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Si chiama Sarai, nome beneaugurante, futuro del verbo essere, il Marzemino in purezza, prodotto dalla Cantina San Michele, nelle sue vigne del Monte Netto, a quindici chilometri da Brescia.

Un piccolo monte, che supera appena i cento metri, dando vita ad un altopiano di quattro chilometri dove, miracolosamente, si è conservato un frammento di paesaggio agreste, fatto di boschi, campi di grano, vigne e cascine.

Nel tempo, il Monte Netto è diventato uno dei luoghi d’elezione del Marzemino.

«Sarai 2015, Capriano del Colle Doc Marzemino, è un esempio di quanto si può fare, partendo da queste uve – afferma Mario Danesi, titolare dell’azienda vitivinicola– è un vino accattivante, ma al tempo stesso misurato, di raffinata piacevolezza.  Un vino che seduce, coinvolgente,  su cui abbiamo lavorato molto, convinti, come suggerisce il nome, che possa crescere e stupirci. Il Marzemino che si coltiva sul Monte Netto ha caratteristiche proprie che dipendono dal tipo di terreno, calcareo-argilloso e dal clima più caldo».  

Sarai 2015 raggiunge i 13 gradi e si distingue per il gusto pieno e fruttato, capace di sprigionare un calore immediatamente percepibile.

Non a caso, il Sarai 2012 è stato premiato dalla Guida Oro i Vini di Veronelli 2015 con Il Sole che distingue le venti etichette segnalate per aver più “emozionato, stupito o rallegrato”.

Il Sarai è ottenuto attraverso una fermentazione a temperatura controllata che va dai 10 ai 15 giorni, viene poi lavorato in vasche di acciaio e affinato in vasche di cemento. 

È un rosso dal caratteristico color rubino adattissimo a grigliate e tartare di carne, grandi salumi, zuppe di mare e piatti di pesce al forno con salse.

La temperatura di servizio è tra i 16 e i 18 gradi.

La produzione media si attesta sulle quindicimila bottiglie.

 

Il cammino del Marzemino

«Versa il vino! Eccellente Marzemino…» così Don Giovanni qualificava il vino che accompagna il suo insaziabile desiderio di seduzione.

Pochi prodotti hanno rubato la scena come il Marzemino. Ma da dove viene il vitigno, comparso in Italia intorno al XV secolo nelle campagne intorno a Brescia e a Padova?

Sicuramente, veniva da Oriente, dal Caucaso dove forse, non a caso, si era arenata l’arca di Noè e piantata la prima vigna.

C’è chi sostiene che passò attraverso la Carinzia, al seguito dei mercenari al soldo della Serenissima e chi sposta la rotta a sud, seguendo il rosario delle grandi isole mediterranee, Rodi, Cipro, Creta dove si coltiva il Verzami che ha alcune parti del dna in comune con il Marzemino.

L’origine veneta, attraverso gli scambi commerciali di Venezia, sembra scontata. Nel 1553, il Lando e il Gallo scrivono che il vino è originario di Bassano del Grappa.  Intrigante risulta la possibile etimologia del nome Marzerimen che, riferendosi alle granaglie di marzo, prende spunto dalla forma e dalle dimensioni degli acini: tondi, di dimensioni medie, ma un tempo più piccoli.

 

Nove etichette, settantamila bottiglie

La Cantina San Michele nasce nel 1980, frutto dell’investimento della famiglia Danesi che ha sempre diviso la propria attività tra l’industria e l’agricoltura. Nel 2010, è subentrata nella gestione la nuova generazione, rappresentata da Mario ed Elena. I due cugini, che si sono divisi i compiti occupandosi rispettivamente della produzione e della comunicazione, hanno abbassato l’età media dell’azienda a meno di trent’anni. Da quel momento, la strategia della Cantina San Michele ha puntato su due precisi obiettivi: mettere a frutto l’identità territoriale, lavorando a fondo sui vitigni già presenti come il Marzemino e la ricerca di nuovi vini, capaci di interpretare in maniera originale le potenzialità del Monte Netto. 

L’azienda si sviluppa su una superficie vitata di sedici ettari, in conversione biologica, suddivisi in quattro ettari e mezzo di Marzemino, quattro di Merlot, quattro di Trebbiano di Lugana, uno e mezzo di Sangiovese, uno di Chardonnay più due vigneti di mezzo ettaro ciascuno di Incroncio Manzoni e di Sauvignon.

Gli impianti sono a spalliera, con il Trebbiano di Lugana e il Marzemino allevati a guyot, mentre le altre varietà sono a cordone speronato.

La Cantina San Michele propone quattro vini rossi: Capriano del Colle DOC Rosso “Carme” (20.000 bottiglie); Capriano del Colle DOC Marzemino “Sarai” (15.000 bottiglie); Montenetto di Brescia IGT Merlot “Nubes” (6.000); Capriano del Colle DOC Rosso Riserva “1884” (6.000 bottiglie).

Tre i bianchi: Capriano del Colle DOC Bianco “Netto” (10.000 bottiglie); Vino Bianco “Corso” (6.000 bottiglie) e il Capriano del Colle DOC Bianco “Otten” (2.000 bottiglie).

Ci sono, poi, il Vino Rosso Dolce “M”, Marzemino Passito (2.000 bottiglie) e il Vino Spumante di Qualità “Belvedere Brut” (5.000 bottiglie).

Con le nove etichette proposte, compreso l’Otten, un vino fuori catalogo, la produzione annua si aggira intorno alle 70.000 bottiglie.

Cantina San Michele – Capriano del Colle, Brescia

8 etichette tra rossi e bianchi, compreso uno spumante Chardonnay in purezza, più un’etichetta fuori catalogo, 70.000 bottiglie e 16 ettari di vigneti, in conversione biologica, all’interno del Parco agricolo del Monte Netto. Un’azienda, diretta da due giovani imprenditori, che ha a cuore tanto l’identità dei vitigni del territorio quanto la ricerca di nuovi vini, capace di produrre sia un Marzemino Passito, l’M, sia un Marzemino freschissimo, il Sarai. Tra i bianchi si fa notare per complessità e originalità il Trebbiano in purezza Otten, vino fuori catalogo, prodotto in duemila bottiglie. + info.: www.sanmichelevini.it

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