La ristorazione giapponese a Milano è sempre più qualificata. Dall’approdo dei sushi bar che hanno fatto conoscere una cucina giapponese non elitaria e di nicchia, come invece proponevano i ristoranti storici che li hanno preceduti quali il Suntory e l’Endo, a oggi la crescita qualitativa è stata inarrestabile. Adesso rispetto a fine anni ottanta e novanta, il panorama è profondamente mutato. I ristoranti che hanno via via aperto hanno espresso una forte personalità dettata spesso da un cuoco talentuoso, come per esempio Nobu. Alcuni ristoranti hanno proposto il sushi in una nuova chiave di lettura, non più cioè molto easy, ma una portata in cui ogni pezzo ha una propria unicità in quanto rappresenta un piatto compito riassunto in un boccone, dove il riso è un supporto sempre più leggero. Si tratta di ristoranti giapponese innovativi e fusion. Tra questi Sushi B, di recente apertura, nel cuore di Brera che propone una cucina di alto livello. La location ha un prezioso dehors coperto, con pareti verdi di piante rampicanti, cui si accede salendo una piccola scalinata direttamente dalla strada: qui si trova la zona bar, dove poter gustare aperitivi sia classici, sia al sake con stuzzichini nipponici. Allo steso livello la sala del ristorante e una saletta, di fatto un privè. Al livello inferiore un’altra sala che comprende una barra sushi.
La carta è molto articolata e cambia a pranzo e a cena. Oltre a preparazioni di pesce ve ne sono di carne e anche piatti unici per chi non vuole rinunciare alla cucina di Sushi B ed è di fretta
La carta propone un imperdibile sushi creativo, otto pezzi che comprendono, tra gli altri, arcobaleno di tonno e branzino, wagyu tataki, ossia la carne giapponese dalla caratteristica marezzatura, la più nota delle quali è la Kobe, gamberi all’oro e via elencando. Ma prima si può cominciare con il carpaccio di cappesante con gamberi rossi di Mazara del Vallo, lamelle di lingotto di caviale e vinaigrette yuzo. Oppure con l’otsukori, ossia il sashimi come veniva chiamato ai tempi dei samurai. Chi ama l’anguilla qui la troverà magra, tenera e croccante al tempo stesso, insaporita di miso.
Lo chef non disdegna le cotture a bassa temperatura, come nel caso del petto d’anatra alle piccole verdure. Dolci fusion di alta pasticceria come Terra Bruciata, mousse al cioccolato al latte Jivarà, ganache di cioccolato affumicato, spugna di fagioli azuki, sorbetto cioccolato e yuzu. La carta dei vini è decisamente ampia, con una consistente sessione dedicata agli Champagne; molte etichette sono proposte anche al calice. Selezione di sake.