Il Luogo di Aimo e Nadia è parte integrante della storia della ristorazione milanese dell’ultimo cinquantennio.
Aperto nel 1962 da Aimo e Nadia (nella foto 2 con la figlia Stefania Moroni), ha saputo e sa evolversi negli anni senza mai indebolire la forte attenzione per il prodotto che è oggetto di continua ricerca. La trattoria degli anni sessanta, diventa nel tempo un ristorante reputato al punto di vedersi riconosciute, tra i primi in Italia, due stelle Michelin. Quando agli inizi dell’attuae decennio Aimo e Nadia si ritirano, Stefania Moroni, con gli attuali chef patron Alessandro Negrini e Fabio Pisani (rispettivamente a sinistra e a destra nella foto 3; nel centro Stefania Moroni), già nella brigata del ristorante, pende in mano le sorti del ristorante senza scostarsi dalla filosofia dei fondatori.
Recentemente la location è stata sottoposta a restyling. Forse c’è stata la tentazione di spostarsi in una zona più centrale, ma poi è prevalsa la linea di rimanere nella sede originaria, pregna di significato e di storia. Il termine restyling è però riduttivo perché oggi, dopo l’intervento di Fontana Architetti, il ristorante ha acquisito nuove funzionalità e si pone all’avanguardia milanese non solo per la cucina che è già tale, ma anche per l’acquisita multifunzionalità. La location ristrutturata, cui si aggiunge il nuovo design degli interni firmato dallo Studio Vudafieri-Saverino Partners, è stata presentata da Stefania Moroni e dagli chef patron alla stampa. Il progetto architettonico ha realizzato un nuovo volume di un’area a cielo aperto posta dietro al ristorante.
Ma lo spazio che più ci è interessato è il Theatrum dei Sapori, una cucina nella sala con bancone-barra contiguo dove sedersi (foto 4 con Fabio Pisani) e tavolo per una cena placé. In pratica unisce in un unico ambiente una cucina professionale e uno spazio conviviale, dove sarà possibile organizzare cene di gruppo, workshop, demo cooking, corsi di formazione e darà anche l’opportunità ai clienti di dialogare con lo chef mentre è all’opera… e vedere da vicino come, per esempio, si impiatta un risotto (nel video 5 quello preparato in occasione della presentazione alla stampa).
La cucina è a vista e si può vedere, grazie a un gioco di specchi, dalla saletta posta di fronte (foto 6). Oltre alle altre due ampie sale storiche, vi è ancora una saletta, un fazzoletto, come l’ha definita Stefania Moroni, a cielo aperto per i fumatori.
Nel corso della conferenza stampa sono state ribadite le linee guida del ristorante, ossia esprimere una cucina italiana in evoluzione, con l’impiego di prodotti nazionale valorizzando la biodiversità. E’ stato sottolineato come sia importante il dialogo con i produttori che sanno dimostrarsi propositivi interlocutori.
La cucina stellata di Negrini e Pisani trova nel maître Nicola dell’Agnolo e nel sommelier Alberto Piras (rispettivamente a destra e a sinistra nella foto 7) i coadiutori capaci di garantire un servizio di elevata professionalità e al tempo stesso di far sentire il cliente come a casa. Di Piras abbiamo scritto qui del suo Menu del Vino.
Il “nuovo” Posto è piaciuto molto a Nadia e ad Aimo.