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Abbiamo intervistato i giovani produttori di Etyssa Trento Doc spumante appena nato e già molto convincente, di cui abbiamo scritto qui.  Abbiamo parlato con Malcom Salvadori, il portavoce.

Come è nato il progetto.

Etyssa, nasce un po’ per gioco. Nel 2009 quando io e i miei soci eravamo studenti, al primo anno di Università ci è venuta l’idea di produrre lo spumante che avremmo stappato in occasione della nostra festa di laurea. Eravamo motivati giacché volevamo mettere in pratica quanto avevamo studiato alle superiori, all’Istituto Agrario di San Michele all’Adige. Eravamo tutti enotecnici, e due di noi stavano studiando enologia all’Università di Trento. Con questa idea abbiamo cominciato a produrre le prime bottiglie, nell’ordine di poche centinaia. Dopo tre anni ci siamo resi conto che il nostro spumante aveva qualcosa di particolare, era speciale e le uve che vinificavamo possedevano un gran potenziale. Da lì l’idea di costituire la società, e imbottigliare le prime 3000 bottiglie ufficiali dell’Azienda: così nel 2012 è nata Etyssa.

Il percorso che ha trasformato un progetto in una realtà produttiva.

Le prime vinificazioni, che erano sperimentazioni, le abbiamo realizzate utilizzando le uve di Giovanni, le vinificavamo nelle cantine, utilizzando piccoli attrezzi dei genitori, piccoli serbatoi, sino a imbottigliare. Adesso che le quantità sono maggiori e occorre più precisione, come società acquistiamo l’uva da Giovanni, e vinifichiamo nelle cantine dei genitori di Stefano e di Federico, che posseggono due diverse aziende agrivole a Lavis. A maggio imbottigliamo e portiamo le bottiglie nella nostra cantina di affinamento, che è una vecchia stalla costruita sul versante della montagna così che è in parte interrata; stalla che abbiamo recuperato e ristrutturato noi stessi mettendo anche un climatizzatore. In futuro, se il nostro progetto avrà buon esito, costruiremo una nostra cantina vicino ai vigneti di Giovanni in modo da avere una sede.

Due parole sulla squadra.

Siamo amici, siamo simili; ognuno di noi ha le sue particolarità e pertanto nel lavorare insieme ciascuno si è assunto un ruolo specifico in cui è più bravo: Giovanni segue i vigneti e la parte burocratica; Stefano è l’enologo ossia il responsabile della parte produttiva, che comprende la vinificazione e il successivo affinamento; Federico, che aveva già un’esperienza in merito, si occupa dell’organizzazione e della direzione aziendale, mentre io mi interesso del marketing e della comunicazione.

Cosa dire di Etyssa.

Siamo tutti enotecnici, appassionati di vino ed enologi, per cui la nostra idea è di cercare di produrre uno spumante che rappresenti l’annata in cui è nato, la racconti, non uno spumante dal gusto standardizzato, uguale tutti gli anni. Cerchiamo cioè di capire le particolarità di ogni annata per esaltarle nella costituzione della cuvée. Da qui il nome Cuvée N. 1 di Etyssa commercializzato quest’anno, mentre l’anno prossimo uscirà Cuvée N. 2, e ogni anno sarà una cuvée diversa, sempre millesimata.

Disponete di riserve?

E’ un progetto. Intendiamo creare una biblioteca enologica, o spumantistica se si preferisce, dove conservare una parte della produzione di ogni annata per seguirne l’affinamento e vedere come si comporta invecchiando. Per cui ogni anno accantoniamo il 10 per cento delle bottiglie prodotte, le mettiamo da parte per riassaggiare, in futuro, le vecchie annate. In ogni caso la nostra produzione sarà sempre e solo di spumanti millesimati e sempre alla ricerca della perfezione in quanto siamo determinati a non proporre niente che non ci soddisfi.

La scelta di essere distribuiti da Pellegrini Spa (distributore di vini e distillati di qualità)

l’Azienda di Federico già collaborava con Pellegrini che pertanto era al corrente del nostro progetto e ci ha aiutato, ci è stato vicino e ci ha supportato. A sua volta Pellegrini cercava un Trento Doc di qualità, e quando abbiamo presentato il nostro progetto, ci ha creduto sin dall’inizio decidendo di aiutarci.

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