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Si è tenuta presso il ristorante Ceresio7 di Milano una verticale di Cuvée 1564, Progetto Erbamat Castello Bonomi. Presenti Carlo Paladin, responsabile tecnico, Roberto Paladin, responsabile commerciale, Luigi Bersini, chef de cave, di Castello Bonomi e Leonardo Valenti docente presso l’Università Statale di Milano e responsabile del Progetto Erbamat. Il professor Valenti ha spiegato che negli anni novanta l’Università promosse una ricerca allo scopo di recuperare vecchi vitigni da vinificare per valorizzare l’ampelografia del territorio.

Dopo una meticolosa selezione furono individuate alcune uve, a dire il vero poche, che presentavano un qualche interesse, tra queste la più promettente era l’erbamat vitigno autoctono bresciano citato da un agronomo nel 1564. Il Consorzio di Tutela della Franciacorta, affidò a Leonardo Valenti uno studio di questo vitigno di elevata acidità e di maturazione tardiva, per valutarne le caratteristiche e il possibile impiego anche in considerazione dei cambiamenti climatici che hanno di fatto portato ad anticipare le date delle vendemmie. Inoltre, in un contesto viticolo che vede l’impiego di vitigni internazionali, erbamat rappresenta la viticoltura del territorio.

Dieci anni fa cinque cantine franciacortine, Castello Bonomi, Barone Pizzini, Guido Berlucchi, Ronco Calino, Ferghettina, decisero di aderire al progetto di recupero e valorizzazione di erbamat.

Nel 2010 Castello Bonomi ha portato a termine il primo esperimento sovrainnestando il vitigno; nel 2011 la cantina ha dato il via alla prima vendemmia e alla prima vinificazione e parallelamente ha svolto una costante ricerca per trovare gli accostamenti migliori tra erbamat, chardonnay e pinot nero. Vinificato in purezza il vino ottenuto ha una pronunciata acidità oltre a note aromatiche dichiarate. Unire erbamat al Franciacorta significa meglio definirlo rispetto allo Champagne. I risultati migliori si ottengono da cuvée in cui il vitigno rappresenta il 30-40 per cento. La sua presenza permette di abbassare il ph e di aumentare l’acido malico senza quindi procedere con la fermentazione malolattica.

Vinificato in purezza è definita da sentori di erbe aromatiche, caratteristica che troviamo accentuata nella produzione del Castello Bonomi perché i vitigni si trovano nella fascia meridionale, per cui più calda, della Franciacorta. Nel 2011 è nato  Cuvée 1564 prodotto con erbamat presente in percentuale compresa tra il 32% (2011 e 2014) e il 38% (2012-2013),  mentre le restanti uve, chardonnay e pinot nero, sono utilizzate in pari quantità.  Dopo la pressatura soffice, fermentazione e successivo affinamento  avvengono in acciaio. I vini sono mantenuti sui lieviti sino alla primavera successiva senza compiere la malolattica. La presa di spuma in bottiglia si protrae per 48 mesi. Pur con le differenze  che si riscontrano d’annata in annata, Cuvé 1564 possiede colore paglierino con riflessi verdi. Al naso si colgono profumi di fiori bianchi, note agrumate e di ananas. In bocca si evidenzia la spalla acida conferita dall’erbamat che accompagna complessità, note minerali e buona persistenza.

Alla degustazione ha fatto seguito un pranzo che ha avuto per protagonisti Cuvée Lucrezia Etichetta Nera e  CruPerdu 2011.

Cuvée Lucrezia è prodotto unicamente con uve pinot nero pressate sofficemente; il vino riposa 8 mesi sui lieviti prima della spumantizzazione in bottiglia per una durata di 70 mesi. Segue un altro periodo di affinamento dopo la sboccatura. Di colore paglierino, non passano inosservate le fini e continue bollicine che percorrono il calice. Al naso i lieviti si colgono come sentori di pane appena sfornato che si uniscono a ricordi fruttati anche di agrume. In bocca è cremoso, complesso dotato di buona acidità, con nuance sapide e importante persistenza.

Cruperdu 2011 nasce da una prevalenza di uve chardonnay (70%) e pinot nero (30%). Dopo la pressatura soffice la fermentazione avviene in acciaio e in legno. La presa di spuma in bottiglia ha una durata di 72 mesi. Nel calice riflette colore paglierino con bagliori verdini e bollicine fini e costanti. Il profumo ricorda note di fiori bianchi, di mela, con sentori tostati ed erbacei. In bocca è morbido senza rinunciare a una buona spalla acida, con ricordi minerali e lunga persistenza.

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