Come si evince dal nome del locale, la cucina è essenzialmente di mare.
Il patron, Gabriele Tasinato, impara a conoscere il pesce lavorando per anni nel commercio dei prodotti ittici e quando incontra Maurizio Di Prima, già sous-chef del bistellato Sadler e Giacomo Marchesi, responsabile di sala, nasce e si realizza il progetto Nassa, vale a dire aprire un ristorante piccolo e accogliente dove servire pesce pescato, per cui non di allevamento.
Oggi Nassa Osteria di mare è il posto dove vivere un’esperienza gastronomica molto particolare. La carta elenca pochi piatti, ma tutti curati. La mano dello chef si muove sicura: piatti ben disegnati, sapori che riproducono quelli originari, accostamenti armonici di materie prime. In alcuni piatti gli ingredienti sembrerebbero troppi, quasi fossero piccoli saggi autoreferenziali. Ma in ogni caso, si tratta di portate di grande piacevolezza, di più che buon valore gastronomico. Un piatto da provare è il pesce crudo secondo mercato, un piccolo capolavoro dove la maestria e il buon gusto dello chef, si esprimono con accostamenti talvolta apparentemente azzardati, ma che seducono il palato. Notevoli sia per lo spessore aromatico, sia per i giochi di consistenza, le tagliatelle nere ai frutti di mare e verdure. Il pagello in salsa rivela oltre la freschezza del pesce anche una cottura ben eseguita. Il cuoco per cucinare alcune preparazioni utilizza le basse temperature come nel caso del merluzzo nordico. Ghiotti dolci. Carta dei vini non chilometrica, ma ben mirata. Tutti i piatti sono serviti anche in mezze porzioni. Inoltre volendo portare una propria bottiglia da casa (avvisando telefonicamente), prassi che qui è ben accetta, il corkage fee, ossia il costo della stappatura e del servizio del vino, è di soli 5 euro. L’occasione giusta per portare al ristorante quella bottiglia importante che non ci decidiamo mai di stappare.