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Il Ristorante Don Lisander a Milano è da sempre considerato un’istituzione per i suoi squisiti piatti di cucina milanese. Il nome, va da sé, è l’essenza della massima espressione letteraria meneghina, Don Lisander, infatti, era l’appellativo con cui veniva chiamato dai suoi concittadini Alessandro Manzoni che aveva il suo palazzo affacciato su Piazza Belgioioso, proprio a pochi passi dal ristorante.

Ospitato all’interno della dimora storica Casa Trivulzio e del suo patio che si affaccia su uno dei giardini più suggestivi della città è da sempre il luogo d’incontro preferito dall’alta finanza, dall’imprenditoria, dal mondo dello spettacolo e dai giornalisti.

Dal 2014 il suo nuovo patron è Stefano Marazzato, proveniente da una famiglia di imprenditori, da molti anni nel mondo del lusso, ha scelto il Don Lisander per la sua storia e la sua importante tradizione ed ha deciso di dare un tocco innovativo, pur mantenendone l’identità, sia agli ambienti che sono stati rinnovati con elementi di design contemporaneo sia alla cucina capitanata dal giovane e promettente chef Filippo Cavalera, che oltre ad interpretare egregiamente i piatti della tradizione milanese, stupisce in egual modo con le sue declinazioni innovative dagli accenni internazionali.

Mercoledì 23, una cena speciale è stata dedicata alla sua cucina di innovazione alla quale sono stati abbinati i vini della casa vitivinicola Conte Vistarino Tenuta di Rocca de’ Giorgi.

La serata si è aperta con un Paté di fegatini di selvaggina da piuma e pan brioche: ( foto 1 ) una scultura di cubetti di paté di fegati d’anatra, d’oca e di piccione royal perfettamente eseguiti, alternati a gelatine di lamponi, mirtilli e arance rosse in abbinamento, hanno creato un mosaico di sapori da costruire di volta in volta in un gioco di piacevoli alternanze gustative, accompagnati da un croccante pan brioche. Vino in abbinamento: Pinot Nero Metodo Classico Rosé Saignée della Rocca Magnum – Conte Vistarino ( foto 2 ), di un bel colore ramato e un perlage fine con sentori di rosa e frutti rossi.

Hanno seguito i Ravioli di ossobuco ( foto 3 ): ripieni di una setosa crema di riso Carnaroli invecchiato allo zafferano e adagiati su una gustosa salsa di ossobuchi, un piatto dai rimandi storici e dal gusto molto delicato. Vino in abbinamento: Pinot Nero Bertone 2015 – Conte Vistarino ( foto 4 ), ben strutturato, dai ricchi sentori di confettura di mirtillo, pepe e piacevoli tracce di mandola amara.

Petto d’anatra con cipolle borettane glassate caffè e animelle ( foto 5 ), un secondo squisito, dagli echi lontani, l’anatra laccata ed accompagnata da un jus di vitello di quelli che si fanno ricordare, in perfetto abbinamento il Pinot Nero Pernice 2013 – Conte Vistarino ( foto 6 ): una bellissima espressione di Pinot Nero dal ricco bouquet di sentori che spaziano dalla viola passando per la confettura di frutti rossi fino all’incenso, molto elegante, morbido e dai tannini setosi.

Ha concluso la serata il dessert Mezza sfera di cioccolato e castagne ( foto 7 ): un buon crumble alla castagna e una coulis ai frutti di bosco accolgono una croccante cupola di cioccolato fondente al 70% che nasconde una golosissima crema di castagne: da chiedere il bis. In abbinamento: Sangue di Giuda Costiolo 2017 – Conte Vistarino: morbido, elegante e dalla dolcezza delicata.

Con questi presupposti enogastronomici le stagioni del Don Lisander si annunciano ottime.

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