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Alla guida della cantina c’è Alessandro Perini, un enologo appassionato che ha saputo rilanciare il marchio storico Romagnoli con una visione chiara: puntare su un’identità forte, basata su un percorso senza compromessi verso la qualità assoluta. Le cuvée del Metodo Classico della cantina nascono dalle uve accuratamente selezionate dei vigneti che si estendono sulle terre rosse di Villò di Vigolzone, un territorio unico che conferisce al vino caratteristiche inconfondibili. Il lavoro di Perini dimostra che la produzione di “grandi bollicine” non è esclusiva di aree tradizionalmente note come la Franciacorta o la Champagne, ma può emergere con successo anche nel Piacentino.

Il riconoscimento dei Tre Bicchieri a un Metodo Classico prodotto in quantità limitata, con poco meno di 10.000 bottiglie, rappresenta un traguardo significativo. Ma ciò che distingue veramente “Il Pigro Dosaggio Zero” è l’approccio rigoroso e metodico utilizzato nella sua realizzazione. Come spiega lo stesso Alessandro Perini, l’esperienza maturata in Franciacorta e in Champagne gli ha permesso di apprendere tecniche fondamentali: “Il segreto sta tutto nella vendemmia – le uve devono essere raccolte al momento ideale, quando sono al massimo del loro potenziale aromatico. Successivamente, la pressatura dev’essere eseguita con estrema delicatezza per estrarre solo il meglio del succo, quello che noi enologi chiamiamo il ‘fiore’ della spremitura È da questa parte più pura del mosto che nascono i sentori dolci e intensi che caratterizzano il vino “. Questa cura nella lavorazione consente di evitare le note amare che possono comparire quando si cerca di ottenere il massimo dal grappolo a scapito della qualità

Il riconoscimento dei Tre Bicchieri a un Metodo Classico prodotto in quantità limitata, con poco meno di 10.000 bottiglie, rappresenta un traguardo significativo. Ma ciò che distingue veramente “Il Pigro Dosaggio Zero” è l’approccio rigoroso e metodico utilizzato nella sua realizzazione. Come spiega lo stesso Alessandro Perini, l’esperienza maturata in Franciacorta e in Champagne gli ha permesso di apprendere tecniche fondamentali: “Il segreto sta tutto nella vendemmia – le uve devono essere raccolte al momento ideale, quando sono al massimo del loro potenziale aromatico. Successivamente, la pressatura dev’essere eseguita con estrema delicatezza per estrarre solo il meglio del succo, quello che noi enologi chiamiamo il ‘fiore’ della spremitura È da questa parte più pura del mosto che nascono i sentori dolci e intensi che caratterizzano il vino “. Questa cura nella lavorazione consente di evitare le note amare che possono comparire quando si cerca di ottenere il massimo dal grappolo a scapito della qualità

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