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Il primo fine settimana di settembre, quest’anno coincide quasi con la fine del mese di agosto, in pratica con il rientro degli ultimi vacanzieri agostani e la riapertura della totalità degli uffici e degli esercizi.

Ma lontano dalle metropoli, nei tantissimi luoghi di produzione del vino e di coltivazione della vite, questo è il fine settimana che dà il via alla raccolta delle uve, start che varia a seconda del tipo di uva, del tipo di vino, della zona di produzione, dell’esposizione delle vigne, dell’altitudine e delle condizioni climatiche. Nel Conegliano Valdobbiadene si parte proprio la prima settimana di settembre con un anticipo di circa dieci giorni della raccolta, le condizioni climatiche del 2017 sono state caratterizzate, rispetto alla media del periodo, da temperature elevate e carenza idrica, un clima difficile ma che nella zona del prosecco, grazie alla morfologia del territorio, non hanno colpito duramente come altrove. I primi giorni di raccolta coinvolgeranno i territori più orientali e in particolare i vigneti più giovani. Si tratta dei primi grappoli che raggiungeranno il grado zuccherino ideale per la produzione del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG, il vino mosso fra i più amati al mondo prodotto con uve di Glera.

Nel Conegliano Valdobbiadene le caratteristiche del territorio, contraddistinto da pendii molto ripidi e da saliscendi difficilmente accessibili ai macchinari, impongono molte ore tra i filari sulle “rive”, per la raccolta “eroica” esclusivamente manuale dei grappoli. Innocente Nardi, Presidente del Consorzio di tutela del vino Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG ha dichiarato: “Siamo pronti ad affrontare il momento più importante dell’anno consapevoli dell’impegno che occorre da parte di ogni produttore per gestire tutti gli aspetti del lavoro, sia in vigna sia in cantina e della precisione con cui ogni azienda si appresta a superare i controlli e le verifiche necessarie a garantire la massima qualità del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG. Ma è proprio la cura che dedichiamo a ogni particolare che deve inorgoglirci e continuare a stimolare il senso di appartenenza al nostro territorio e alla nostra tradizione vitivinicola.”

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