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Alessandro Perini, enologo, AD presso Cantine Romagnoli non ha voluto rinunciare al Vinitaly, la grande kermesse del vino di portata internazionale che si tiene ogni anno nel mese di aprile a Verona. Pertanto a tutti i contatti che avrebbe ospitato nello stand della fiera veronese ha inviato un cadeau composto da vini, Parmigiano Reggiano e Coppa Piacentina. Sì, perché al Vinitaly, come sempre, avrebbe presentato le novità della cantina tra una scheggia di formaggio e una fetta di salume.

Abbiamo fatto una chiacchierata sul Vinitaly mancato con Perini attraverso una video call (foto 1) organizzata dall’agenza di comunicazione Multimedia.

Cantine Romagnoli è una storica realtà piacentina di Villò di Vigolzone, località vicina alla più nota Grazzano Visconti di cui abbiamo scritto qui. Sorta a fine Ottocento ha attraversato nel secolo scorso alterne vicende sino a ritrovare più recentemente un assetto promettente, teso a conseguire la qualità, come la produzione attuale mostra. Il repertorio vinicolo conta circa 20 etichette distribuite in sei linee delle quali una dedicata agli spumanti Metodo Classico con tre referenze.

A proposito di VinitalyPerini fa subito una precisazione: se una volta i produttori arrivavano a Verona con tanto di vini in quanto la fiera era anche un mercato, oggi i contratti si firmano al Prowein,  ossia a Dusseldorf, è li che avvengono le contrattazioni commerciali. Vinitaly ha negli anni assunto un’altra valenza. E’ la fiera in cui si presentano le novità e le nuove annate. E’ l’evento dove il vino italiano è messo sotto focus. E’ anche un momento conviviale dove si incontrano gli operatori degustando le novità accompagnate con prodotti tipici della propria regione. Ed è tale convivialità mancata un’occasione persa.

Da qui l’idea di Perini di portare alle tavole dei suoi referenti i vini delle Cantine Romagnoli e i prodotti del territorio. Come dire, una sorta di Vinitaly delivery. Pertanto Perini sottolinea come se Dusseldorf è il luogo dove si fanno gli affari, Verona ha messo sempre più in luce l’aspetto culturale della fiera. E’ l’ambito in cui si può parlare, dove cioè, non dovendo perdersi in trattative, si ha più tempo per confrontarsi, scambiarsi opinioni, parlare per esempio di sostenibilità e delle molteplici tematiche inerente alla realtà enologica. Molti visitatori sono interessati a sapere cosa sta succedendo nella cantina, le novità.

Ma come saranno i prossimi Vinitaly? “Se dovremo convivere con Covid” spiega Perini “occorrerà contenere la folla. Probabilmente diventerà una fiera unicamente per operatori che visiteranno i vari stand su appuntamento in modo da evitare gli affollamenti”. E le mascherine? “La mascherina per quanto riguarda il dialogo, pone dei limiti in quanto non si possono cogliere le mimiche facciali, talvolta involontarie, che permettono di capire meglio l’interlocutore. In merito preferisco una barriera di plexigas. In ogni caso Covid ci ha insegnato l’importanza dei rapporti sociali che ci ha fatto mancare.”

Così come al Vinitaly si degustano le nuove annate, nella nostra video call Perini ci ha presentato lo spumante Metodo Classico Il Pigro Dosaggiozero annata 2015 (foto 2 e 3).

Premessa: l’Azienda dispone di 40 ettari vitati posti ad altitudini comprese tra 190 e 230 metri di altitudine e circa 5 anni fa ha dato inizio alla conversione al biologico. E’ un cammino che porta a considerare l’ambiente e la natura con una visione della sostenibilità a 360 gradi. E’ inoltre in atto una sperimentazione di vigneti senza l’intervento dell’uomo. Veniamo allo spumante. Perini premette che sono stati allestiti spazi più ampi dedicati agli spumanti Metodo Classico.

La cantina è interrata a sette metri di profondità e mantiene una temperatura costante tra 12 e 18 gradi. Grazie all’interramento i processi avvengono per caduta naturale, ossia utilizzando unicamente la forza di gravità. Ciò permette un risparmio energetico in linea con la scelta della sostenibilità. In agosto sarà operativo un nuovo magazzino per gli spumanti con capacità di 100 mila bottiglie, ossia il doppio di quella attuale. Tale ampliamento non è mirato a un aumento della produzione, ma a un prolungamento del periodo di presa di spuma al fine di ottenere bollicine molto fini e valorizzare la persistenza aromatica. Grazie a questo ampliamento il riserva rimarrà sui lieviti 5-6 anni.

Per la produzione di Il Pigro Dosaggiozero 2015 le lavorazioni nel vigneto sono anticipate in quanto la potatura avviene prima e non dopo la invaiatura; si procede cioè con la scacchiatura che consiste, dopo aver individuato i germogli migliori, nel sopprimere gli altri oltre ai getti infruttiferi ossia i cacchi. Il Pigro 2015 nasce da un’annata con un buon andamento climatico. La vendemmia è avvenuta a metà agosto.

La degustazione
Il perlage è molti fino grazie all’affinamento avvenuto in seguito alla degradazione delle pareti dei lieviti che liberano sostanze le quali influenzano la dimensione delle bollicine producendole più piccole.
Il Pigro è ottenuto da 70% di pinot nero e il restante 30 % di chardonnay di vigneti di proprietà.

E’ vinificato in acciaio con fermentazione del mosto a temperatura controllata per 15-20 giorni. La presa di spuma si protrae per 36 mesi e al momento della sboccatura è rabboccato unicamente con lo stesso vino. Nel calice presenta spuma cremosa composta da bollicine minute; il colore è giallo paglierino; si riconoscono sentori di crosta di pane appena sfornato, ricordi fruttati, pasta di nocciola e in qualche modo sorprende come caratteristiche tipiche dello Chardonnay si evidenzino in modo così distinto nonostante che rappresenti poco meno di un terzo dell’uvaggio; il sapore è decisamente secco, intenso, ampio, armonico; è inoltre fresco, minerale, avvolgente con lungo finale.

La strada spumantstica è ben delineate, il prodotto c’è. A questo punto attendiamo Il Pigro Riserva.

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