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AGGIORNAMENTO 6 NOVEMBRE: DINETTE PRESENTA IL PRANZO DELLA DOMENICA IN TRATTORIA. Tutte le domeniche dalle 9 alle 18.

Da oggi, domenica 6 novembre, Dinette apre anche la domenica a pranzo con un ricco menu ispirandosi, come sempre, alla cucina di ringhiera. Le formule sono: 35 euro il menu completo di sei portate; 25 euro l’antipasto e un piatto; 15 euro i piccoli. Se si sceglie il menu competo i piatti vengono portati nel centro del tavolo (da 2, da 4. da 6….) in condivisione,  con la possibilità di replicare le preparazioni che sono più piaciute. Il menu cambia settimanalmente, per cui ogni domenica le proposte sono diverse, coerenti con la stagionalità. Abbiamo provato salumi con nervetti, fagioli, sedano croccante (nella foto) e gnocco fritto come antipasto; risotto con la zucca, taleggio e burro d’alpeggio aromatizzato alla salvia; pappardelle con ragù di salsiccia; polenta morbida con stracchino; polpettone alla siciliana di casa Russo; dolci del Pessina al banco (torte, tiramisù, panna cotta). La cucina si conferma corretta coerente con il concetto di ringhiera, ossia sostanzialmente casalinga, senza fronzoli, autentica, con sapori schietti, senza contaminazioni forzate riproducendo in questo modo il pranzo della domenica canonico che si condivideva nella ringhiera. Buone etichette in cantina. 

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Dinette ha compiuto in settembre un anno che ha festeggiato con una serata di musica e assaggi come raccontato qui.

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Le case di ringhiera, un tempo popolari, diventate ora, opportunamente ristrutturate, ambite per il fascino d’antan e spesso l’ubicazione, definivano alcuni quartieri delle città industriali dei primi del Novecento. Il piano di una casa di ringhiera, quantomeno a Milano, era una sorta di comunità: si condividevano gli spazi per apprendere il bucato, i servizi igienici in fondo al ballatoio, l’ingrediente che mancava all’ultimo momento, ma anche i piatti cucinati in una sorta di sharing, per cui se un inquilino preparava pasta e fagioli, un assaggio arrivava anche ai suoi vicini. Dinette cucina di ringhiera, è un ristorante che si ispira a questa modalità proponendo una carta serale per buona parte composta da mezze porzioni intitolata “Le mezze del ballatoio”, per permettere di assaporare più piatti, ma in cucina non c’è la sciura Maria, bensì un cuoco professionista: Pancetta stufata con olio e limone con il suo crostino; Polpette al sugo; Tartare di fassona con le sue cosine…

I piatti a porzione intera sono elencati nelle sezioni Per intenditori (Ventresca di tonno sott’olio, Maccheroni al torchio con n’duja e stracciatella…) e Le ricette della festa (Linguine con le sarde, finocchietto, pan grattato, uvetta, Tagliata di manzo all’antica). La cucina vuole essere semplice, ispirata a preparazioni regionali, ma con alcuni preziosismi come il chuteny (di ringhiera) alla frutta tropicale che accompagna le scaglie di grana vacche rosse di 28 mesi, oppure l’accostamento stracciatella di bufala e bottarga per non dire delle cotture a bassa temperatura. Si tratta di una cucina attuale, di tendenza, in qualche modo prêt-à-porter giacché snella, agile, ricercata senza voler essere pretenziosa. La buona mano in cucina c’è e si vede già all’impatto visivo dei piatti. Tra Le mezze del ballatoio, le Sarde gratinate con pecorino, mollica, scaglie di mandorle, uvetta, sono un esempio di cottura corretta capace di esaltare la testura croccante della panatura e al tempo stesso la morbidezza dei filetti di pesce: piatto riuscito per l’equilibrio dei sapori, reso ancora più godibile dal gioco di consistenze croccante-morbido che è prerogativa dei buoni gratinati. Tra le porzioni intere elencate nella sezione Le Ricette della festa, ossia i piatti più importanti, sicuramente è da provare il Polpo croccante con crema di ceci, cime di rapa leggermente piccanti: il polpo ha una consistenza apprezzabile ossia soda senza essere tenace, e bene si associa alla cremosità dei ceci, quasi un humus, mentre vivacizzano l’abbinamento le componenti erbacee e piccanti delle cime. E’ un piatto ben costruito, concettuale, ma al tempo stesso immediato. Le portate sono servite con focaccia della casa. Da apprezzare nelle preparazioni la presenza di pochi ingredienti, propria degli chef che meglio padroneggiano la materia. Carta vini con poche etichette, ma va bene così. Dinette vuole essere un punto di riferimento dalla mattina alla sera, per cui le torte casalinghe possono rendere più ricca la prima colazione o costituire lo snack nel corso della giornata. E all’ora dell’aperitivo, per un bicchiere di vino da accompagnare con Le mezze del ballatoio.

Per due Le mezze del ballatoio più una porzione intera si spendono circa 25 euro.  

 

 

 

Le fotografie dei piatti si riferiscono a quelli descritti.

La foto del locale è di Andrea Martignano

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