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Se la denominazione Franciacorta è associata a vini di qualità, il brand Ca’ del Bosco evoca la qualità assoluta raggiunta da referenze quali Annamaria Clementi prodotta nelle versioni bianco e rosé.

L’Azienda dispone di una cantina avveniristica in cui ogni fase produttiva è seguita avvalendosi di quanto più avanzato la tecnologia propone. Vi sono celle di raffreddamento per le uve che vengono idromssaggiate, movimentazioni in assenza di ossigeno per scongiurare la più minima possibilità di ossidazione, serbatoi volanti che consentono di effettuare i travasi utilizzando unicamente la gravità, sono solo alcuni esempi di ciò che si può vedere visitando la cantina.

Annamaria Clementi si trasferì a Erbusco con il figlio, allora quindicenne, Maurizio Zanella. Qui mise a dimora il primo vigneto. Maurizio, sia pur giovanissimo dimostrò un immediato interesse per la viticoltura e per la produzione vinicola. Dopo un viaggio nella Champagne tornò con la convinzione che si sarebbe dedicato alla produzione spumantistica ispirato dall’esempio francese.

Iniziò qui la storia della casa franciacortina che produce sia vini fermi come lo Chardonnay con l’annata scritta in lettere corsive e il Pinero, una delle più felici espressioni del pinot nero, sia Franciacorta che sono le etichette della maison più conosciute. Tra queste Annamaria Clementi, le bollicine che Maurizio Zanella ha voluto dedicare alla madre. Abbiamo degustato il 2006 che è stata una buona annata con un’estate asciutta con piogge agli inizi di agosto, quindi con bel tempo sino alla vendemmia (poco dopo il 20 agosto) ed escursioni termiche di 10 gradi tra dì e notte a tutto vantaggio degli aromi dell’uva.

Ca’ del Bosco è una delle poche case franciacortine e più in generale italiane che nella propria cuvée uilizza uve pinot bianco. Nell’Annamaria Clementi, differenziandosi quindi notevolmente dalla scuola francese dello Champagne, il Pinot Bianco rappresenta il 25 per cento della cuvée in compagnia di Chardonnay, 55 per cento, e Pinot Nero, 20 per cento.

E’ un vitigno in cui Maurizio Zanella crede è che ha voluto mantenere dai tempi in cui chardonnay e pinot bianco venivano confusi. Va detto che la resa è stata di 7200 chilogrammi d’uva per ettaro pari a 2800 litri di vino con una resa in vino del 39 per cento. Alla primissima spremitura segue la fermentazione alcolica in piccole botti di rovere dove il vino rimane sui propri lieviti per sei mesi. Viene e quindi selezionato il meglio dei 25 vini base, poi una coppia di serbatoi volanti lo trasferisce per gravità nel serbatoio di assemblaggio. Il vino è infine imbottigliato e lasciato a contatto dei lieviti per 8 anni e 3 mesi. Il dégorgement avviene in assenza di ossigeno con un sistema brevettato per evitare qualsiasi shock ossidativo; il dosaggio alla sboccatura è di 1 grammo di zucchero per litro.

L’annata 2006 si presenta per nulla “stanca”; nel calice il colore giallo paglierino con riflessi dorati è percorso da minute, fitte bollicine persistenti.

Ma è al naso che il vino si fa notare in tutta la propria personalità con un’ampiezza aromatica decisamente marcata. Si avvertono sentori di pasta di nocciole, di agrumi, di crosta di pane appena sfornato, si colgono pienamente sentori tostati oltre a ricordi di fiori bianchi.

In bocca è strutturato, cremoso, setoso, polposo, pieno, asciutto, con una piacevole nota fresca e una persistenza sorprendente. E’ un vino verticale che dopo tredici anni sa esprimersi con grande suadenza.

Temperatura di servizio: 8-10 °C

Abbinamenti: cappesante impanate e fritte nel burro

Nota emozionale: bosco autunnale

Di questo Autore