Per descrivere il Beermouth mi tocca scomodare due parole, tradizione e innovazione, che di solito accostate mi lasciano perplesso e propenso a pensare che l’oggetto del contendere sia in realtà solo un’accurata operazione di marketing.
In questo caso calzano invece a pennello per raccontare l’ultimo prodotto del Birrificio Baladin, l’azienda di Teo Musso, uno dei primi, storici produttori di birre artigianali, con sede a Piozzo (CN), nel cuore delle Langhe.
La tradizione è quella, tipicamente piemontese, del Vermouth, un liquore a base di vino, che sta tornando di moda dopo un lungo periodo di oblio.
L’innovazione è metterci una birra come base, e che birra: a Piozzo hanno optato per il loro capolavoro, la Xyauyù, una birra con una lunghissima maturazione e un processo molto simile al metodo Solera, per far si che l’ossigeno sia un potente alleato anziché un problema.
La scelta delle spezie, della loro miscela, il modo di lavorarle è stata fatta direttamente da Teo e dal team di esperti, Dennis Zoppi e Giacomo Donadio, che ha coinvolto in questo progetto.
Già qualcun altro, negli ultimi anni, ha fatto qualche esperimento sul tema birra e vermut, nessuno lo ha però fatto con continuità e soprattutto nessun birrificio se lo produce in casa.
Baladin ha registrato il marchio Beermouth, ne ha scritto un disciplinare e dall’esterno compra solo una piccola parte delle materie prime: tutto è fatto all’interno del birrificio. Ed è fatto anche molto bene, tra estrazioni a basse temperature o a ultrasuoni, con una ricchezza olfattiva e gustativa che richiama in effetti un buon vermut artigianale, ma dove la base birra ci mette decisa lo zampino e se ne discosta, andando oltre.
Tradizione e innovazione, in un elegante confezione, con il prodotto che si dimostra, meritatamente, al centro di tutto: anzitutto non si percepisce la nota vinosa, lasciando così spazio a un bouquet molto più ampio e intrigante, e ancora non si sente quella – spesso – fastidiosa dolcezza di caramello aggiunto che stanca un po’ sul finale di bevuta. Il Beermouth si dimostra molto ben bilanciato, tra aromi, corpo e sapori, nasconde in gran parte i suoi 19% Vol. di alcol, ed è molto interessante da solo e perfetto anche se usato in cocktail.
(Nella foto, al centro, Teo Musso tra Dennis Zoppi e Giacomo Donadio)
Articolo di: Andrea Camaschella