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Con l’Earth Day, sono ormai 51 anni che le Nazioni Unite ci invitano a partecipare attivamente a salvare il pianeta (di come e quando è nata abbiamo scritto qui).  Con quali risultati? Non abbiamo la competenza sufficiente per dare una risposta, che lasciamo alla coscienza personale dei lettori, ecco perché riteniamo che tutto quello che viene organizzato per la Giornata Mondiale della Terra, che cade il 22 aprile, è positivo a cominciare dalla riproposta della kermesse globale #Earthrise del 50° Earth Day, nel quale RaiPlay è stata parte integrante, che nonostante la pandemia in corso, raggiunse miliardi di persone nel mondo ricevendo 100 milioni di messaggi di impegno per l’ambiente dai cittadini dei 193 paesi membri delle Nazioni Unite. Così, anche per il 51°Anniversario della Giornata Mondiale della Terra, ci sarà #OnePeopleOnePlanet – the multimedia marathon, con 13 ore di diretta streaming con la regia di Gianni Milano, sul canale televisivo digitale Rai Play.

#OnePeopleOnePlanet che caratterizza le celebrazioni italiane – nasce dagli sforzi di due organizzazioni – Earth Day Italia, capitanato da Pierluigi Sassi, e Movimento dei Focolari, coordinato da Federica Vivian – che hanno dato vita al Villaggio per la Terra di Villa Borghese, la manifestazione ambientale più partecipata d’Italia, sospesa nel 2020 a causa dell’emergenza Covid e immediatamente sostituita dalla maratona multimediale accolta dalla RAI come forma di forte impegno sociale per la salvaguardia dell’ambiente in questa grave fase di crisi climatica.
La kermesse si articolerà in una staffetta di voci e di cuori condotta da tanti volti e personaggi noti delle istituzioni, del mondo dello spettacolo, del giornalismo, delle organizzazioni non profit, con collegamenti da diverse parti del mondo e numerosi moduli tematici su giovani, terza economia, sostenibilità, innovazione tecnologica, economia e sviluppo sostenibile, testimonianze internazionali, scienza e ambiente, sport e religione, musica, spettacolo, cucina sostenibile e Patto Educativo Globale.
Gli spettatori da casa potranno partecipare interagendo con la piattaforma web e social di #OnePeopleOnePlanet attraverso i tag @earthdayitalia @focolarimedia e gli hashtag della giornata:#OnePeopleOnePlanet, #OPOP21, #IoCiTengo, #EarthDay2021, #EarthDay, #GiornataMondialedellaTerra, #Agenda2030, #GlobalGoals, #focolaremedia, #focolaritalia.

Il documentario da non perdere

Imperdibile, poi, è il documentario “Microcosmo-Grande meraviglia”, disponibile in prima visione in streaming su Nexo+ a partire dal 22 aprile. E’ un documentario sul potere invisibile della natura, la sua bellezza, la sua intelligenza perché solo partendo dal piccolo si può costruire un mondo più sostenibile, come si ha modo di vedere della clip in anteprima cliccando qui.
Microcosmo-Grande Meraviglia” è diretto da Pascal Moret e Julien Guiol e mostra, si legge nella presentazione, “come la natura è una fonte inesauribile di conoscenza. Dopo 3 miliardi di anni di evoluzione, ha creato meccanismi incredibili su scala microscopica. Sono questi meccanismi che consentono alle piante e agli animali che ci circondano di proteggersi, svilupparsi e far fronte agli attacchi di fuoco, aria, suolo e acqua”.
Questo “Microcosmo” sfida la nostra immaginazione con la sua bellezza e intelligenza. Oggi, alcuni scienziati sono finalmente riusciti a svelarne i misteri grazie alla fotonica. Proprio con loro partiamo, grazie al documentario di Pascal Moret e Julien Guiol, alla ricerca delle microstrutture che rendono così geniali le piante e gli animali che ci circondano per scoprire le soluzioni originali che la natura ha privilegiato per il suo sviluppo e la sua sopravvivenza. Questa conoscenza è preziosa per tutti noi e lo sarà ancora di più per affrontare le sfide climatiche e ambientali che ci minacciano. Le soluzioni adottate dalla natura per rispondere ai suoi problemi non sono infatti così lontane da quelle che ci vengono attualmente poste. È tempo di lasciarsi ispirare dal microcosmo per costruire un mondo più sostenibile ed ecologico. Fanno sapere dalla piattaforma in streaming Nexo+, che è un progetto Nexo Digital sostenuto dai media partner Radio DEEJAY, Radio Capital, Rockol.it, Classic Voice, Danza&Danza, ARTE.it.
Per “Microcosmo” Pascal Moret e Julien Guiol si sono avvalsi della collaborazione di consulenti scientifici (Serge Berthier e Bernd Schollhorn dell’Université de Paris – Instut des NanoSciences et Laboratoire d’Electrochimie) e di scienziati come Gauthier Chapelle, Gérard Largier, Aurélie De Seyne, Gilles Pothier, Beverley Glover, Silvia Vignolini e David Garcia; dei fotografia Maurizio Tiella e Julien Guiol; e di Gérald Ladoul (suono e mixaggio), Guillaume Rouvroy (animazioni), Cristelle Ledroit (voce narrante originale), Edgar Noon (musica), Pascal Moret et Julien Guiol (montaggio),
Eric Ellena, Pascal Moret et Ian Ayres (produzione). Il documentario è una produzione French Connecon Films e La Belle Société Producon, in coproduzione con Ushuaia TV et viàOccitanie con il sostegno di CNC con distribuzione internazionale affidata a Arte Distribuon.

In campo gli chef di CHIC

“CHIC-Charming Italian” Chef, la prima associazione a riunire diverse professionalità del settore culinario – che lavorano in Italia e all’Estero – capaci di interpretare e riscrivere, con estro, l’universo di sapori che nasce dall’incontro di territori e prodotti unici, eccellenze di cui l’Italia è ricca. Ma, anche con una particolare sensibilità verso il principio della sostenibilità, evocando un consumo responsabile delle risorse del Pianeta e promuovendo una dieta equilibrata, a beneficio della salute dell’Uomo e dell’Ambiente. Ed ecco il Progetto “Chic Respect”, per testimoniare l’impegno su questo fronte, consapevole che è necessaria una forte attenzione verso lo sviluppo, la ricerca e l’implementazione di buone pratiche “green friendly”. Ridurre l’impatto sull’ambiente e sulle sue risorse è una questione di etica, ma anche un’opportunità di sviluppo per il comparto culinario italiano.

“Chic Respect”, inoltre, è un marchio assegnato a tutti i professionisti che aderiscono al protocollo stilato da un comitato scientifico di esperti di tematiche ambientali. Il progetto parte dal coinvolgimento dei soci dell’associazione Chic e dei produttori impegnati sul fronte della sostenibilità per creare, una massa critica sul territorio nazionale di ristoranti e pizzerie di qualità, che intraprendono un percorso verso la riduzione dell’impatto ambientale dei consumi alimentari attraverso la riduzione degli sprechi, degli scarti di lavorazione e del consumo di energia naturale.
A tali azioni si aggiunge la promozione dei produttori virtuosi e la volontà di preservare la biodiversità e salvaguardare le tradizioni alimentari e culturali, legate anche ai gusti e alle preferenze locali.

“Le scelte alimentari hanno un impatto evidente verso l’ambiente che ci ospita e ognuno di noi può avere un ruolo fondamentale nel rendere sostenibile il nostro comportamento – afferma Raffaele Geminiani, Direttore della CHIC – l’adozione di un modello di consumo che promuove la dieta equilibrata e che ne dimostra i benefici per la salute dell’uomo e dell’ambiente è uno dei primi passi da compiere nel cammino per la salvaguardia del pianeta e della nostra salute. La ristorazione è chiamata a dare il suo contributo nel mettere in evidenza questo trend e a fornire anche delle risposte concrete”.

Si tratta, nella sostanza, di mettere in opera semplici accorgimenti nelle scelte e azioni quotidiane con lo scopo di attuare un maggior rispetto dell’ambiente, “Chic Respect” si basa sulla formulazione di un Piatto o di un Menu “Rispetto” in cui la scelta delle materie prime è ponderata sulle ripercussioni che i cicli di produzione hanno sull’ambiente, sulle specie animali e vegetali, e sull’uomo.

Per la Giornata Mondiale della Terra, abbiamo pensato di mettere a confronto due
grandi Chef associati di CHIC, che nei loro bellissimi Ristoranti ogni giorno mettono in pratica il progetto. Si tratta di Alessandro Gilmozzi, del Ristorante El Molin, a Cavalese, in Val di Fiemme, 1 Stella Michelin dal 1990, che la sua filosofia in cucina la fa arrivare alle persone. La sostenibilità in particolare, tramite la ricerca costante sul territorio trentino, la collaborazione con i produttori locali così come le lezioni apprese da grandi maestri e colleghi. E, così, l’antico mulino che ospita Gilmozzi, è diventato una sorta di culla della creatività. Ogni novità apportata al suo menu è frutto di una ricerca minuziosa, scientifica e, d’altronde, al ristorante El Molin, da più di vent’anni si sperimentano materie prime inusuali, come i licheni, o si perfezionano le ricette antiche che hanno perso un po’ di smalto. Tant’è che la cucina di Gilmozzi profuma di affumicatura, di erbe dei boschi, di capanna da caccia perché i sapori assodati non finiscono nel dimenticatoio, come ad esempio lo speck fatto sempre da lui o il burro di malga al ginepro, o le tante erbe di montagna che ha studiato e raccoglie quotidianamente in ogni stagione. Queste conoscenze si sposano con le tecniche di cucina che poche volte in passato hanno incontrato il salmerino o il cervo, cotture a bassa temperatura, l’uso creativo del fumo, l’avvicinamento primordiale fra il fuoco, il legno e la carne. Nel menu di Gilmozzi abbiamo 12 piatti ad impatto ambientale ridotto perché, dice “l’ambiente mi ha favorito, a Cavalese abbiamo una caldaia in tutto il Paese, quindi no legna e no gasolio, ho i contadini entro i 10 Km, ma la cultura della sostenibilità la devi avere dentro, ad esempio il 70% degli scarti li riutilizzo da sempre, ho un mio laboratorio e studio la botanica ogni giorno prestando grande attenzione anche allo spreco dell’acqua. E importante comunicare bene il progetto CHIC Respect in tutto il Paese e, man mano che si diffonderà e verrà messo in pratica, raggiungeremo l’obiettivo. L’importate è partire, iniziando anche con un menù al 50% con piatti eco-sostenibili”.

Dalla montagna trentina passiamo alla dolce campagna toscana con il giovane chef Stefano Pinciaroli, che conosce molto bene i prodotti e le pietanze locali per sviluppare un percorso innovativo, efficace e invitante. Il suo Ristorante il PS è aperto a Cerreto Guidi dal 2010 e, dall’anno scorso, trasferito all’interno di Villa Petriolo, un complesso storico di origini medicee. Anche Pinciaroli crede fermamente nell’eco-sostenibilità e, l’ha messa in pratica con consapevolezza ed entusiasmo. Tant’è che dice “ho scelto questo luogo comprensivo di un’azienda agricola biologica con una riserva di caccia. E ancora orto, frutteto, grani antichi, vino (17 ettari di vigne), olio, allevamento di pollame e di cinte senesi”. La fattoria è autonoma e, in simbiosi con l’agronomo (azienda biologica-biodinamica) con 4 ettari di orto e prodotti stagionali al 100%, grande risparmio energetico attraverso l’utilizzo di dell’acqua di acquedotto, poi depurata e riutilizzata per l’irrigazione dell’azienda. Una cucina elettrica comandata da un pc, investimenti in cucina 4.0. E, dice, “con un menù che si basa su 5 elementi naturali che raccontano Petriolo, quindi rispetto in pieno il progetto CHIC Respect. Credo che per metterlo in pratica si debba iniziare dal menu, scegliendo con attenzione ai prodotti affinchè un piatto possa dare benessere al commensale e al contempo limitare gli sprechi . Nella nuova sede PS raddoppia e c’è anche l’Osteria di Golpaja, con una proposta tradizionale toscana più semplice”.

Come riciclare pentole e padelle: i consigli di Lagostina

Una storica azienda come Lagostina (fondata nel 1901 ad Omegna, in Piemonte), sostiene la Giornata Mondiale della Terra con un’iniziativa originale come può essere l’invito al riciclo del pentolame, perché i principali materiali utilizzati nella produzione possono vivere in eterno se lavorati nel modo giusto. Dagli annunci, passa ai fatti l’azienda italiana leader nella produzione di pentole a pressione e pentolame in acciaio inossidabile, perché presenta un vademecum per il giusto smaltimento dei principali strumenti da cucina, oltre ad aver creato una linea interamente ottenuta con materiali riciclati, la “Rigenera Green”, linea antiaderente realizzata utilizzando alluminio 100% riciclato. La linea comprende prodotti antiaderenti con esclusivo rivestimento Titanium performance, il top coat antigraffio rinforzato con titanio antiabrasione; padelle, wok e tegame sono inoltre dotati di Lagospot, l’esclusivo indicatore di temperatura che indica il momento ideale per iniziare la cottura.

Poi, Lagostina si fa tre domande, dando le indicazioni che tutti dovremmo seguire per dare avvio a un giusto processo di riciclo del nostro pentolame.
Vediamo, domande e risposte.
Pentole e padelle si possono riciclare?
Si devono riciclare, recuperando preziose materie prime per salvaguardando l’ambiente. Perché alluminio e acciaio sono riciclabili al 100% e all’infinito, mantenendo inalterate le loro caratteristiche originali, in ognuna delle sue innumerevoli trasformazioni, da prodotto a prodotto. Basti pensare che il 75% dell’alluminio da sempre prodotto nella storia è tuttora in circolo. E, con il suo corretto smaltimento è possibile: recuperare materiale prezioso utilizzabile per produrre nuovi oggetti; risparmiare fino 95% dell’energia necessaria alla produzione di materiale primario, come nuovo alluminio; ridurre le emissioni di gas serra; ridurre le attività estrattive.
Quando è il momento di sostituire una pentola o una padella?
L’acciaio e l’alluminio del pentolame in commercio sono materiali quasi eterni. Ma a volte diversi fattori ci possono far capire quando è il momento di sostituire pentole e padelle per la sicurezza della nostra salute e per prestazioni di cottura ottimali. Eccoli: quando le maniglie saldate o rivettate non sono più fissate saldamente; la cottura non è più uniforme; il fondo ha dei residui di bruciature che non si riescono a pulire; graffi evidenti sulla superficie antiaderente, che mettono in evidenza il materiale di supporto; la pentola o la padella si deforma con il calore.
Ma dove buttarle per avviarle al riciclo?
Pentole e padelle di acciaio e alluminio, di piccole dimensioni, possono essere conferite insieme alla raccolta dei metalli casalinga. Nei centri di raccolta i prodotti verranno smistati e avviati al riciclo vero e proprio. Per migliorare la differenziazione sarebbe opportuno togliere (quando avvitate) le manicature in materiale plastico che a loro volta potrebbero essere smaltite nel migliore dei modi. Se, invece, ciò di cui dobbiamo disfarci è di grandi dimensioni, solitamente è necessario recarsi nel centro di raccolta del proprio comune. Il consiglio, dunque, è informarsi presso il proprio comune, e non gettare le padelle nell’indifferenziato. E’ un’occasione imperdibile per salvaguardare le risorse ambientali.

In campo le multinazionali degli elettrodomestici – Grundig

Grundig è stato uno dei primi marchi di elettrodomestici a promuovere un atteggiamento sostenibile per salvaguardare ogni risorsa umana, alimentare o ambientale. Tant’è che per Grundig la sostenibilità è un vero e proprio stile di vita visto che con il claim “It starts at home”, il brand insegna che le abitudini domestiche hanno un’importante risonanza anche sull’ambiente esterno.

E, quindi, terra vuol dire anche casa, un luogo in cui ogni contributo individuale diventa essenziale per il bene comune. Terra significa afferrare adesso le redini del futuro e puntare ad un unico orizzonte fatto di rispetto, benessere e partecipazione attiva. E, così, Grundig pensa alle persone, incoraggiandole a gesti domestici decisivi per il domani della Terra, confermando ogni giorno il suo posizionamento come importante riferimento della circular economy, partendo dalla casa, la nostra casa, il fulcro di quei valori di cui noi stessi siamo i promotori.
La filosofia Grundig trova piena attuazione nel suo stile di comunicazione dove obiettivo principale è portare avanti una campagna di educazione e coinvolgimento perché i grandi risultati si ottengono solo con la piena partecipazione e l’attivazione di tanti piccole unità, come ognuno di noi è.

Terra è oggi ma soprattutto per il domani, un bene da tutelare e non sprecare. Quanto pesa lo spreco? La risposta si trova in 250 tonnellate di plastica, alle quali l’azienda conferisce un valore, trasformando i rifiuti plastici in bene prezioso e quindi in oggetto utile. Una prova sta nel cuore pulsante del cestello per lavatrici, ognuno dei quali realizzato riciclando 60 bottiglie in PET: una soluzione innovativa che vede concentrati gli sforzi dell’azienda in termini di ricerca e sviluppo, il lancio sul mercato di questo prodotto è previsto per il prossimo anno. Questa lavorazione porta anche ad un risparmio di 5.7 milioni di kwh di energia, evitando l’emissione di 885 milioni di tonnellate di CO2 sull’ambiente.

Grundig, poi, ha realizzato il progetto Respect Food, per portare avanti un programma di educazione finalizzato a contrastare il Food Waste a partire da casa propria. A questo proposito vuole attirare l’attenzione sul peso dello spreco alimentare all’interno dei confini domestici e al corrispondente risparmio in termini economici. I risultati emersi da ricerche di settore (condotte da enti riconosciuti quali Wrap.org.uk e National Geographic) evidenziano che lo spreco pro-capite è di 208 chilogrammi di cibo all’anno, l’equivalente di 407 € che potrebbero essere facilmente risparmiati con piccoli accorgimenti.

In campo, in difesa dell’ambiente, la multinazionale americana InSinkErator si può dire che si fa in quattro visto che propone altrettanti prodotti che possono contribuire alla salvaguardia del pianeta. Visti i dati sugli sprechi alimentari, la prima soluzione suggerita da InSinkErator, è il tritarifiuti o dissipatore alimentare domestico, che gestisce i residui organici triturandoli fino a ridurli a uno stadio semiliquido ed eliminandoli attraverso lo scarico del lavandino. Uno strumento intelligente che il brand statunitense ha inventato più di 80anni fa e che ha permesso, ad oggi, di eliminare dalle discariche l’equivalente in peso di più di 1000 transatlantici. Negli Stati Uniti è presente nel 50% delle famiglie ne possiede uno, in Nuova Zelanda il 34% e in Australia il 20%. La seconda soluzione serve per evitare gli sprechi d’acqua, grazie alla gamma di miscelatori che erogano acqua filtrata sana ed economica. Da questi rubinetti può sgorgare anche acqua caldissima a una temperatura di 99°, perfetta per preparare tisane, velocizzare la cottura di pasta e verdure, pulire superficie resistenti. Questi miscelatori vengono infatti combinati con l’innovativo Neotank, una caldaia hightech in acciaio inox, un serbatoio utilizzabile esclusivamente con la gamma di erogatori di ultima generazione di InSinkErator. Nonostante la sua collocazione sottolavello, infatti, il serbatoio viene rivisto anche negli aspetti formali per dare un’immagine, a sportello aperto, più̀ elegante e pulita. Infine, l’ultimo arrivato a completare il poker vincente e strizzare l’occhio all’estate, NeoChiller, che è un’innovativa unità che eroga all’istante acqua perfettamente refrigerata e filtrata senza sapori e odori a una temperatura tra 3 ° C e 10 ° C. Grazie al NeoChiller, si potrà ridurre il consumo di bottiglie di plastica che ogni anno inquinano i nostri mari.

E’ il momento della ricerca

Quasi uno slogan “meno plastica per la frutta, dal campo alla tavola, per aiutare il pianeta”, per fare conoscere il progetto di una frutticoltura sempre più ecosostenibile. E, infatti, in occasione della Giornata Mondiale della Terra, il CRPV (Centro Ricerche Produzioni Vegetali), in collaborazione con Università di Bologna, UniMoRe (Università degli Studi di Modena e Reggio), Alma Mater Studiorum, Organizzazioni di Produttori e aziende agricole, lancia il progetto STEP con l’obiettivo di ridurre l’utilizzo della plastica in frutticoltura, dal campo allo scaffale della grande distribuzione, identificare materiali alternativi enviromental-friendly, biodegradabili e compostabili da utilizzare lungo tutta la filiera e ideare modelli virtuosi per valorizzare questi prodotti alla fine del ciclo di vita, trasformando i rifiuti in opportunità. Anche perché, spiega Alvaro Crociani, direttore di CRPV, grazie ai progressi della scienza e della ricerca, abbiamo a disposizione diverse alternative possibili che potrebbero sostituire, in molti casi, la plastica convenzionale e generare percorsi virtuosi di riciclo e recupero. Con il progetto STEP – Strategie per la riduzione e razionalizzazione dell’uso delle plastiche nella filiera frutticola, non intendiamo demonizzare la plastica ma capire come utilizzarla al meglio, valorizzandola alla fine del suo ciclo di utilizzo, e individuare quali materiali maggiormente eco-compatibili potrebbero diventare la scelta ideale per il futuro della frutticoltura”.

Le alternative alla plastica convenzionale utilizzata in campo, in molti casi, esistono già, come il Mater-Bi per la pacciamatura – spiega il responsabile del progetto STEP per il CRPV, Daniele Missere – ma vengono utilizzate pochissimo: cercheremo di individuare le barriere che impediscono la diffusione di questi materiali. Parallelamente lavoreremo anche sul fronte degli imballaggi per il confezionamento della frutta che, nell’ultimo anno, hanno avuto un ulteriore boom a causa del Covid. L’obiettivo è quello di riuscire a razionalizzare l’uso delle plastiche convenzionali tramite la riduzione della complessità dei pack e degli spessori, individuando nuovi materiali meno impattanti sull’ambiente, realizzati da fonti rinnovabili, biodegradabili e compostabili. La sfida è grande: la frutta è un prodotto vivo e non semplice da gestire garantendo salubrità, resistenza agli urti e trasparenza”.

Il percorso di STEP, realizzato nell’ambito del PSR 2014-2020 della Regione Emilia-Romagna per la durata di due anni, culminerà con la stesura di uno studio di fattibilità per la gestione del “fine vita” delle materie plastiche usate lungo la filiera: “Al termine del progetto – prosegue Missere – realizzeremo un documento che raccoglierà linee guida concrete che permetteranno a enti pubblici e multiutility di dare vita a servizi specifici di raccolta dei materiali plastici, convenzionali o alternativi, utilizzati lungo la filiera, trasformando lo scarto in nuove opportunità e valorizzando ciò che, fino a oggi, è soltanto un rifiuto ingombrante e, spesso, potenzialmente inquinante”. Con il progetto STEP, che coinvolge realtà di primo piano del mondo ortofrutticolo come Apofruit e Granfrutta Zani e l’interesse di Apo Conerpo, Agribologna, Naturitalia e Orogel, si vogliamo individuare quei materiali biodegradabili e compostabili che possono sostituire i vecchi polimeri di sintesi privilegiando, dove possibile, anche l’utilizzo di prodotti derivati da materie prime rinnovabili e riciclabili come carta e polpa di cellulosa. Se i risultati saranno positivi, potremmo anche dire che si è chiusa un’epoca a favore di un’epoca più attenta a tutelare le risorse naturali.

La sostenibilità digitale

Nel frattempo nasce la prima fondazione italiana dedicata ad approfondire i temi della Sostenibilità Digitale attraverso attività di comunicazione, ricerca ad advocacy. Cresce e si struttura, così, l’attività del Digital Transformation Institute, che in occasione della 51^ edizione della Giornata Mondiale della Terra, annuncia la sua evoluzione in Fondazione Riconosciuta di Ricerca, dedicata ad approfondire i temi delle tecnologie digitali e del loro ruoloall’interno della società in un’ottica di sostenibilità. E, sottolinea il presidente Stefano Epifani è la prima Istituzione italiana che, promuovendo la visione sviluppata nel Manifesto per la Sostenibilità Digitale, aggrega alcune tra le principali realtà italiane attive sui temi della sostenibilità in ambito tecnologico e digitale: Università, Aziende, Istituzioni ed esperti indipendenti. Lofa con un programma di lavoro che vuole supportare il Paese in questa fase difficile e fondamentale che lo proietta verso la nuova normalità, nella quale non solo il ruolo delle tecnologie sarà determinante, ma lo sarà anche guardare ad esse come strumenti di sostenibilità. Attraverso iniziative di ricerca, di comunicazione e di advocacy, la Fondazione approfondisce le relazioni che intercorrono tra la tecnologia, in particolare digitale, e la sostenibilità (ambientale, economica e sociale), contribuendo da una parte all’identificazione delle modalità con le quali la trasformazione digitale possa essere funzionale al perseguimento degli obiettivi di sostenibilità definiti nell’ambito di Agenda 2030, dall’altra allo sviluppo di una riflessione strutturata su come la digitalizzazione debba essere attuata sulla base di criteri di sostenibilità, anche con riferimento al ruolo delle piattaforme e dei fenomeni economici e sociali ad esse connessi. Sottolinea Epifani: “la trasformazione digitale è una vera e propria rivoluzione di senso. Non guarda soltanto al come si fanno le cose, ma definisce cosa abbia senso fare in un contesto che vede nel digitale un elemento di trasformazione di persone,ambiente, economia e società. Ma anche e soprattutto uno strumento per costruire un futuro migliore”.

L’aiuto del carrello della spesa

Fino al 25 aprile, per celebrare la Giornata mondiale della Terra e quindi sensibilizzare i propri utenti alla salvaguardia del pianeta, Everli, il marketplace della spesa online, in collaborazione con Omia e Treedom, a tutti coloro che sceglieranno di acquistare online due prodotti Omia inclusi nella sezione Cashback di Everli, riceveranno un albero che sarà piantato a distanza tramite il sito web di Treedom e che diventerà parte di una vera e propria foresta globale. Un’iniziativa praticamente naturale perché, spiega Margherita Galluzzo, Marketing Manager di Everli in Italia, “collaboriamo da tempo con il brand Omia, condividendo grande attenzione e sensibilità verso il tema della salvaguardia ambientale. Per questo siamo felici di coinvolgerli in questo progetto per sostenere la mission di Treedom, e contribuire per quanto possiamo all’assorbimento di CO2, alla tutela della biodiversità, alla riforestazione e al contrasto alla desertificazione globale. E grazie al supporto di tutti i nostri utenti, siamo certi di poter dare un contributo importante”.
Partecipare alla call eco-friendly di Everli è semplice: basta collegarsi al sito e inserire a carrello due prodotti Omia a scelta tra quelli presenti nella categoria Cashback, dai prodotti per l’igiene e la cura personale, a soluzioni per il trattamento dei capelli e del viso. Una volta concluso l’acquisto, ed entro 48 ore dall’ordine, l’utente riceverà un link che certificherà la piantumazione di un albero da parte di Treedom e attraverso il quale sarà possibile iniziare a seguirne la storia a distanza, sulla pagina dedicata, il Diario dell’Albero. Inoltre, fino al 2 maggio, tutti gli utenti che effettueranno un ordine su Everli – indipendentemente dai prodotti che sceglieranno di acquistare – potranno abbracciare la causa e acquistare un albero su Treedom usufruendo di un codice sconto dedicato. La “Foresta Everli” sarà visibile nella landing dedicata, e includerà un totale di 400 alberi in Camerun, Kenya, Tanzania, Ecuador.
E, quindi, la salvaguardia del pianeta passa anche dal carrello, tant’è che sui canali social di Everli saranno diversi i contenuti che in questi giorni forniranno consigli utili per adottare un comportamento a basso impatto ambientale anche durante la spesa.

Riduciamo la plastica: SodaStream

SodaStream, con i suoi ambiziosi obiettivi di sostenibilità, lancia la campagna ambientale “Don’t just share, care” con Randi Zuckerberg, per schierarsi dalla parte dell’ambiente, intensificando il suo impegno sostenibile e invita tutti a trasformare le preoccupazioni sociali in comportamenti concreti in favore del pianeta. Fra gli obiettivi principali, l’eliminazione di 78 miliardi di bottiglie di plastica monouso entro il 2025. Cioè, 11 miliardi in più rispetto all’obiettivo annunciato lo scorso anno. D’altronde, a partire dalla fine di quest’anno, SodaStream passerà al metallo per la produzione delle bottiglie dei suoi concentrati, evitando così altri 200 milioni di bottiglie di plastica. In progetto anche la realizzazione per la prima volta di gasatori con materiali riciclati o a base vegetale per rafforzare l’impegno verso il pianeta e rendere così l’offerta dei prodotti SodaStream più ecologica.
“I nostri gasatori sono ecosostenibili per essenza; ogni cliente di SodaStream salva fino a migliaia di bottiglie di plastica monouso destinate a diventare rifiuto non smaltito. Stiamo prendendo il nostro impegno ancora più seriamente con l’introduzione di gasatori realizzati con materiali sostenibili.”, ha commentato Eyal Shohat, CEO di SodaStream Global. Aggiunge Petra Schrott, Direttrice Marketing di SodaStream Italia “Siamo molto orgogliosi di contribuire attraverso la sensibilizzazione e azioni concrete alla cura del nostro pianeta. L’umanità intera, ciascun individuo è chiamato a cambiare le proprie abitudini per ridurre l’impatto ambientale. Un recente sondaggio* condotto dall’azienda ha dimostrato che l’84% dei clienti SodaStream riconosce l’impatto ambientale positivo dei prodotti SodaStream che contribuiscono a ridurre il consumo di bottiglie monouso e quasi l’80% ha ammesso di essere diventato più rispettoso dell’ambiente”.
Entro il 2022, SodaStream prevede di soddisfare il 10% del fabbisogno energetico totale del proprio impianto di produzione con energia solare. Attraverso questi investimenti, SodaStream contribuisce all’obiettivo di PepsiCo di passare al 100% di energia rinnovabile per le strutture di proprietà dell’azienda entro il 2030. Inoltre, PepsiCo si è impegnata a ridurre totalmente le emissioni nette entro il 2040, un decennio prima di quanto richiesto dall’Accordo di Parigi. SodaStream Fizzi e SodaStream Duo sono stati certificati per la riduzione del carbonio dal Carbon Trust. Questa certificazione dimostra il costante impegno dell’azienda per l’ambiente e la sostenibilità. Tant’è che nella Giornata della Terra, SodaStream terrà chiusi i
suoi uffici, invitando i dipendenti a partecipare alle attività di pulizie organizzate in tutto il mondo (dove le restrizioni per Covid-19 lo permettono). SodaStream sta anche collaborando con PangeaSeed Foundation, un’organizzazione non-profit per la conservazione degli oceani, con una donazione indirizzata alla sensibilizzazione e all’educazione ambientale della Fondazione.

Olio di palma sostenibile

Amici della Terra Onlus e l’Unione Italiana per l’Olio di Palma Sostenibile insieme per promuovere la cultura della sostenibilità della filiera dell’olio di palma, intesa nella sua più ampia accezione: ambientale, sociale, economica e nutrizionale, in una visione olistica che tenga conto degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) fissati dall’ONU e delle strategie Farm to Fork e Green Deal dell’UE. E, in un momento che gli ultimi dati dimostrano che siamo sulla buona strada: grazie alle politiche governative ed agli impegni del settore privato per la produzione di olio di palma sostenibile i tassi di deforestazione calano per il quarto anno consecutivo in Indonesia e Malesia e, contestualmente, in Italia il 92 % dell’olio di palma impiegato dall’industria alimentare è già certificato.

Dopo Orangutan Land Trust, anche Amici della Terra Italia si unisce agli organismi non governativi che in qualità di membri sostenitori dell’Unione Italiana per l’Olio di Palma Sostenibile, ne condividono le finalità e gli obiettivi: promozione della cultura della sostenibilità della filiera dell’olio di palma, intesa nella sua più ampia accezione: ambientale, sociale, economica e nutrizionale, in una visione olistica che tiene conto degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) fissati dall’ONU e delle strategie Farm to Fork e Green Deal dell’UE. Una collaborazione importante non solo per i protagonisti dell’accordo, visto che la tutela del pianeta è interesse di tutti.

E, così, il Presidente dell’Unione Giuseppe Allocca, sottolinea di “essere onorato di poter avere il sostegno degli Amici della Terra che operano da lungo tempo a tutela dell’ambiente e per uno sviluppo sostenibile con un approccio non ideologico e fondato sulla scienza. È per noi molto importante poter contare sul contributo costruttivo e critico di ong per stimolare la trasformazione della filiera dell’olio di palma secondo criteri di sostenibilità ed assicurare trasparenza ed equilibrio nei confronti dei nostri interlocutori”. Entusiasmo anche da parte della presidente degli Amici della Terra Monica Tommasi perché “collaborare con l’Unione Italiana Olio di Palma Sostenibile e con i suoi soci possiamo contribuire ad una sempre maggiore sostenibilità di tutta la filiera. Crediamo che il meccanismo della certificazione di prodotto debba essere incrementato e debba rappresentare un forte messaggio di trasparenza verso i consumatori, che devono poter scegliere con consapevolezza sulla base di informazioni verificate e non di campagne di boicottaggio indiscriminato”.
Il mercato italiano è già prossimo al traguardo in termini di approvvigionamento esclusivo da filiere sostenibili. Nel 2019 in Italia circa il 92% dell’olio di palma utilizzato dall’industria alimentare era già certificato RSPO, di cui il 98% circa di tipo Segregato. E’ importante creare una maggiore consapevolezza circa la differenza tra olio di palma certificato sostenibile e olio di palma convenzionale ed evidenziare il ruolo importante che una produzione sostenibile di olio di palma svolge nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs), dando inoltre atto degli importanti sforzi compiuti e dei risultati già raggiunti della filiera a livello globale.

Soggiorni da sogno: Relais &Châteaux

In occasione della Giornata Mondiale della Terra sintetizziamo una riflessione sui viaggi fatta da Philippe Gombert, Presidente di Relais &Châteaux, con alcuni spunti per programmare il prossimo viaggio con un occhio alla sostenibilità, alla conservazione del patrimonio naturale e un approccio olistico al benessere in Italia e nel mondo – dalle Galapagos alle Isole Eolie, passando per l’India, la Toscana, la Nuova Zelanda e il Portogallo.
A causa del Covid-19 molti hanno dovuto mettere in stand-by quel desiderio sempre vivo di fare le valige e partire alla scoperta di una nuova meta. Quella che è stata e continua ad essere una privazione quasi insopportabile, per tanti è stata una scoperta. “La pandemia ci ha fatto percepire in modo potente, amplificato, il valore profondo di quella libertà che oggi ancora sembra lontana dalla nostra portata – prevede Gombert -. Prima di partire, in futuro non penseremo più solo alla bellezza della destinazione scelta: attribuiremo alla possibilità di viaggiare un significato più grande e profondo, saremo ancora più riconoscenti per ogni opportunità che potremo cogliere e sceglieremo con maggiore attenzione la nostra meta.” Creare e trasmettere valore agli ospiti, al territorio e alla comunità è la missione che Relais & Châteaux abbraccia dalle sue origini, sancita nel 2014 dalla firma unanime all’UNESCO di un Manifesto che riassume questo impegno comune in venti azioni concrete.

Così, in occasione della Giornata Mondiale della Terra, l’associazione che conta 580 hotel di charme e ristoranti gourmet in cinque continenti, offre spunti per dare un senso nuovo ai viaggi che faremo nel post-Covide sedici indirizzi in Italia e all’estero per iniziare a progettarli subito: con maggiore rispetto, consapevolezza e stupore per il mondo che ci aspetta. E, cioè, sintonizzarsi con il ritmo della natura perché ci sono luoghi in cui la natura ha ancora un ruolo da protagonista, intatta e preservata dalla presenza invadente dell’uomo. Spegnere tutti i device e accendere la curiosità di scoprire un ambiente nuovo e incontaminato è l’antidoto perfetto per contrastare la sensazione di “prigionia” che abbiamo sperimentato nelle nostre case e città.
Tralasciamo le mete estere e segnaliamo quelle italiane come, a solo un’ora di auto da Genova, sulle alture della Riviera Ligure, c’è un piccolo paradiso terrestre: sono i Giardini botanici del Relais &Châteaux Villa della Pergola ad Alassio, frutto di un sapiente restauro a cura dell’architetto paesaggista Paolo Pejrone. Affacciato sul mare, il Parco si estende su una superficie di 22.000 mq di vegetazione mediterranea e flora esotica. Oltre a una rinomata collezione di glicini – 34 varietà per la più importante collezione italiana – ospita anche quella che oggi è la più importante collezione di agapanthus in Europa, con oltre 500 specie diverse.
Poi c’è Il Borro Relais & Châteaux (San Giustino Valdarno, AR), una tenuta di 700 ettari nel cuore del Valdarno dove l’esperienza unica di soggiornare all’interno di un autentico borgo medioevale dell’anno Mille incontra la veracità di un’azienda agricola e vitivinicola all’avanguardia, che fa della biosostenibilità la sua bandiera. Tutte le attività sono svolte rispettando l’alternarsi delle stagioni e i cicli di vita dei prodotti e del terreno, ricorrendo ad energie rinnovabili e concimi naturali; anche il borgo è stato riportato in vita con l’aiuto di maestranze locali e nel pieno rispetto dell’ambiente, per garantire continuità tra passato e presente e preservare la storia e le tradizioni locali.
Nel Parco Nazionale del Gran Paradiso vivono oltre 3.000 stambecchi con camosci, marmotte, volpi, aquile, gipeti, pernici bianche e molte varietà di insetti, rettili e anfibi. Lo staff del Relais & Châteaux Bellevue Hotel & Spa, a Cogne, aiuta i piccoli ospiti e le loro famiglie ad organizzare escursioni e passeggiate adatte a tutti livelli di difficoltà. Dopo una giornata trascorsa all’aria aperta, la piscina principale della sua grande Spa di montagna accoglie anche i bimbi di tutte le età per trascorrere attimi di relax prima di cenare in uno dei ristoranti tipici della dimora, che solleticano il palato di tutta la famiglia con gustose specialità della cucina locale preparate con ingredienti freschissimi.

Riscoprire la terra, i suoi prodotti e il piacere delle piccole cose semplici come il profumo del pane appena sfornato la mattina sono le emozioni che contraddistinguono un soggiorno al Relais & Châteaux Monaci delle TerreNere, a Zafferana Etnea (CT). Il country boutique hotel, costruito secondo i principi della bioarchitettura, recupera parte dell’energia da fonti rinnovabili e immerso in una tenuta biologica di 25 ettari votata alla produzione di frutta, verdure ed erbe aromatiche. Gli ampi spazi esterni offrono infinite possibilità agli amanti del ritmo lento come passeggiate a cavallo, escursioni per imparare a riconoscere la biodiversità locale, lezioni di yoga en plein air.

Svegliarsi presto al mattino e osservare il risveglio della natura, raccogliere erbe selvatiche e funghi nei boschi davanti alla dimora per coglierne l’essenza e portarla in tavola trasformandola in emozione per il palato è questo il concetto di sostenibilità secondo Heinrich Schneider, chef del Relais & Châteaux Terra – The Magic Place in Val Sarentino (BZ). Il rapporto con i piccoli produttori e il riciclo fanno parte del DNA della dimora: carne, farina, latte, burro, speck e molti altri ingredienti utilizzati nel ristorante, premiato con 2 stelle Michelin, provengono dai pascoli e dalle fattorie della valle. Il 2021 vedrà l’ingresso in carta anche di alcune erbe medicinali locali, per esplorare nuovi sapori e sfruttare i poteri benefici della natura.

Sulle colline del Chianti Classico il Relais & Châteaux BorgoSan Felice, a Castelnuovo Berardenga (SI), è noto non solo per la qualità dei suoi vini e per l’atmosfera speciale, ma anche per il suo Orto Felice: un progetto di inclusione e partecipazione sociale che coinvolge gli ospiti e il personale dell’hotel. Buona parte delle verdure e della frutta di stagione utilizzate nelle cucine dall’Executive Chef Juan Camilo Quintero (il ristorante Poggio Rosso ha ottenuto 1 stella Michelin nella Guida 2021) proviene da questo orto sociale gestito da un gruppo di giovani diversamente abili, che si prendono cura anche degli animali dell’aia coadiuvati da anziani residenti della zona.

Il Relais & Châteaux Capofaro Locanda & Malvasia a Salina racchiude tutta l’essenza dell’isola: terrazze bianche e ospitalità tipicamente mediterranee, bouganvillee e mare, ulivi, piante di capperi e 4,5 ettari di filari di Malvasia, il frutto più nobile delle Isole Eolie. Nel 2020 ha ricevuto il Trofeo Sostenibilità di Relais & Châteaux per le numerose iniziative messe in atto a salvaguardia del patrimonio naturale e marino: scegliendo packaging in vetro, linee di cortesia a ridotto impatto ambientale e cannucce biodegradabili in bambù, la tenuta è sostanzialmente plastic-free.
Nella campagna umbra, il Relais & Châteaux Borgo dei Conti Resort a Perugia è un maniero storico eretto dove un tempo sorgeva un’antica fortezza di cui si hanno notizie già alla fine del XIII secolo. E’ circondato da unparco di alberi secolari e olivi; le sue corti fiorite, il giardino all’italiana e ipercorsi ombreggiati offrono un’oasi di freschezza e quiete. L’estate 2021 vedrà il completamento di FLY, un nuovo percorso di forest bathing dedicato alla riscoperta della leggerezza, alla rigenerazione e alla stimolazione della creatività attraverso il contatto con le piante del luogo ed esperienze mirate a risvegliare la sensorialità.

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