Giangiacomo Spalletti Trivelli e la moglie Susanna d’Inzeo, nel 2004 arrivarono a Pomario, non lontano da Monteleone di Orvieto, una tenuta con 50 ettari dei quali 40 boschivi, con una casa che per quanto fosse in cattive condizioni, presentava le forme architettoniche integre. La località piacque ai coniugi in quanto corrispondeva alla loro idea di buen retiro e al tempo stesso rappresentava un luogo tranquillo e confortevole dove trascorrere in futuro gli anni della vecchiaia e pertanto decisero di acquistarla. Di fatto la tenuta, divenne azienda vinicola, oltre che olearia, anche perché Giangiacomo Spalletti appartiene a una famiglia che produceva vino dalla fine dell’Ottocento nella zona del Chianti e da qui in altre zone della Toscana. Per cui fu come riprendere una tradizione cui era intessuto.
A raccontarlo il figlio Andrea Spalletti Trivelli, che insieme con Federica De Santis (entrambi nella foto 2) l’agronoma della Pomario, in occasione di un press lunch organizzato dall’agenzia di comunicazione PR Comunicare il vino al ristorante illiberty Milano, ha presentato la collezione delle sei etichette della Maison (foto 1).
L’Azienda
La genesi
Andrea spiega che “nel rimettere a posto la tenuta, che sta nel cuore dell’Umbria quasi in odor di Toscana, a 35 chilometri da Montepulciano, Montalcino e Pienza”, si imbatterono in una vigna di un ettaro e mezzo abbandonata dagli anni sessanta che il padre decise di metterla in produzione. Inizialmente conferì le uve alla cantina sociale locale per ottenere un vino che però non era entusiasmante, e nel frattempo acquistò altre quote di terreno. Ed è allora che entrò a far parte dello staff Federica De Santis quale agronoma, che introdusse in azienda un’altra professionista chiave, l’enologa Mery Ferrara.
La storia
“Quando arrivai a Pomario era presente una vecchia vigna che il consulente che mi aveva preceduto aveva suggerito di abbattere. Si trattava di un vigneto pluridecennale che, nonostante fosse abbandonato, era ancora in ottimo stato, e non mi sembrava che fosse il caso di smantellare. Ci accorgemmo subito del potenziale delle viti che erano lì, ossia sangiovese, trebbiano, e malvasia. Pertanto decidemmo di potenziare ciò che era già presente clonando le viti migliori“ così da mettere a dimora un nuovo vigneto di 2 ettari.
E Pomario, in una crescita costante, dall’ettaro e mezzo di terreno vitato originario oggi dispone di nove ettari di vigneto, e di una cantina supervisionata quotidianamente dall’agronoma e dall’enologa, con una produzione che da qualche migliaio di bottiglie è arrivata a quasi 40 mila bottiglie, articolata in sei etichette.
“Questa realtà” spiega Andrea Spalletti Trivelli “è rappresentativa di una regione tra le più sottovalutate del centro nord italiano e tra le meno che però ha ancora da dire e da offrire. Pomario ha contribuito alla rinascita di una regione che può dare ancora tanto alla storia del vino italiano”. La conduzione dell’azienda è ecologica e la combinazione dell’altitudine media di circa 550 metri slm e della felice esposizione conferisce ai vini qui prodotti freschezza quando non eleganza.
La collezione
Rondirose Umbria Rosato IGT 2022 (foto 3)
Inizialmente prodotto con l’80% di uve merlot e il 20 % di sangiovese, negli anni è stato incluso il ciliegiolo che in futuro potrà avere maggiore spazio. Merlot e ciliegiolo sono messi in pressa e lasciati macerare poche ore a temperatura controllata, mentre il sangiovese è salassato. La fermentazione è svolta in acciaio utilizzando lieviti autoctoni. Il vino è successivamente travasato, leggermente filtrato e imbottigliato.
Note gustative
Colore cerasuolo chiaro.
Profumo è floreale e si riconoscono la rosa canina e i fiori di pesco.
In bocca è fresco, fruttato con finale sapido.
Batticoda Umbria Bianco IGT 2021 (foto 4)
È prodotto con uve in prevalenza grechetto (80%) completate con chardonnay, trebbiano e malvasia. Dal 2022 l’uvaggio contempla oltre al grechetto unicamente il 20% di chardonnay. La tendenza è produrre Batticoda solo con grechetto. Le uve, vendemmiate dopo il 15 settembre, sono pressate e tenute brevemente al freddo. La fermentazione in acciaio sino al 2021 era innescata con lievito biologico mentre dal 2022 è utilizzato lievito autoctono. Il vino è chiarificato senza utilizzare prodotti di origine animale. È quindi imbottigliato senza essere filtrato.
Note gustative
Colore giallo paglierino.
Al naso tenui ricordi di pesca e pronunciati profumi floreali, di fiori bianchi come il biancospino.
In bocca è secco, con una piacevole tensione acidula accompagnata da sapidità.
Arale Umbria Bianco IGT 2020 (foto 5)
Nasce da uve trebbiano 80% completate da malvasia. Dopo la pressatura il mosto è lasciato macerare sulle bucce a bassa temperatura, circa a 4 °C, per un periodo che varia da 7 a 15 giorni, poi si lascia alzare la temperatura e quando partono i lieviti che sono presenti e si alza il cappello, la massa è pressata e svinata e la fermentazione prosegue in barrique con i lieviti naturali dove viene svolta lentamente per una durata di quasi due mesi anche perché il locale in cui sono disposti i legni è fresco. Il vino affina un anno in bottiglia. Per l’annata 2022, per far fronte all’aumentata quantità, è stata utilizzata una botte da 25 hl tostata lievemente. Il vino è imbottigliato dopo una leggerissima filtrazione.
Note gustative
Colore giallo paglierino carico che vira all’oro antico.
Al naso profumi di frutta estiva e fiori di gelsomino e di acacia cui si uniscono sentori speziati.
Gusto fresco, sapido, salino, con note agrumate di mandarino e floreali d’acacia con mineralità finale.
Sariano Umbria Rosso IGT 2018 (foto 6)
Sariano è il primo vino prodotto da Pomario e nasce dalla vigna più vecchia, unicamente da uve sangiovese. Il mosto fermenta utilizzando il pied de cuve, ossia uno starter della fermentazione con lieviti indigeni, e macera sulle bucce per un tempo prolungato che può durare da 25 a 45 giorni; dopo la svinatura è travasato in botti da 25 ettolitri dove viene elevato per 22 mesi quindi è imbottigliato previa leggera filtrazione.
Note gustative
Colore rosso rubino intenso.
Al naso si evidenziano le caratteristiche del sangiovese con ricordi dichiarati di frutta rossa estiva a partire dalla prugna e dalla ciliegia, cui si uniscono sfumature boisé e speziate.
In bocca il sorso è scorrevole con tannini levigati; vi è corrispondenza con quanto colto in fase olfattiva, e alle note fruttate si uniscono ricordi speziati.
Rubicola Umbria Rosso IGT 2020 (foto 7)
L’uva prevalente è il merlot con una quota che oscilla tra il 70 e l’80% completate con il sangiovese salassato per produrre Rondirose. In futuro la parte di merlot diminuirà e sarà sostituita da malvasia nera, canaiolo, colorino. Dopo la vendemmia il mosto è lasciato macerare sulle bucce a lungo, con dèlestage. Una volta svinato matura in vasche di acciaio e si chiarifica grazie al freddo invernale senza l’utilizzo di prodotti di origine animale. E poi imbottigliato tra fine inverno e inizio di primavera.
Note gustative
Colore rosso rubino.
Profumo con note di frutti rossi, agrumate di bergamotto e floreali di rosa canina e violetta.
In bocca la freschezza bilancia la presenza tannica garbata, ma presente; si riconoscono sentori fruttati e florali.
Muffato delle Streghe Umbria Bianco dolce IGT 2019 (foto 8)
Il vino è stato fortemente volutoi da Susanna d’Inzeo. Ma per produrre un muffato, ossia un vino da uve attaccate dalla Botrytis cinerea, la muffa nobile, occorrono condizioni ambientali particolari, con presenza di umidità.
Pertanto agronoma e parte dello staff hanno perlustrato il territorio alla ricerca del luogo idoneo. Dopo una ricerca di due anni, è stato individuato un terreno in forte pendenza, praticamente una scarpata, di poco meno di un ettaro, che scendeva verso il bosco ai cui piedi scorreva un piccolo ruscello, la cui l’umidità risaliva formando la nebbia, habitat ideale per lo sviluppo della botrite.
Essendo il terreno scosceso, è stato necessario terrazzarlo per poi piantumarlo nel 2010 con uve sauvignon e riesling renano. Queste sono vendemmiate a scalare a partire da fine settembre quando appaiono le prime muffe, raccogliendo solo l’uva attaccata al 50% dalla botrite, che è man mano pressata e il mosto viene conservato al freddo sino al raggiungimento della massa totale ossia ai primi di novembre. Parte allora la fermentazione; successivamente il vino ottenuto è travasato in caratelli da 120 litri dove rimane 24 mesi per essere poi imbottigliato nel formato 500 ml.
Note gustative
Colore giallo brillante.
Profumi di miele, frutti canditi e caramello.
In bocca è suadente, avvolgente, con note mielate di spezie e di caramello.