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Via Montenapoleone, è da sempre considerata il salotto di Milano, nata come Contrada Sant’Andrea, prende il nome attuale durante la dominazione francese. I suoi palazzi in passato hanno ospitato alcune delle grandi famiglie milanesi e molti personaggi illustri come Carlo Porta, Tommaso Grossi e Giuseppe Verdi che sembra avere scritto il Nabucco proprio in una dimora aristocratica della famosa via.

Alla fine del 1800, via Montenapoleone iniziò ad essere chiamata “ El Quartier de Riverissi”, in riferimento all’usanza dei signori milanesi di togliersi il cappello in segno di riverenza, per salutare le signore che vi risiedevano. Proprio a quell’epoca il lusso inizia ad affacciarsi con l’apertura di numerosi negozi importanti: antiquari, gioiellieri, come Buccellati, Faraone o Cusi il fornitore di Casa Savoia tuttora presente al civico 21, e alcune botteghe storiche come la Coltelleria Lorenzi, che ha da poco chiuso i battenti ma si è riservata una preziosa nicchia nella boutique di Larusmiani in cui è presente con il suo alto di gamma.

Dal 1960 diventa poi il punto di riferimento della moda italiana e come ricordava Franca Valeri in un famoso video dell’epoca: “Bisogna saperla lunga per capire questa strada, lo so io che sono milanese che lì, al primo piano, si nascondono le cure estetiche di mezza Milano bene e lì i più bei cappellini per bambini e lì le migliori calze per signora e non tutti sanno che quei due cosini lì in vetrina costano qualche milione, questa stradina di razza vien su trasandata come una principessa”.

Negli anni ’80, gli anni della “Milano da bere” e degli yuppies, la città diventa la capitale del lusso italiano, via Montenapoleone è all’apice del suo splendore, costellata dalle migliori boutique degli stilisti nazionali diventa il simbolo di uno stile di vita glamour che unisce moda, finanza, arte e design, ben narrato nel famoso e omonimo film di Carlo Vanzina del 1986.

Chi la frequentava ricorda che durante la settimana, all’arrivo delle signore dell’alta borghesia italiana le boutique chiudevano le porte a qualunque altro avventore mettendo il negozio a totale disposizione degli importanti e numerosi desiderata della cliente. Il sabato, la giornata dello shopping, si assisteva a una vera e propria sfilata dei visoni delle signore della Milano bene che la mattina si potevano incontrare a fare la spesa da Il Salumaio, storica gastronomia di lusso, con i migliori prodotti enogastronomici sul mercato e che è tutt’ora esistente, poco distante, nel bellissimo cortile di Palazzo Bagatti Valsecchi con la stessa indiscussa qualità ( ne abbiamo parlato qui) (foto 2 e 3).

Nel pomeriggio invece alla famosa Pasticceria Cova, rimasta nella sua sede storica grazie a un’oculata operazione finanziaria del gruppo LVMH, le signore dell’élite milanese, con un’educatissima prole al seguito, si ritrovavano per il rito del tè o della cioccolata. (Foto 4 e 5).

Negli anni ‘90 e 2000 sono poi arrivati i brand del lusso internazionale che a suon di rialzi si sono contesi le boutique con i brand italiani, i quali nonostante svariati traslochi lungo la via, hanno in larga parte resistito. Attualmente via Montenapoleone, è il simbolo del lusso italiano contemporaneo, nel cuore del quadrilatero della moda è meta prediletta per lo shopping di alta gamma soprattutto da turisti asiatici e russi, ma non mancano italiani ed europei. Con i suoi soli 359 mt di lunghezza e uno scontrino medio di 1.800 Euro è la via più cara d’Europa, riesce a tenere testa alle High Street Internazionali e produce il 12% del PIL di Milano.

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