La 82ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia ha aperto i battenti, la storica kermesse, condotta quest’anno da Emanuela Fanelli, animerà il Lido fino al 6 settembre ed è appena iniziata sotto i migliori auspici con la proiezione durante la prima giornata di La Grazia, il nuovo film di Paolo Sorrentino che vede protagonista il talentuoso Toni Servillo. Grande attesa anche per la proiezione di After the Hunt di Luca Guadagnino, tra gli attori sono attesi, tra gli altri: Julia Roberts, George Clooney, Al Pacino, John Malkovich, Emma Stone, Emily Blunt, Cate Blanchett, Valeria Bruni Tedeschi, Martin Scorsese e l’attrice Italiana Sabrina Impacciatore.
Il 2 settembre, durante la rassegna le Giornate degli Autori, sarà presentato in anteprima La Quinta Stagione il docufilm nato da un’idea di Paola Valeria Jovinelli realizzato per la regia di Giuseppe Carrieri, un viaggio dal nord al sud Italia nel mondo dell’alta gastronomia, la storia di cinque donne chef d’eccezione, voci della cucina italiana che si incontrano per raccontarsi senza filtri introdotte dalla voce narrante di Isabella Ragonese. Sono racconti di scelte coraggiose, di viaggi tra latitudini lontane e memorie intime, di ingredienti che diventano linguaggi, di creatività che sfida il tempo.
La Quinta Stagione è un racconto che abita il confine tra ciò che è stato e ciò che sarà e vede come protagoniste cinque cuoche che hanno inciso profondamente sul panorama gastronomico italiano. Caterina Ceraudo, una stella Michelin al ristorante Dattilo di Strongoli, lavora nella tenuta agricola di famiglia, in contatto costante con il paesaggio calabrese. Martina Caruso, una stella Michelin al Signum di Salina, che ha costruito la propria identità sull’isola in cui è nata. Valeria Piccini, due stelle Michelin Da Caino a Montemerano, è la Toscana più autentica, le radici contadine, i sapori netti e gesti tramandati con pudore. Antonia Klugmann, una stella Michelin a L’Argine a Vencò, ha scelto di lavorare al confine, in uno spazio dove la natura e la riflessione si influenzano a vicenda. Cristina Bowerman, una stella Michelin a Glass Hostaria di Roma, ha costruito il proprio percorso con uno sguardo aperto e multiculturale, nel cuore della capitale. Alla base del film c’è l’idea che ogni persona custodisce un tempo proprio, che non coincide con la scansione degli orari né con la logica della prestazione, un tempo difficile da osservare, ma evidente nei gesti ripetuti, nei percorsi familiari e negli spazi vissuti. In cucina, questo tempo coincide con ciò che ancora non è accaduto e la quinta stagione è quella che viene prima del piatto, prima della tecnica, prima del servizio, è il momento in cui si prende una direzione, si costruisce una visione, si decide chi si vuole essere. La Quinta Stagione non mostra la pratica in cucina, ma tutto ciò che la precede e la attraversa: parole, vuoti e pause.
Ogni protagonista è filmata nel proprio ambiente quotidiano – una casa, un giardino, una strada – senza filtri o impostazioni.
“Con la produzione de La quinta stagione ho voluto fortemente contribuire al racconto di un vasto universo femminile, di cui non si è mai saputo o potuto parlare a sufficienza” dichiara Paola Valeria Jovinelli, produttrice del film. “Le riprese sono state un viaggio intimo e coinvolgente, attraverso paesaggi, stagioni e stati d’animo. Entrare nelle loro vite è stato un privilegio raro”.
“Questo docufilm è un racconto che attraversa luoghi e sensazioni, evocando la cucina come una dimensione lirica del gesto e della possibilità” dichiara Giuseppe Carrieri, regista e sceneggiatore del film. “I racconti delle chef coinvolte superano il semplice senso del gusto per condurci lungo l’itinerario del tempo vissuto e condiviso. Perché La Quinta Stagione è, prima di tutto, un sentimento del fare e del sentire, che unisce creatività e libertà”.



