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L’indagine delle Donne del Vino, approfondita e molto partecipata, ha coinvolto produttrici, giornaliste, enotecarie, ristoratrici e sommelier presenti e attive all’interno della grande associazione italiana.

 

Emerge un ritratto della donna che lavora all’interno del comparto vitivinicolo positivo per spazio e i ruoli acquisiti,  con grande margine di miglioramento. Su questi due punti tutte le figure professionali che hanno aderito al progetto della presidente Donatella Cinelli Colombini sono completamente concordi, come lei stessa rileva: “C’è un’assoluta omogeneità di vedute sul ruolo delle donne nel mondo del vino: le cose vanno meglio, ma non bene e c’è ancora tanto da fare per raggiungere una reale parità di genere. Inoltre le donne prendono esempio da altre donne assumendole come modelli (82%) elemento quest’ultimo da non sottostimare perché le recenti indagini di Wine Economics sulle donne del vino australiane hanno invece rivelato la propensione del settore femminile del vino a conformarsi a comportamenti professionali e sociali maschili adattandosi a un ambito che le vede in netta minoranza”. 

Ma chi e come sono le Donne che lavorano nel vino? In tutte le categorie esaminate la gran parte delle professioniste possiede una laurea, vediamole nel dettaglio: le produttrici, per esempio, sono laureate per il 43%, sono costrette a fare figli tardi, non sanno cosa sia la pensione e si distinguono in azienda per il dinamismo. Se si analizzano altri settori lo stipendio risulta essere più basso dei colleghi uomini quando si tratta di rapporto dipendente o di figure professionali all’interno di enoteche o ristoranti. Il livello di studio delle giornaliste o di chi si occupa di comunicazione è molto alto, ma quasi tutte hanno dovuto fare i conti con una discriminazione arrogante e sessista; interessante notare che questi disagi hanno contribuito a farle diventare indipendenti e a creare la loro propria impresa.

Per le consumatrici ci sono, al contrario, conferme e sorprese: prese in esame da ristoratrici, enoteche e sommelier le wine lovers crescono in quantità e qualità. Al ristorante la donna dice la sua nella scelta del vino solo se è in coppia, mentre quando è in gruppo è ancora l’uomo a decidere. A tavola le scelte femminili si orientano sui bianchi e in seconda battuta sulle bollicine. Per la consumatrice donna conta il gusto personale e il nome del produttore perché nella stragrande maggioranza dei casi sceglie i brand che conosce.

 

L’analisi è stata condotta con l’aiuto del professor Gabriele Micozzi, docente di Marketing alla Luiss Business School e di Alfredo Tesio, coordinatore del Gruppo del Gusto della Stampa Estera.

 

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