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Si è recentemente tenuta una degustazione di sake della Sake Company abbinati ai piatti di Wagamama (foto 2) ristorante di cucina asiatica ispirata ai sapori del Giappone.

Ha condotto in modo esauriente la degustazione, Lorenzo Ferraboschi founder di Sake Company e Responsabile Italiano Sake Sommelier Association (SSA)​.

Per aperitivo è stato servito Kodakara Yuzu
E’ un liquore allo yuzu ottimo aperitivo, ma anche da gustare con i dessert e dopo cena. Si beve fresco a 6-8 °C, oppure caldo soprattutto nei mesi invernali, ed è definito da note agrumate. E’ prodotto con lo yuzu, un agrume povero di succo e ricco di zucchero; per poter ricavare 720 ml di succo, che è la capacità di una bottiglia di sake, occorre spremerne 15-17 frutti. Kodakara Yuzu
si serve puro o anche in cocktail.

I sake nell’ordine di servizio

Rokkasen Nigori 
Il sake si presenta lattiginoso, opaco (nigori significa “torbido”), morbido, cremoso, leggermente zuccherino in quanto vi sono particelle di riso in sospensione. Infatti, al contrario della maggior parte dei sake che sono trasparenti, questo ha ancora parti di riso in sospensione. Il residuo del sake presente nella bottiglia vivacizza la bevanda rendendola quasi pétillant. Le caratteristiche gustative ne fanno un sake capace di smorzare le note piccanti dei cibi. Nella degustazione è stato abbinato a calamari fritti serviti con salsa chili (foto 3).

Kuromatsu Kenbishi
La Kenbishi, fondata agli inizi del 1500, è stata la più vecchia cantina attiva del Giappone. Il Kurmatsu è l’etichetta simbolo della cantina. I sake della casa sono solo invecchiati e blended. Più sono invecchiati e maggiore è l’eleganza che acquisiscono. Kurmatsu è un blend di annate differenti, ossia di sake di 1 e di 3 anni. Non è diluito, conta 18 gradi alcolici e nel degustarlo si avvertono sentori di funghi, di soia, di cacao, di noce moscata, di albicocca secca; possiede gusto pieno, avvolgente dotato di piacevole acidità. Si abbina a funghi, tartufi, formaggi invecchiati e ha accompagnato lo steamed bao buns, panino farcito con mix di funghi e melanzana (foto 4).

Masumi Karacuchi Gold
L’azienda nel 1946 estrasse dal proprio sake il lievito 7, che è quello oggi utilizzato per ottenere tutti i sake aromatici. Alla degustazione è secco, dotato di corpo e aroma leggeri e bene si abbina a grassi attenuandone i sapori, ed è indicato anche con la tempura. Per l’occasione è stato abbinato a costine di maiale in salsa barbecue (foto 5).

Koikawa Beppin
E’ un sake della tipologia Junmai, ossia non ha alcol aggiunto per cui la ricchezza alcolica di 15-16° è naturale. Sorprende la versatilità in quanto può essere servito freddo così come caldo e pertanto è adatto ad ogni stagione (rinfrescandolo d’estate e scaldandolo d’inverno). Caratteristica, questa che ha permesso a Koikawa Beppin di ottenere il premio di miglior sake a tutte le temperature. Alla degustazione è delicato senza rinunciare a una buona intensità. Versatile nel servizio, così come nell’abbinamento accompagna noodles di riso con pollo e gamberi al chili (foto 6).

Hatsumago Densho

E’ un sake che piace a chi apprezza il vino bianco e pertanto è molto gradito in Occidente dove a Londra nel 2018 è stato premiato come miglior sake e potrebbe ricordare un vino bianco poco acido e leggermente abboccato. E’ rotondo, corposo, e bene si esprime non solo degustato in purezza, ma anche miscelato in cocktail. Il vino è stato proposto con coscia d’anatra affettata, in salsa teryaki con uovo fritto croccante (foto 7).

Per ultimo il Kikuisami Umeshu liquore leggero alle prugne, con buon equilibrio tra acidità e dolcezza proposto con banana fritta e pallina di gelato al caramello salato e salsa allo zenzero.

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