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Vi sono vini che nascono da un solo vitigno, altri da tagli di uve che in genere non superano le 4-5 varietà.

Poi c’è Migliolungo, prodotto da un uvaggio che comprende 21 vitigni, ma non si tratta del vezzo di un cantiniere. In realtà è frutto di un lavoro di salvaguardia del patrimonio viticolo del Reggiano. Gli attori sono l’Istituto Antonio Zanelli di Reggio Emilia e la Cantina di Arceto.

Nell’azienda agraria annessa all’Istituto sono infatti allevati i 21 vitigni autoctoni, nella zona choamata Miglilungo, che formano il blend di questo rosso Emilia Igt prodotto dalla Cantina di Arceto. Si tratta di 10 vitigni lambrusco (Maestri, Marani, Montericco…) cui si sono aggiunti 11 vitigni locali dei quali nove a bacca nera e 2 a bacca bianca. Parte delle uve sono conferite da alcuni soci c della Cantina di Arceno. E’ quindi un vino che rappresenta al meglio la biodiversità reggiana con una forte impronta territoriale. Inoltre è la testimonianza delle ricchezza ampelografica della zona.
L’etichetta (fig. 2) sintetizza la portata simbolica di questo rosso che rende giustizia alle tante anime presenti nel vino.

Migliolungo  Emilia IGT
Le uve sono vendemmiate a metà settembre, poi dopo la diraspa-pigiatura, il mosto macera sulle bucce per circa una settimana, quindi ha luogo fermentazione del solo mosto in acciaio e successivamente il vino è fatto rifermentare in autoclave.
Alla commercializzazione possiede

colore rosso rubino intenso con riflessi violacei.

Il profumo riproduce i sentori propri del Lambrusco, ossia frutto ben marcato con ricordi di prugna, ciliegia, amarena, frutti di rovo e di bosco.

In bocca è fresco, leggermente tannico, sapido, ben equilibrato da stappare non solo con i cappelletti e le specialità locali, ma anche con pesci saporiti e in genere i fritti, tempura compreso.

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