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Il delivery è entrato nelle nostre case. Dopo la perplessità iniziale ci siamo accorti che può essere veramente comodo, però…però quello che non ci ha mai convinto è la presentazione dei piatti non sempre all’altezza di quella al ristorante. E’ che, fatte salve le dovute eccezioni, il delivery è sovente improvvisato, si è adattato alla linea del ristorante, pensato pur sempre come ripiego temporaneo, in attesa di tempi migliori. Ma c’è chi ha considerato il delivery in un modo diverso, sicuro che sarà una modalità che sopravvivrà alla pandemia. Ciò per dire che Daniel Fompowou, Francesco Riganelli, Gian Marco Virgini e Teo Re Fraschini, giovani e intraprendenti, hanno pensato, progettato e realizzato il Fine Delivery, reso possibile anche da un’offerta sostanzialmente di sushi. Ma facciamo un passo indietro.

 

A inizio 2020 i quattro soci pensavano di realizzare un progetto a Ibiza, ossia un ristorante giapponese con cocktail bar. Poi, una serie di eventi anche pandemici hanno cambiato la destinazione che è diventata Milano così che parte del format è stato necessariamente modificato per adattarsi a una realtà completamente diversa. Hanno così pensato proprio al delivery in modo nuovo rispetto alla visone invalsa nella ristorazione, facendo del delivery, o meglio del Fine Delivery, il tratto qualificante, il punto di forza di un modo diverso di accedere alla ristorazione. Ed è un’idea innovativa e anche coraggiosa. Chiariamo. Fine Delivery è vivere un’esperienza fine dining a casa propria, o in ufficio, in stile ristorante gourmet, ossia elevata qualità delle materie prime e conseguentemente adeguate esecuzione e presentazione. Le proposte sono esclusivamente di pesce soprattutto crudo, frutta e verdura, ideali per questo servizio. Si ordina accedendo al sito Armonico Sushi Culture  dove scegliere box tematici (degustazione, pranzo) o à la carte e vi è una sezione veg. Alla carta per ogni singolo pezzo sono forniti tutti gli ingredienti, gli allergeni, la materia prima e il nome del taglio (fig 2). Non solo ma alla carta si può accedere selezionando materia prima, o taglio. Le consegne prevedono box nominali (foto 3), in modo che, nello stesso ordine, ogni persona abbia ben identificati i suoi pezzi e non vi siano contaminazioni per intolleranze e allergeni.

 

Non vi è alcuna spesa di consegna in tutti i CAP della città; a disposizione una chat con risposte immediate a supporto per l’assistenza clienti. Chat che noi abbiamo utilizzato, perché volevamo una spiegazione di cui poi diremo. Inoltre vi è un sevizio clienti telefonico dalle 18 alle 23 dal lunedì alla domenica.
In merito alle bevande, il sito comprende oltre ai vini, una fornitissima saketeka con tutti i formati anche piccoli; ogni etichetta è corredata da una scheda descrittiva. Il sake da noi provato è prodotto in Italia, piacevolmente spumeggiante con 11 gradi alcolici, ossia, per essere un sake, di gradazione moderata così da rivelarsi beverino, fresco, morbido.

 

Il fine delivery a casa

L’ordine è arrivato insacchettato (foto 4): uno sacchetto per i sushi, uno per le salse e gli accompagnamenti oltre che per le bacchette, e uno per il sake.

 

Non vogliamo fare un inventario dei singoli prezzi ben visibili  (foto 1 e video 5), ma dire che il sushi di Armonico appartiene all’alta ristorazione. Non ci sono, per intenderci, pezzi anonimi in cui pesce e riso sono in rapporto squilibrato, o con la qualità del pesce non sempre adeguata, dai gusti estremamente omologati, che non comunicano emozioni, spesso con un wasabi che “spara”. Qui ogni pezzo ha una propria compiutezza, è un saggio e si differenzia dagli altri per l’insieme di ingredienti che lo compongono con sapori ben definiti, armonici.

 

Abbiamo apprezzato i nigiri (foto 6), molto equilibrati e fortemente caratterizzati in cui cogliere numerose sfumature gustative.

L’involucro degli uramaki (foto 7) accompagna con discrezione l’ingrediente che avvolge, mentre i gunkan (foto 8), per bontà e consistenza, sono inarrivabili.

 

Abbiamo apprezzato anche singoli ingredienti come la cappesanta che cruda è ineguagliabile, ma anche, quasi introvabile nei ristoranti giapponesi in Italia, lo sgombro marinato, pesce povero sicuramente da sperimentare. E l’anguilla, forse l’unico pesce cotto, ha un sapore equilibrato senza eccedere in grassezza o in note dolci. Il motivo per cui abbiamo chattato è stato per via del sashimi.

 

Guardando la foto (foto 9) si può notare la presenza appena accennata della pelle, insolita in questa preparazione che in bocca si è rivelata liquefacente come un gel. Ci hanno spiegato che è passata con il cannello così da raggiungere una consistenza fondente. Ma anche il sapore del salmone si differenzia dai più, non perché sia stato sottoposto a qualche trattamento, in quanto è totalmente al naturale, ma si tratta di salmone scozzese… e così da motivare quanto abbiamo scritto dell’elevata qualità degli ingredienti. Il tonno, che talvolta può assumere note metalliche, qui è tonno rosso e ha sapore pulito, senza interferenze.

 

L’elevato livello del ristorante si nota anche dai particolari, come i petali di zenzero carnosi e senza eccessi zuccherini.

 

Conclusione

Il sushi di Armonico, per qualità, per accostamenti di ingredienti, per esecuzione, per equilibrio di sapori è paragonabile a quelli dell’alta ristorazione giapponese della città.

Di questo Autore