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Abbiamo incontrato Daniela Cicioni, di cui avevamo già parlato qui. Cuoca free lance, consulente e insegnante di cucina vegana, l’abbiamo intervistata a Identità Golose 2016.

 

Il 2015 è stato l’anno di Expo; tema dell’esposizione la sostenibilità interpretata dalla maggior parte dei cuochi come riduzione quando non eliminazione degli sprechi. Qual è la visione vegana della sostenibilità?

Non mangiando animali per prima cosa non si intaccano le risorse idriche e non si incoraggiano i disboscamenti per creare più spazi per gli allevamenti. Il secondo aspetto, non meno importante, è che non si alimentano gli inquinamenti ambientali prodotti dagli allevamenti sia in termini di scarichi inquinanti, sia di gas metano prodotto, vale a dire di gas a effetto serra. Si tratta di problemi irrisolti; questi due aspetti sono molto più importanti di un corretto comportamento individuale, che è come una goccia nel mare. 

 

Il rapporto tra crudismo e veganesimo

Il veganismo (non crudista)  si fonda principalmente su motivazioni etiche, il crudismo vegano si basa fondamentalmente su motivazioni salutistiche. Comunque non sono definizioni statiche, spesso ci sono più motivazioni insieme.

 

 

La FAO, in merito alla sostenibilità alimentare,  ha indicato gli insetti quale fonte proteica per la lotta contro la fame. Che cosa ne pensa?

Penso che sia meglio essere vegani perché le proteine animali sono comunque dannose. Senza allevamenti gli spazi agricoli aumenterebbero; e quelli esistenti destinati all’alimentazione animale, come per esempio le coltivazioni di mais, sarebbero utilizzati per sfamare l’umanità. 

 

Come cuoca vegana ha trovato difficoltà a inserirsi nell’ambito ristorativo?

Nessun problema. Ho trovato intelligenza e pertanto non ho incontrato problemi. Non ho mai vissuto situazioni particolari di discriminazione. 

Di questo Autore