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I fratelli Girelli, hanno presentato alla stampa allo Spazio Romito di piazza del Duomo di Milano, due Lugana dell’Azienda Montonale di diverse annate (foto 1). l’azienda prende il nome da borgo Montonale, nell’entroterra di Desenzano del Garda in cui ha sede, a sottolineare il forte legame che ha con il territorio. Gode di un clima particolare se si considera che è la fascia più a nord in cui si coltivano gli agrumi. La storia della cantina comincia ai primi del Novecento quando il bisnonno degli attuali proprietari dissodò due ettari di terreno destinati al foraggio per convertirli alla viticoltura realizzando così il sogno di produrre un proprio vino. Gli anziani raccontavano che il profumo del mosto della turbiana. l’uva della Lugana, fosse così intenso da attirare l’attenzione del vicinato. E qui cominciò la storia vinicola della famiglia Girelli che produceva vino in cisterna da vendere ad altre cantine della zona. Per una serie di vicissitudini l’attività viticola rischiò di cessare e solo nel secolo attuale i tre fratelli ricominciarono da zero, ma con la volontà di produrre un vino di alto profilo qualitativo, da imbottigliare solo quando rappresenta al meglio il territorio dando il via a un lavoro di valorizzazione e di riconoscibilità varietale.

In sincronia perfetta Roberto, Claudio e Valentino (foto 2), tutti e tre laureati con studi specifici, conducono l’azienda ciascuno in base alle proprie competenze: Claudio (a destra nella foto), il fratello maggiore, laureato in economia e commercio segue la parte amministrativa e commerciale; Roberto (nel centro) è l’enologo; Valentino (a sinistra), segue la parte agronomica. Ciò consente ai Girelli di essere garanti di tutto il processo produttivo dalla potatura all’imbottigliamento e la cura anche del più piccolo particolare in ogni singolo passaggio alla fine fa la differenza.

Ha presentato i vini Roberto, il “cantiniere” in qualche modo predestinato, in quanto da bambino il padre e lo zio lo nominarono scherzosamente capo cantina, e ciò ha segnato in modo indelebile il suo futuro in quanto prese molto sul serio l’incarico. In degustazione due Lugana, Montunal e Orestilla da sole uve turbiana, entrambi rappresentati da tre annate.

Montunal è il vino più rappresentativo dell’azienda. Infatti considerato che la produzione aziendale è di 100 mila bottiglie da 25 ettari di vigneto, 75 mila sono di Montunal. Si tratta di un blend di più vigneti, e di altrettanti vini vinificati separatamente assemblati poco prima dell’imbottigliamento, dopo un affinamento di sei mesi in acciaio sulle fecce. La fermentazione ha luogo utilizzando lieviti indigeni. L’azienda dispone di più ceppi di lieviti indigeni che entrano in simbiosi e ognuno comunica una marcatura caratteristica così da conferire maggiore ampiezza al vino.

La vinificazione ha luogo senza contatto del mosto e del vino con l’ossigeno e ciò permette di utilizzare bassi quantitativi di solforosa, massimo 60 mg / litro. I tappi utilizzati sono monopezzo di sughero in quanto il sughero è un materiale naturale che consente una cessione di ossigeno graduale e calibrata. Gli zuccheri, rispetto al mondo dei vini bianchi, sono modesti, 3,5-4,5 g / litro, per avere un prodotto il più autentico possibile in una visone identitaria e reale. Ciò perché gli zuccheri possono mascherare o ingrassare i vini i quali finiscono per perdere i caratteri territoriali diventando banali.

Le annate:

2017

E’ stato appena imbottigliato. L’acidità in questa fase quasi tagliente bene rappresenta la mineralità e la freschezza dei suoli. E’ un bianco molto minerale, con una bella acidità utile sia per l’invecchiamento sia per apprezzarlo in abbinamento con certi piatti anche grassi. E’ floreale, con profumi giovani, di origine fermentativa, freschi, cui si uniscono ricordi di frutta a pasta bianca colta ancora un po’ acerba come la bianca di pesca.

2015

Andamento climatico simile al 2017, estate siccitosa e calda. L’impatto del comparto aromatico si differenzia da quello del 2017 in quanto si colgono profumi di frutto maturo, complesso, pulito, con netti sentori di pesca matura, succosa, senza rinunciare a una buona acidità che caratterizza i vini del territorio. Al gusto si avverte la mineralità. Da notare come la Lugana, considerata vino da bere giovane, con l’affinamento acquisisca maggiore complessità ed eleganza.

2011

Annata equilibrata, con primavera calda, , estate nella norma e settembre caldo e asciutto. Nel vino oltre alle note di frutto maturo si evidenzia la terziarizzazione; la mineralità che si coglieva solo in bocca nel 2015, qui si evidenzia già nel profumo, e si riconosce, in particolare, la pietra focaia,

Orestilla è il nome riportato su un’arca marmorea dell’età romana scoperta in questa zona, probabilmente la proprietaria del terreno. Il vigneto ne ha mutuato il nome: misura due ettari e possiede caratteristiche uniche. Quando l’enologo assaggiava Orestilla, destinato al blend di Montunal, coglieva caratteristiche che si distaccavano totalmente da quelle degli altri vigneti. Da qui la scelta della vinificazione separata per esaltare le potenzialità con un affinamento più lungo, di 10 mesi sui lieviti, con il 30% in tonneau con doghe piegate al vapore e non con il fuoco in modo da non tostare il legno che in tal caso cederebbe al vino sentori di vaniglia e di tostato. La micro ossigenazione del tonneau comunica aromi e sapori che danno ricchezza e complessità al vino. In questo modo cambia la struttura sia in bocca, sia al naso e si evidenziano frutta matura, nota di miele e grandissima mineralità che contraddistingue tuti i vini dell’azienda.

Orestilla 2015, ora esaurito, è stato valutato dalla testata inglese Decanter miglior vino bianco varietale del mondo.

Le annate

2016

Grandissime potenzialità, finezza, eleganza, complessità molto intrigante. Vino fine, quasi esile, ma elegantissimo, raffinato. Ben espressa spalla acida, profumi floreali e di frutta matura, impressioni agrumate. In bocca pesca matura, mineralità e finale sapido con lunga persistenza.

2014

Colore giallo paglierino con riflessi dorati, è figlio di un’annata definita da un agosto piovoso e freddo seguito da un settembre soleggiato e caldo. Al naso impatto di frutta matura, note agrumate e ricordi di erbe officinali. In bocca freschezza accompagnata da mineralità con ricordi di ananas e di timo. Finale lungo e complesso.

2013

Annata diversa, più calda e piovosa in vendemmia. Si sente una nuance di botrite, ed è unico nel suo genere E’ succoso rotondo, fresco. Abbiamo chiesto a Roberto Girelli di raccontarci in due parole questo vino per certi versi unico (vedi video immagine 3).

E’ seguito il pranzo con i vini degustati in abbinamento ai piatti.

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