Skip to main content

Sostengo da tempo che per apprezzare veramente un piatto e farne nutrimento, non solo per il corpo ma anche per lo spirito, si debba essere curiosi e affamati di cultura, di storia, di tradizioni e di sapere. Per questo ho particolarmente apprezzato l’iniziativa della Regione Toscana che è in corso proprio in questi giorni e che celebra un antico piatto marinaro con una bella ma semplice storia, la Trabaccolara.
Per cominciare diciamo che questo buffo nome deriva da “trabaccolo” che era un tipo di barca da pesca oggi un po’ in disuso, i pescatori che la utilizzavano in mare, erano chiamati “trabaccolari” e non erano viareggini, o almeno non lo erano in origine, provenivano da San Benedetto del Tronto e migravano dall’Adriatico verso il Tirreno in cerca di acque più pescose. In molti si fermarono a Viareggio formando una comunità e, in seguito, molte famiglie.
Storie dei nostri bisnonni, storie di un’Italia povera ma ricca di buona volontà, e con il bisogno di vendere i proventi della pesca, fatto salvo il pesce che nelle manovre rimaneva impigliato nella rete o quello che era troppo piccolo di taglia, insomma quella “misticanza” ittica che ha poco appeal sul mercato ma che è ricchissima di tutti i nutrienti e tutto il sapore del miglior pescato.
Allora a bordo, dopo le fatiche, si pulivano, si tagliuzzavano e si facevano saltare nella padella questi “pesci dimenticati”, si univano a qualche cipolla e qualche pomodoro che nella cambusa non mancavano mai, e si condiva la pasta con questo ragù, vero e proprio antesignano della cucina di recupero e sostenibile tanto ricercata ai giorni nostri.
E venendo ai giorni nostri, il 27, 28 e 29 settembre sono stati scelti come Trabaccolara Days, con un centinaio di ristoranti di Vetrina Toscana e alcuni ristoranti storici di Milano e Liguria, che proporranno la Trabaccolara interpretata da cuochi e chef, con la possibilità di ricevere un piccolo ma prezioso libretto curato dal giornalista e scrittore Corrado Benzio ricco di annedoti e storie, come quella di Andrea Palestini che, nipote di trabaccolari arrivati da San Benedetto del Tronto, è diventato sindaco di Viareggio e quelle di tanti personaggi famosi.
Il progetto è sostenuto dalla Fondazione Banca del Monte di Lucca ed è curato da Regione Toscana, Unioncamere Toscana e Vetrina Toscana, il programma regionale che ha lo scopo di promuovere la rete di ristoranti e negozi alimentari che valorizzano i prodotti tipici e le realtà territoriali. Per accedere all’elenco completo dei ristoranti cliccare qui.

 

Articolo di: Clara Mennella

Di questo Autore