi anni si sono mitigati ed estati molto calde con temperature che arrivano a 36-37 gradi e la media delle piogge è di 100 ml l’anno. Il 2018 è stata una buona annata con un inverno tra i più freddi degli ultimi anni, con conseguente ritardo di germogliamento, cui hanno fatto seguito abbondanti piogge a maggio. L’estate è stata calda, ma non caldissima, con pioggia a fine agosto e con vendemmia che si è protratta dal 25-26 di settembre sino alla seconda metà di ottobre.

La vinificazione
Le vinificazioni delle uve dei vari vigneti avvengono separatamente. Dopo la pigiatura le macerazioni sono mirate a non estrarre troppi tannini per garantire al Rubiolo ottima bevibilità.
Il vino svolge la fermentazione malolattica (che trasforma l’aspro acido malico nel più morbido acido lattico) in acciaio anziché in legno così da avere il totale controllo delle temperature; durante la fermentazione viene effettuata la movimentazione delle fecce anche di quelle fini prodotte dalle degradazione delle pareti cellulari dei lieviti, che apportano morbidezza al vino. Segue l’affinamento che storicamente ha luogo in legno piccolo da terzo a sesto passaggio e troncoconico. La particolarità del 2018 è che metà del vino ha affinato in cemento non vetrificato, e la restante in legno piccolo usato, primariamente barrique e qualche tonneau. Dopo 10 mesi, è stato creato il blend quindi l’affinamento è proseguito in bottiglia a partire dallo scorso febbraio.

Note gustative
Alla degustazione il colore è rosso rubino tipico del Sangiovese.

Al naso si apre con profumi delicati, note di agrumi, quindi sentori di ciliegia, di prugna, tenui cenni balsamici che diventano più evidenti mentre il vino si evolve nel calice nel corso della degustazione. Si avverte una leggera riduzione iniziale, non è cioè un vino di impatto, non c’è esplosione di profumi ma nel calice il vino si apre e gioca sui dettagli, sulla finezza e rivela la propria eleganza. In bocca sorso largo, morbido, ma con lunghezza finale, e questa verticalità è l’apporto che dà Panzano.

In bocca vi è un sostanziale equilibrio tra alcolicità, acidità e tannini molto composti così che il vino risulta perfettamente armonico, ossia ben proporzionato nelle sue parti che portano il sorso a fine bocca, ed è ripulente, detergente, lascia cioè il palato pulito.

Abbinamenti

A quali cibi abbinarlo? Per usare un termine utilizzato da Giulio Carmassi, è un vino “plastico” capace cioè di accompagnare a carne saporita così come il cacciucco oltre a salumi, formaggi…

Conclusioni
La cantina rispetta il vigneto, ne valorizza il frutto grazie alle vinificazioni e agli affinamenti diversificati mirati, alla formazione di cuvée calibrate frutto di una conoscenza profonda del terroir, inteso come insieme in cui interagiscono agenti ambientali, pedologici, microclimatici, umani…
Ed è nella valutazione di questi aspetti dei vini prodotti dai vari vigneti che emerge lo stile della cuvée dove l’acidità, l’alcolicità di Panzano è equilibrata dai vini più morbidi e profumati di Castellina. E per valorizzarli al meglio i primi sono affinati in legno per ammorbidirne i tannini, i secondi prevalentemente in cemento che permette di esaltare le caratteristiche proprie del sangiovese grazie a un’evoluzione lenta.
Il lavoro di cantina è evidente, vigoroso, ma non cede mai al vezzo perché è precipuamente rispettoso della materia prima. E questa è la narrazione di Rubiolo 2018.

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