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Abbiamo visitato il Birrificio Angelo Poretti di Induno Olona. Pensavamo che sarebbe stata semplicemente un’occasione per approfondire alcuni aspetti del ciclo di produzione della birra. Ma a colpirci è stato soprattutto un progetto che ha portato all’esportazione della tecnologia italiana nel mondo e si tratta di un processo molto più “pulito” di quello tradizionale, e di più ampio respiro. Per poter essere esaustivi preferiamo pertanto scrivere del Birrificio Angelo Poretti in più “puntate”.

Ma procediamo con ordine. Innanzitutto bisogna dire di Angelo Poretti il fondatore, che potremmo definire pioniere. Siamo nell’Ottocento, la birra era un prodotto quasi ignoto in Italia; le prime tracce di questa bevanda risalgono al 1840. Angelo Poretti conosce la birra nei suoi viaggi in Austria, in Baviera, in Boemia. La apprezza, approfondisce la sua conoscenza attraverso i mastri birrai e decide di portarla in Italia dove nel 1876 inaugura il primo birrificio nella storia del paese. Angelo Poretti nato nel 1829, in quella data è quasi cinquantenne, età che nel XIX secolo denotava una persona anziana, ma il suo spirito intraprendente non è affievolito.

Costruisce quindi il suo birrificio facendo arrivare dall’estero i mastri birrai. La scelta del luogo, Induno Olona, non è casuale, ma motivata dalla presenza di un’acqua purissima perfetta per produrre la birra e ancora oggi è un “ingrediente” fondamentale; si riteneva persino a che avesse proprietà terapeutiche. Il 26 dicembre 1877 il birrificio produce la sua prima cotta, la prima birra.

Nel 1881 partecipa all’Esposizione Universale di Milano che era l’EXPO dell’epoca, e ciò spiega l’intraprendenza di Angelo Poretti. Dopo circa 135 anni, nel 2015 all’EXPO di Milano la Poretti è la birra ufficiale del padiglione Italia, a sottolinearne la continuità storica. A fine Ottocento il birrificio è ormai troppo piccolo; Angelo Poretti decide di ampliarlo, di costruirne uno nuovo, facendolo realizzare dallo Studio di Architettura Bihl e Woltz di Stoccarda.

Il complesso viene edificato secondo lo stile Jugendstil, il movimento tedesco dell’Art Nouveau, capace di declinare la funzionalità produttiva con l’estetica degli edifici. La bellezza del birrificio è tale da essere oggi meta di visitatori. Angelo Poretti muore nel 1901, e lascia il birrificio ai nipoti non avendo figli, che aveva da anni introdotto nel mondo della birra. Le proprietà si succedono nel tempo e dal 2002 entra a far parte del gruppo Carlsberg. Il birrificio, circa dieci or sono, non viveva un periodo felice e vi era il progetto di chiuderlo. Poi però…
(continua)

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