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Amaracmand storia di vini in Romagna. Abbiamo partecipato a un press lunch presso il ristorante Sine di Milano che ha avuto per protagonisti i vini di Amaracmand. Presenti Marco Vianello e il cugino agronomo Damiani Vianello, co-titolari insieme con Tiziana Matteucci, moglie di Marco, che hanno raccontato la genesi dell’azienda casa e presentato le tre etichette prodotte.

L’Azienda

La cantina nasce nel 2012, proseguendo l’attività di un’azienda preesistente a conduzione biologica, avviata nel 1985. Proprio per questo, non è stato necessario affrontare alcuna conversione.

Marco Vianello, narra di come, da Cesenatico, dove viveva, si recasse spesso a Sorrivoli, borgo sulle colline cesenati, luogo che aveva imparato ad amare. Qui, si concedeva lunghi momenti nell’osteria locale, dove aveva stretto amicizia con i vecchi del paese: giocava a carte con loro e ascoltava i racconti della loro gioventù andata. Storie di tempi lontani che ancora oggi conserva con affetto.

Nel 2012, una storica nevicata ricoprì la zona con oltre quattro metri di neve, causando danni significativi ai vigneti della futura cantina. Fu proprio in quell’anno, in un intreccio di eventi e coincidenze, che Marco, insieme alla moglie, a Damiano Vianello e allo zio, decise di acquistare l’azienda. In origine, la proprietà si estendeva su sei ettari, con vigneti e una piccola cantina. Negli anni, furono acquisiti ulteriori sette ettari di terreno, dove venne costruita la cantina attuale, ultimata nel 2020. La struttura è dotata delle più avanzate tecnologie, che permettono di vinificare senza solfiti aggiunti.

Siamo partiti con l’amore per il vino, semplicemente perché ci piaceva berlo, ma non avevamo esperienza nel settore. Poi, passo dopo passo, abbiamo imparato grazie a collaboratori straordinari come l’enologo Maurizio Chioccia e l’agronomo, professor Pagliotti dell’Università di Perugia” spiega Marco Vianello. L’obiettivo era quello di creare un prodotto distintivo, che fosse riconoscibile e apprezzato.

     Nella foto Marco Vianello

Per quanto riguarda il nome dell’azienda, Amaracmand è un tributo alla nonna di Marco Vianello, che racconta: “’Mi raccomando, abbi cura di te’… mi diceva sempre quando uscivo di casa“.

La tenuta si sviluppa su diverse colline, con altitudini che variano dai 230 metri fino a punte di 400 metri. Un elemento chiave della gestione del podere è la manutenzione del territorio come consolidamento degli argini, drenaggio, canalizzazione delle acque, come spiega Damiano Vianello. Lavori eseguiti prevalentemente in inverno, che influenzano notevolmente il ritmo della produzione. Infatti, il 60% del lavoro è dedicato alla cura del suolo, mentre la viticoltura incide per il restante 40%. “Siamo, prima di tutto, restauratori di terreni e guardiani del territorio“. Grazie a queste operazioni, nel 2023, anno dell’alluvione, la cantina riuscì a salvare l’intero raccolto.

 

La collezione

 

Madame Titì IGT Bianco Rubicone Spumante Brut Nature Bio 2022

Lo spumante della cantina, dedicato da Marco Vianello alla moglie Tiziana, nasce da una base di uve bombino bianco (85%), a cui si aggiunge il grechetto gentile, raccolto ancora leggermente verde. Completano l’uvaggio l’albana, a dimora dal 1964, e il trebbiano della fiamma, varietà dalla caratteristica bacca arancione. Queste ultime, vendemmiate surmature, vengono vinificate lasciando un residuo zuccherino più alto, così da consentire lo svolgimento della spumantizzazione senza aggiunta di saccarosio, spumantizzazione che avviene a fin marzo. In particolare l’albana, ricca di lieviti indigeni, subisce lavorazioni minime, perché possa avviare la rifermentazione in autoclave con la giusta temperatura. Il risultato è un vino privo di solfiti e allergeni, dove l’autoclave funziona come una gigantesca bottiglia.
Le basi affinano per circa un anno, con una parte elevata in tonneau di rovere francese. La fase di spumantizzazione in autoclave dura tra i quattro e sei mesi, seguita da un affinamento in bottiglia per almeno sei mesi. Nel calice, il vino si rivela raffinato ed elegante, con un intenso colore giallo dorato tipico dei vitigni a bacca arancione. Si distingue per brillantezza, struttura e tannicità, mentre al palato offre una nota sorprendente di mela, che ricorda i sidri normanni spumantizzati in bottiglia. Per la sua complessità, potrebbe quasi essere confuso con un Metodo Classico.

L’estratto del trebbiano della fiamma dona il colore dorato, mentre l’albana apporta lucentezza e tannicità. il bombino bianco e il grechetto gentile, invece, contribuiscono con freschezza e vivacità.

I vini rossi

Perimea IGT Sangiovese Rubicone 2023

È uno dei vini più particolari della cantina proviene da un appezzamento storico di circa un ettaro e mezzo, con viti capaci di produrre circa dodici grappoli per pianta. Il suolo, noto come creta azzurra o argilla blu, conferisce ai vini una mineralità equilibrata, una delicata burrosità.
La vendemmia di questa varietà rossa inizia tra la fine di agosto e i primi giorni di settembre. L’uva viene raccolta a mano, selezionata più volte, sia durante la vendemmia sia in cantina, dove viene attentamente esaminata, sgranata e ulteriormente selezionata. Questo rigoroso processo garantisce una qualità impeccabile per la fermentazione naturale.
La fermentazione avviene in tini di acciaio, colmati con uve fresche intere, private del peduncolo per eliminare tannini amari. I grappoli liberano i lieviti indigeni, che dopo due o tre giorni avviano la fermentazione in un ambiente chiuso. Il risultato è l’essenza autentica del Sangiovese locale, dal tannino fresco e morbido, ben diverso da quello prodotto con lieviti selezionati nelle altre regioni centrali d’Italia.
Sorso pieno, con tannino ben delineato, gradevole nota erbacea e mineralità finale

Imperfetto IGT Sangiovese Rubicone 2022

È il primo vino prodotto dalla cantina, con un lavoro iniziato nel 2012-13. Perché il nome “Imperfetto”? “Perché il difetto crea lo stile. Nessun vino è perfetto. È proprio nell’imperfezione che risiedono la ricchezza e l’originalità,” spiega Marco Vianello.
La cuvée è composta per almeno l’85% da sangiovese. L’annata 2022 è stata piuttosto calda, ma senza eccessiva torbidità, con precipitazioni sporadiche poco prima della raccolta. Il restante 15% include vitigni internazionali rossi, piantati in suoli marnosi, dove il sangiovese fatica a raggiungere piena maturazione. Sono presenti cabernet sauvignon, cabernet franc, syrah e alicante o grenache, frutto di una lunga sperimentazione.
La vinificazione avviene interamente in acciaio, ma il 40% viene affinato in legno di rovere francese, diviso tra tonneau da 500 litri e botti grandi da 12 ettolitri. Dopo sei mesi, il vino viene assemblato e imbottigliato.
La cantina possiede vigneti di età variabile, dai dieci ai venticinque anni, con una piccola porzione recuperata che risale al 1964, la stessa epoca della prima albana piantata. Alla degustazione sentori fruttati con appena accennati ricordi erbacei e speziati; fitta trama tannica.

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