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Il cavolfiore è una pianta ramosa con peduncoli floreali ingrossati, e foglie verdi. Si coglie in autunno, inverno o primavera. Il cavolfiore a maturazione precoce (primaticcio Toscano e precoce di Jesi) è particolarmente grosso, color verde chiaro, e può essere consumato sia crudo, sia cotto; il cavolfiore a maturazione invernale (gigante di Napoli, violetto di Sicilia, verde di Macerata) è meno grosso ma con le foglie più colorate e si consuma crudo o lessato in acqua salata (il gigante di Napoli – da sempre – è immancabile all’interno della natalizia ‘insalata di rinforzo’); il cavolfiore a maturazione tardiva è il più piccolo, sodo e compatto, generalmente color giallo più o meno scuro, da gustare crudo o in umido. Al momento dell’acquisto è importante scegliere cavolfiori compatti, privi di macchie. Si possono anche congelare, dopo averli sbollentati per qualche minuto per disattivare gli enzimi. Prima di cucinarli è fondamentale pulirli bene, eliminando le foglie esterne e il torsolo e sciacquandoli con cura sotto l’acqua corrente: si consumano crudi in insalata o cotti nelle minestre, nelle torte salate o nelle frittate, ma cucinati comunque meglio al dente.

 

Valori nutrizionali per 100 g di parte edibile

 

Proteine: 3,2 g

Lipidi: 0,2 g

Carboidrati: 2,7 g

Fibre totali: 2,4 g

 

Valore energetico: 25 kcal

 

Il cavolfiore è ricco di fibre, vitamina C e B9; si trova da fine ottobre a metà maggio.

 

 

Il segreto

 

Il cavolfiore, si sa, in cottura sprigiona un odore particolarmente sgradevole… per ovviare a questo inconveniente, esistono diversi rimedi: mettere nella pentola un bicchiere di latte, una fetta di pane con la mollica imbevuta di aceto o limone o addirittura un cucchiaio di capperi!

 

 

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