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Quali sono gli argomenti fondamentali, le cose più importanti, i punti di valore di una grande azienda vinicola italiana, perché si possa considerarla tale? A mio parere la sua storia aziendale e quella familiare, il modus operandi che deve essere etico, coerente, corretto e rispettoso verso il consumatore, il legame con il territorio di produzione, i risultati commerciali parametrati ovviamente alle dimensioni dell’azienda, la bontà e il gradimento del prodotto, la penetrazione sui mercati esteri, l’unicità e riconoscibilità del brand, l’immagine sociale e probabilmente molto altro, ma credo che avere tutte queste caratteristiche, che ho elencato in ordine sparso e non di importanza, sia un buon biglietto da visita. C’è un’azienda che sulla propria business card riesce a riassumere tutto questo con un nome bello, piacevole e musicale Bisol,  un’azienda la cui storia si perde veramente nella “notte dei tempi”, della quale ci sono tracce di attività già nella prima metà del 1500, mentre la nascita ufficiale della cantina è nel 1875 nel cuore di Valdobbiadene, la zona di produzione del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, dove Bisol oggi ha più di 20 poderi frazionati sul territorio e tutti di piccola estensione, coltivati volutamente in maniera selettiva per poter valorizzare al meglio le peculiarità di ogni sottozona. Un nome aziendale legato in particolare ad una di queste zone, la collina del Cartizze, da dove proviene la tipologia più elevata del Prosecco Superiore, il Cartizze appunto, fiore all’occhiello della produzione di Bisol che ha il podere in cima alla ripidissima cresta collinare che gode di un’esposizione e di una ventilazione introvabili altrove, un terreno così vocato da aver raggiunto un valore da capogiro: più di un 2,5 milioni di euro per un ettaro. Per quanto riguarda le persone, basti dire che da Bisol sono arrivati alla 21ma generazione di gestione direttiva familiare, con Gianluca e Desiderio saldamente alla guida dell’azienda che è una tra le pochissime a gestire direttamente l’intera filiera produttiva, dall’accurata scelta del terreno fino all’imbottigliamento e questo spiega molto della qualità finale del prodotto, seguito passo passo con rigore e passione. Sul gradimento del pubblico si deve riconoscere che i vini di Bisol piacciono e molto, sia in Italia che all’estero dove è considerato un rappresentante dello Stile di Vita Italiano con un export che tocca 69 paesi e dove arriva circa il 25% del prodotto.

Gianluca Bisol (foto 2), direttore generale dell’azienda, portavoce e orgoglioso ambasciatore del brand è convinto che i grandi risultati fin qui ottenuti possano essere perfezionati e che si possa fare ancora di più anche per il territorio: “Lavoriamo con grande passione affinché Conegliano abbia lo stesso prestigio di Reims, Valdobbiadene lo stesso fascino di Epernay e il Prosecco la stessa notorietà della Champagne”.

 

 

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