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Marco Pierre White The devil in the kitchen La vita dannata di uno chef stellato.

 

 

“Potremmo scomodare Marshall McLuhan, la mediologia e pure inventare i gender studies culinari, ma trenta anni prima degli imberbi e dei barbuti hipsterizzati, dei tatuati e delle blogger siliconate sui televisivi fornelli, lo status di chef star lo inventò suo malgrado proprio lui, MPW.” Andrea Petrini

 

Giunti Editore porta in Italia, con una preziosa introduzione scritta appositamente da Andrea Petrini,l’autobiografia dell’enfant terrible che ha creato lo chef contemporaneo.

Marco Pierre White è stato definito in mille modi: Pinturicchio della cucina, colui che ha trasformato la cucina nel nuovo rock del 2000, profeta del gastro-punk, anarchico pazzoide, leggenda vivente. 

Della sua cucina il New Yorker ha scritto che è un insieme di “creazioni sgargianti, con soprannaturale equilibrio” e il Times che è “appassionata come una lettera d’amore”. Prima di lui, l’alta cucina contemporanea come la conosciamo oggi – un’esperienza dei sensi e dello spirito, una forma di arte e un remuneratissimo business – non esisteva. E prima di lui non esistevano gli chef geniali, iracondi e venerati come rockstar. White – maestro dei più noti cuochi del mondo fra cui Gordon Ramsay, Heston Blumenthal, Mario Batali – è stato una figura unica: punto di rottura, rivoluzione, genialità.

Marco Pierre White is the original rock-star chef, the guy all of us wanted to be, dice di lui Anthony Bourdain.

In questa sua autobiografia – grande successo editoriale in Inghilterra, tradotto in tutti i Paesi di lingua anglosassone –White racconta la sua vita con tutte le ombre e con tutte le luci: dall’infanzia difficile all’adolescenza passata a Londra, dove si trasferì da solo seguendo il sogno di diventare chef, dagli anni del successo planetario al ritiro dalle cucine avvenuto al culmine della carriera per arrivare, in un capitolo scritto appositamente per l’edizione italiana, fino a oggi. Con lo stile che gli è proprio – elegante, appassionato, senza mediazioni –White catapulta il lettore in un turbine di episodi, emozioni, pensieri, sensazioni, raccontando la sua vita di uomo e di cuoco e descrivendo dettagliatamente la sua filosofia della cucina, il suo metodo creativo, l’organizzazione rigorosissima della sua brigata, la sua visione del cibo, della ristorazione, dei clienti, degli chef.,.

 

Gli autori

Nato a Leeds nel 1961, Marco Pierre White è stato il primo chef inglese (e il più giovane del mondo) ad aggiudicarsi tre stelle Michelin. Si è ritirato dalle cucine nel 1999 ma il suo impero gastronomico è in rapida espansione in tutto il mondo e non disdegna la Tv (Hell’s Kitchen, Masterchef Australia…). Vive nel West London con la moglie Mati e i loro tre figli. Ha un’altra figlia avuta dalla prima moglie.

A fine anni Ottanta James Steen lavorava come giornalista di cronaca scandalistica quando telefonò all’Harveys per parlare con White. Rispose un maître d’hôtel che, con marcato accento francese, cominciò a lamentarsi di quanto White fosse «un mostro, un pazzo, un incubo di datore di lavoro». Il maître d’hôtel, venne fuori più tardi, altri non era che lo stesso White. Il loro rapporto ebbe inizio quel giorno. Steen, giornalista freelance, vive a due passi da quello che allora era l’Harveys con la moglie Louise e tre figli.

 

Il libro si apre con l’introduzione di un giornalista che lo conosce MPW molto bene, Andrea Petrini (italiano osannato all’estero – Time lo definisce “divinità del cibo” – ideatore e animatore di www.gelinaz.com) e si chiude con 9 ricette originali di Marco Pierre White.

 

Con la collaborazione di James Steen

Prefazione di Andrea Petrini | Traduzione di Sara Reggiani

Giunti Editore | 412 pagine | 24 euro

in libreria dal 18 gennaio 2017

 

 

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