Il Consorzio Vini Asolo Montello in un incontro con la stampa su piattaforma Zoom organizzato dall’agenzia di comunicazione Studio Cru ha illustrato i nuovi logo dei vini del Montello. Presenti all’evento Ugo Zamperoni, presidente del Consorzio, Angelo Peretti responsabile alla strategia di comunicazione e consulente consortile,
Il Consorzio Vino Asolo Montello, come ricorda il presidente Ugo Zamperoni, è complesso in quanto tutela tre denominazioni delle quali l’Asolo Prosecco di cui abbiamo scritto qui.
Le altre due denominazioni Montello sono: la Docg Montello esclusivamente di vini rossi; la zona è vocata ai vitigni bordolesi (cabernet, merlot, carmenère) qui allevati fin dalla seconda metà dell’Ottocento; la Doc Montello Colli Asolani, anch’essa definita prevalentemente da vini rossi da vitigni bordolesi, ma che dà spazio ad altre sia pur piccole varietà locali.
Queste sono la recanatina varietà a bacca rossa recuperata negli anni recenti proprio a opera del Consorzio; la bianchetta, uva bianca utilizzata per la produzione di bollicine; l’incrocio manzoni bianco, varietà nata nel Trevigiano negli anni trenta e qui acclimatatisi, il cui vitigno genera un frutto ben espresso e leggera aromaticità.
Logo
Angelo Peretti illustra il marchio consortile (figura 2) tendente al rosso “rugginoso” che è il colore dei terreni del Montello e di buona parte dei Colli Asolani, perché sono suoli ricchi di ferro il quale ossidandosi in superficie ne caratterizza il colore. Pertanto la prevalenza di vini rossi, su terreni rossi ha dettato questa scelta cromatica. Pur riprendendo lo stesso disegno, il marchio si differenzia per il colore da quella di Asolo Prosecco (figura 3) che invece ricorda le tonalità dorate sia del vino sia degli edifici di Asolo e dei paesi circostanti, ossia il giallo veneziano.
Le due denominazioni Montello verranno d’ora in poi accomunate e identificate nel nuovo logo I Vini del Montello (figura 4). Il brand focalizza non tanto l’aspetto istituzionale, consortile, ma i vini e il territorio del Montello: è quindi immediato, di facile comprensione, strettamente connesso alla realtà produttiva.
La zona
Montello è un collina boscosa tant’è che la Serenissima qui si approvvigionava di legname per la propria flotta e anche per costruire le palafitte sopra edificare le case veneziane. I Colli Asolani sono divisi dal Montello da un vallone, ma geologicamente costituiscono un unicum. Entrambi i territori furono devastati durante la Prima Guerra Mondiale. Successivamente vi fu un ritorno all’agricoltura ma non ebbe grande successo. Di fatto il Montello è tornato a essere un bosco al cui interno dimorano le vigne. Pertanto la biodiversità in questi territori è la norma proprio perché l’estensione del vigneto rispetto a quella della macchia boschiva è esigua.
I vini
I vini di taglio bordolese veneti hanno un propria caratterizzazione perché posseggono un’acidità tipicamente locale. Sono vini potenti grazie alle calde ore diurne che maturano i grappoli; per contro le notti della pedemontana veneta essendo molto fresche forniscono acidità. Conseguentemente i rossi regionali di questa fascia geo-pedo-morfologica sono definiti da potenza e freschezza. In particolare nella zona del Montello alcune caratteristiche sono accentuate. Infatti l’area è poco distante dalle montagne alpine e dal rilievo si vede l’Adriatico; pertanto la freschezza notturna è accentuata dagli scambi termici che implicano escursioni di gradi calore le quali portano da una parte concentrazione aromatica, dall’altra mantengono buoni i livelli di acidità anche quando la maturazione dei grappoli è molto lunga come nel caso in cui si cerca la potenza espressiva delle uve rosse.
Si aggiunga, per completare il profilo organolettico dei vini qui prodotti, che il sapore rugginoso del terreno conferisce mineralità e questo suolo, per dirla come Angelo Peretti, aiuta la vigna a “soffrire” e una vigna che soffre dà potenza espressiva ai vini.
La produzione
Sommando le produzioni Docg e Doc dei Vini del Montello, si contano 618 mila bottiglie delle quali 95 % di vini rossi, mentre la produzione dei bianchi, unicamente Doc, equivale a quella di un’azienda medio piccola, ossia è pari a 28 mila bottiglie. La produzione Docg è di 37 mila bottiglie delle quali 24 mila di rosso e 13 mila di Superiore. I numeri della Doc sono: 185 mila bottiglie di Merlot, 145 mila bottiglie dei Cabernet, 108 mila bottiglie di Rosso, che è un mix dei precedenti vitigni, 37 mila bottiglie di Recanatina per cui la varietà è salva, 26 mila bottiglie di Incrocio Manzoni Bianco, 2000 bottiglie di Bianchetta, un produzione amatoriale; infine Venegazzù 78 mila bottiglie di vino rosso.
Nel corso dell’incontro è stata presentata l’asta promossa dal Consorzio di cui abbiamo scritto qui.