Enos era un uomo indurito dal lavoro, dalla natura selvaggia del territorio maremmano in cui lavorava. Carbonaio, boscaiolo e successivamente, con l’acquisizione della Tenuta Montauto negli anni sessanta, divenne agricoltore e accorto viticoltore. Il podere, posto nel profondo sud della Maremma, praticamente al confine con il Lazio, dista 10 chilometri dal mare, ed è incastonato nella macchia boschiva, territorio di scorrerie di briganti nell’Ottocento.
Enos mise a dimora, aggiungendole ai vitigni autoctoni già esistenti, barbatelle di sauvignon. Del vigneto iniziale conservò successivamente solo le parcelle più vocate che gli servivano per produrre vino, poco, ma soprattutto per vendere le uve alla Cantina di Pitigliano.
A raccontarlo è Riccardo Lepri (foto 1), nipote di Enos, che abbiamo conosciuto in occasione di un press lunch organizzato dall’agenzia di comunicazione PR Comunicare il Vino presso il ristorante illiberty Milano e che ha avuto per focus i Sauvignon e i Pinot Nero Tenuta Montauto, vini insoliti in Maremma.
Riccardo, laureato in Economia e Commercio all’Università di Siena, confessa che non amava particolarmente la campagna tant’è che il suo stile di vita era un altro.
Ma nel 2000, in una domenica fiorentina, vedendo le famigliole passeggiare, si chiese cosa stesse facendo lì. Come una sorta di illuminazione, pensò alla Maremma e raggiunse il nonno. Enos, come detto, era un uomo duro, e accolse il nipote mettendolo alla prova: un anno di sveglie alle cinque di mattina per zappare, vangare, lavorare la vite, usare i trattori, gli scavatori e quando decise che il nipote aveva imparato tutto ciò che era necessario per condurre la tenuta, man mano si fece da parte.
Riccardo Lepri, a sua volta, non perse tempo e nel 2003 esordì con il suo primo vino, un Sauvignon maremmano, confermando che nonostante l’area fosse considerata vocata alla produzione di uve rosse, in particolare sangiovese e vitigni bordolesi, in realtà aveva, ed ha, molto da dare anche ai bianchi. Il suolo dove radicano i vigneti a circa 200 metri di altitudine, è costituito di argilla rossa, per cui ricco di ferro, con grande presenza di quarzi, e conferisce freschezza e mineralità ai vini. E per esaltare la freschezza le viti non sono defogliate per riparare i grappoli dal sole; inoltre le vigne sono rinfrescate dalle brezze marine.
Ma tali caratteristiche del territorio, ha pensato Riccardo Lepri, sono congeniali anche per allevare le uve pinot nero, e così in controtendenza rispetto alla tradizione locale le mette a dimora. La conduzione della tenuta è biologica anche grazie al vento del mare che sanifica la vite dall’umidità.
Riccardo Lepri dedica molta cura alla pulizia in tutte le fasi della vinificazione per ottenere, conseguentemente, prodotti puliti, in quanto il vino è un alimento e come tale va trattato. Pertanto a ogni piccola raccolta della vendemmia, rigorosamente manuale, le cassette delle uve sono sanificate con acqua a 100 °C, i grappoli sono sanificati con ozono e messi in celle frigorifere per permettere di lavorarli a 4 °C così da ottenere una maggiore estrazione dei profumi e ridurre al minimo l’ossidazione; il vino è stabilizzato con la tecnica naturale del freddo.
La scelta di valorizzare Pinot Nero e Sauvignon, è coerente con la volontà di produrre vini privilegiandone la bevibilità e l’ eleganza rese possibili, come visto, dalle caratteristiche del suolo, del clima, della collocazione geografica e anche delle pratiche enologiche. Va ancora detto che attualmente la Tenuta si sviluppa su 200 ettari dei quali 14 vitati (negli anni novanta erano circa 45), 8 ettari a oliveto e 40 a seminativo.
Le uve prodotte sono sauvignon, pinot nero, vermentino, sangiovese, ciliegiolo. Le bottiglie annue prodotte sono mediamente 86-100 mila.
I vini degustati (foto 2, video 3)
I Sauvignon sono prodotti con pressatura del grappolo intero cui segue la decantazione di circa 36 ore. Il mosto fermenta in acciaio a 15 °C. Non è utilizzato legno in nessuna fase produttiva.
Gessaia Maremma Toscana IGT 2021 (foto 4)
Prodotto unicamente con uve sauvignon da vigne di 10 anni
Note gustative
Nel calice riflette colore giallo paglierino.
Al naso note vegetali e agrumate,
In bocca rivela buon corpo, grande freschezza, verticalità e croccantezza.
Enos I Maremma Toscana DOC (foto 5)
Nasce da uve sauvignon di vigne 40enni. È un vino più complesso di Gessaia con grandi evoluzioni in calice in cui si colgono sentori di pietra focaia, di idrocarburi oltre a note floreali, e vaghi ricordi di fungo.
Note gustative
L’annata 2019 ha colore giallo paglierino caldo tendente al dorato.
Al naso ricordi floreali, nuance di idrocarburi oltre che di pietra focaia.
In bocca si coglie una piacevole cremosità, note vellutate e agrumate oltre a spiccata mineralità già percepita in fase olfattiva.
Procedendo con le annate 2020 e 2021 il colore si scarica e diventa paglierino con riflessi verdini, al naso si notano sentori di frutta tropicale, di frutto della passione e vaghi ricordi di papaya.
In bocca si evidenzia una bella verticalità, e il 2021, in particolare rivela note più vivaci.
Pinot Nero Toscana IGT (foto 6 e 7)
Da uve pinot nero di vigne di 15 anni
Dopo la pressatura la vinificazione ha luogo in botti di legno. Il vino ottenuto elevato in barrique 1/3 delle quali nuove, per 10 mesi.
Note gustative
Nell’’annata 2020 nel calice il colore è rosso rubino.
Al naso è fruttato con ricordi di piccoli frutti in particolare di fragole di bosco, ed è balsamico dotato di leggera speziatura.
In bocca, è avvolgente, morbido, intenso con tannino levigato e finale leggermente speziato. Con l’annata 2019 il colore si fa lievemente più granato, si accentuano le note balsamiche e speziate, con tannino elegante.
Poggio del Crine Toscana IGT Pinot Nero 2018 (foto 8)
Le uve pinot nero provengono da vigne di 30 anni di età.
Il vino segue un processo di vinificazione molto simile a quello dei Pinot nero 2020, 2019 precedentemente degustati; è elevato 10 mesi in barrique e affina in bottiglia 3 anni.
Note gustative
Possiede colore rosso rubino scarico, con riflessi granati.
Al naso sentori di piccoli frutti come lampone, fragoline di bosco e di more, con eleganti e delicate note balsamiche e agrumate.
In bocca buona struttura; il tannino morbido, setoso e la freschezza conferiscono eleganza al sorso. Notevole la persistenza