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Nanni Balestrini: vogliamo tutto opere anni ‘70 e ‘80- Mostra a cura di Manuela Gandini

Come una frenata sull’orlo dell’abisso – con cascate di parole, immagini e pensieri

– si inchioda la produzione visiva di Nanni Balestrini degli anni Settanta e Ottanta

del secolo scorso.

Circa duecento opere inedite, di dimensioni variabili – (dai collage A3 alla grande

tela di 700×500 cm) – ricostruiscono, alla Fondazione Mudima, l’atmosfera sociale

e politica degli anni di piombo e di quelli reaganiani. Dal cupo susseguirsi di parole

pesanti, piene di petrolio e inquietudine, ai più colorati e apparentemente leggeri

collage e gouache degli anni Ottanta. Il primo è il decennio dei movimenti

antagonisti, del femminismo, della psichelia, del terrorismo e degli scontri. Con il

1979 si inaugura la pesante ondata di repressione per la quale Balestrini e altri

intellettuali si trasferiscono in Francia. Il contesto giornalistico di allora – attraverso

lo sconvolgimento balestriniano della linearità narrativa – disvela la minaccia della

fine dei sogni. L’immaginazione al potere si frantuma sotto il peso di parole sospese

come maledizioni, come mantra pronunciati al contrario.

Il lavoro di Balestrini – una lenta preparazione al film più lungo del mondo:

Tristanoil, (2010) – è senza mediazioni e senza giudizio. Se da un lato, i sacchetti

di plastica spiegazzati e ricomposti dall’artista incarnano una fugace idea di progresso,

i titoli dei quotidiani la disintegrano immediatamente perché i fatti vanno

per conto proprio. La visione di Vogliamo Tutto – titolo espropriato al libro cult di

Balestrini (1971) che ispirò intere generazioni con la storia dell’operaio Alfonso –

è la sintesi delle illusioni umane e dell’incontrastato potere della rappresentazione

mediatica. Le frasi e le lettere sminuzzate sono apocalittiche e leggere a un tempo.

Con una buona dose di veggenza, questi lavori anticipano l’avvento della virtualità

e delle sue insidie. Il manifestarsi di quel tecno-mondo antropofago fatto di video

e parole che si mangiano il reale. I collage neri o a colori, con foto di cronaca, pubblicità,

paesaggi o con opere di storia dell’arte, contengono tutti un enigma.

Riportano ai rebus duchampiani, ai proclami futuristi, alla nevrosi immaginifica

di Nam June Paik. I personaggi degli anni Settanta – da Elvis Presley a Enrico

Berlinguer, da Marlon Brando a Leonid Ill’c Breznev – campeggiano sull’enorme

parete del primo piano, come decori di un grande arazzo euroasiatico. Sono i semi

dell’eredità contemporanea. Le parole fatte a pezzi sono invece echi di emozioni

umane. Di un mondo che evolvendo involve ma – pronunciando con flebile voce

vogliamo tutto – non si rassegna.

 

Inaugurazione:

Giovedì 15 dicembre 2016

ore 18.00

Contemporaneamente alla mostra viene presentato il secondo volume delle poesie

complete di Nanni Balestrini dal titolo Le avventure complete della signorina

Richmond (Edizioni DeriveApprodi) dedicato agli anni ‘70 e ‘80.

 

Vogliamo tutto

16 dicembre – 31 gennaio 2017

Fondazione Mudima

Via Tadino 26, Milano

Orario: dal lunedì al venerdì

ore 11-13, 15-19

Ingresso libero

 

 

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