L’Asolo Prosecco Superiore Docg in breve
Guardando la mappa del Prosecco la denominazione Prosecco Doc comprende il Friuli Venezia Giulia e tutte le province venete escluse quelle di Rovigo e di Verona. All’interno di questa vasta zona vi sono due enclave dove è prodotto Prosecco Docg, ossia Conegliano Valdobbiadene e Asolo.
Il territorio asolano è formato da 18 comuni ed è posto in alta collina, dove si pratica una viticoltura definita eroica.
Per avere un’idea del peso produttivo delle singole denominazioni Prosecco basterà dire che nel 2019 la Doc contava 485 milioni di bottiglie vendute; Conegliano Valdobbiadene 92 milioni e Asolo 17 milioni.
I soci viticoltori, produttori del Consorzio sono circa 400 in un territorio di 2000 ettari, relativamente piccolo se si considera che l’estensione che raggiunge il Prosecco complessivo è di 35 mila ettari. Sono 400 i soci, dunque, ma gli imbottigliatori, ossia le etichette in commercio, sono circa 35. Ciò perché molti viticoltori, soprattutto piccoli quando non piccolissimi, conferiscono le proprie uve a cantine cooperative.
Per la particolarità territoriale c’è chi considera Asolo un cru del Prosecco.
Il Consorzio Vini Asolo Montello in un incontro con la stampa su piattaforma Zoom organizzato dall’agenzia di comunicazione Studio Cru ha illustrato la campagna di comunicazione intrapresa per promuovere l’immagine dell’Asolo Prosecco Docg. Presenti all’evento Ugo Zamperoni, presidente del Consorzio, Angelo Peretti responsabile alla strategia di comunicazione, Loredana Baldissera, segretaria del Consorzio; è intervenuto Michele Bertuzzo di Studio Cru per illustrare la campagna di comunicazione sui mezzi milanesi.
Dopo un restyling delle bottiglie dell’Asolo Prosecco Docg che ha visto l’adozione di un nuovo logo (immagine 3) e una nuova strategia di comunicazione, il Consorzio ha dato il via a una campagna di promozione del proprio vino.
Partita nella scorsa primavera, in pieno lockdown, la campagna vuole conferire la giusta visibilità alla denominazione Asolo che, tra quelle del Prosecco (Prosecco Doc e Conegliano Valdobbiadene Docg), è la più piccola, ma probabilmente la più vitale ed è quella che sta fornendo le sorprese maggiori. In vista delle feste natalizie il Consorzio ritiene che l’Asolo Prosecco possa rappresentare un trend grazie proprio alla sua vitalità, alla freschezza, e che possa rivelarsi un outsider rispetto a nomi più affermati, più blasonati.
Il Consorzio ha deciso, in vista di Natale, di sbarcare a Milano con una campagna pubblicitaria non eclatante, ma simbolica. La campagna si compone di 2 ambiti, uno visual e l’altro social.
Il primo si realizza con la sponsorizzazione di bike sharing: è stata sponsorizzata la stazione bike sharing Duomo (foto 1) che conta 180 biciclette, mezzo sempre più attuale in città grazie anche all’estensione delle piste ciclabili.
Accanto alle bici è stato scelto il mezzo eco frendly milanese per definizione, il tram, nella fattispecie due tram che girano per il centro sponsorizzati Asolo Prosecco (foto 2).
La campagna on-line sui social comprende Facebook e Instagram con contenuti che si sviluppano in tre fasi: una fase mostra il territorio con video, foto, immagini che raccontano Asolo; una seconda fase spiega come abbinare l’Asolo all’aperitivo fornendo indicazione su come realizarlo a casa, spiegando con slide come preparare un tramezzino o un finger food di accompagnamento; nella terza fase sono mostrate le etichette di Asolo Prosecco indicando dove si possono reperire.
Questa campagna raggiungerà altre città italiane con il link degli e-commerce dove è possibile acquistare le bottiglie.
Per la campagna è stata scelta Milano come prima città in quanto è la passerella ideale essendo un polo di primaria importanza per quanto riguarda tecnologia, moda, finanza ed è una vetrina sicuramente nazionale, ma anche internazionale.
L’Asolo Prosecco
L’Asolo è un Prosecco un po’ particolare, con una storia diversa da quella delle altre due denominazioni. Il territorio asolano è formato da 18 comuni, ed è posto in alta collina, dove si pratica una viticoltura definita eroica, ma in ogni caso particolare. L’altitudine, i pendii scoscesi, costringono a lavorazioni necessariamente a mano; viticoltura difficile, faticosa, spesso praticata per passione perché lavorare in situazioni così estreme è poco remunerativo. E’ una zona ventosa, ottimale per la salubrità dei vigneti, ma anche per la ricchezza aromatica dell’uva, in particolare della glera che è il vitigno del Prosecco. I venti, costanti, arrivano sia dalle Alpi sia dal mare, creando uno scambio termico che genera brezze continue che insieme con una significativa escursione termica tra dì e notte, favoriscono la formazione degli aromi delle uve. Vi è inoltre grande attenzione per la sostenibilità grazie alla biodiversità garantita da una zona che vede più boschi che vigneti e talvolta questi sono molto piccoli circondati dalla macchia.
Asolo è molto vicina a Treviso; cittadina d’arte considerata tra i più bei borghi d’Italia, ha un respiro totalmente veneziano. Guardando la mappa del Prosecco la denominazione Prosecco Doc comprende il Friuli Venezia Giulia e tutte le province venete escluse quelle di Rovigo e di Verona. All’interno di questa vasta zona vi sono due enclave dove è prodotto Prosecco Docg, ossia Conegliano Valdobbiadene e Asolo. Per avere un’idea del peso produttivo delle singole denominazioni basterà dire che nel 2019 la Doc contava 485 milioni di bottiglie vendute; Conegliano Valdobbiadene 92 milioni e Asolo 17 milioni. Per la particolarità territoriale c’è chi ritiene Asolo un cru del Prosecco. Nel nuovo logo si è voluto utilizzare il colore giallo (immagine 3) come quello delle case d’epoca di Asolo, che è il colore che i veneziani portarono su questi edifici durante la loro dominazione.
Il Consorzio
Nel 1985 nasce il Consorzio di quella che all’epoca era una sottozona del Prosecco. Nel 2009 quando prende il via la grande Denominazione del Prosecco Doc, l’Asolo diventa Asolo Prosecco Superiore Docg. Nel 2012 il Consorzio avvia un progetto di zonazione in un territorio che all’epoca era ancora piccolo in termini produttivi; nel 2014 nasce l’innovativo Asolo Prosecco Extra Brut, il primo Extra Brut Prosecco in assoluto. Successivamente sono stati prodotti Prosecco Extra Brut anche a Conegliano Valdobbiadene. Il primo trimestre 2020 Asolo aveva incrementato le vendite su base annua del 22%. Nei mesi successivi, nonostante la frenata Covid, l’Asolo ha mantenuto valori positivi. Dal 2013 al 2019 la produzione dell’Asolo Prosecco è passata da un milione e 100 mila bottiglie a, come visto, 17 milioni di bottiglie.
I soci viticoltori, produttori del Consorzio sono circa 400 in un territorio di 2000 ettari, relativamente piccolo se si considera che l’estensione che raggiunge il Prosecco complessivo è di 35 mila ettari. Sono 400 i soci, dunque, ma gli imbottigliatori, ossia le etichette in commercio, sono circa 35. Ciò perché molti viticoltori, soprattutto piccoli quando non piccolissimi, conferiscono le proprie uve a cantine cooperative. Il 60% della produzione è esportato principalmente negli Stati Uniti.
Le tipologie Asolo sono , Dry, Extra Dry, Brut, Extra Brut e una piccola produzione sui lieviti che sarà presa in considerazione come nuova tipologia dal disciplinare e andrà a sostituire la versione frizzante.
In tutto questo c’è la consapevolezza da parte del Consorzio degli elevati standard qualitativi dei propri vini, con soci storici che hanno seguito un percorso qualitativo fondamentale per la crescita del Consorzio stesso. .
Ruolo sociale del Consorzio
Il ruolo di un Consorzio ben gestito è più sociale che di marketing. Deve infatti garantire un equilibrio tra tutti i comparti della filiera che dal vigneto portano alla bottiglia.
Il prezzo dell’uva, del vino e quello finale della bottiglia, sono equilibrati, grazie agli strumenti di un buon governo consortile.
L’equilibrio di queste tre fasi assicura a ciascun comparto redditività e permette che giunga al consumatore un prodotto accessibile perché Asolo vuole essere una produzione d’eccellenza a un prezzo accessibile. Il Consorzio deve regolare la filiera che è fatta di viticoltori, trasformatori di uve e imbottigliatori. Queste tre componenti devono avere una marginalità economica, ossia un utile percentuale che sia omogeneo.
Se il primo moltiplicatore, quello delle uve, poniamo sia del 30 %, così devono essere anche gli altri. Se una componente ha una redditività molto più alta o più bassa delle altre, crea tensioni interne che non permettono alla Denominazione di crescere in maniera virtuosa. Un settore che va in crisi rende instabile tutta la filiera perché se è povero fallisce e cominciano a esserci aggressioni dall’esterno perché i vigneti costano poco, oppure le aziende non hanno margini economici e cominciano a essere aggredibili, oppure il vino costa troppo o costa troppo poco e allora viene espulso dal mercato. Un Consorzio ha nel proprio DNA l’obiettivo di dare una redditività equilibrata e fattori di crescita costanti a tutta la filiera: non è marketing, ma politica. ll Consorzio sviluppa un ruolo sociale molto importante perché le famiglie dei viticoltori, come nel caso di Asolo, rappresentano una componente numericamente importante della popolazione all’interno del territorio, e quindi la loro tutela è fondamentale.
L’identificabilità dell’Asolo Prosecco
Si parla spesso di indentitarietà dei vini con il territorio, noi preferiamo scrivere identificabilità, utilizzando cioè un sinonimo senza valenze politiche. Nell’Asolo il riconoscimento territoriale è molto chiaro a prescindere dall’etichetta, mentre in altre denominazioni si cerca innanzitutto il brand. In genere chi acquista vino cerca prima la marca, il nome della cantina importante, e poi la denominazione. In questi casi la marca è più identificabile della denominazione. Invece dovrebbe essere il contrario, ossia la denominazione il fattore principale, e la marca il fattore secondario. Chi acquista una bottiglia di Asolo non deve correre alcun rischio, deve sapere che va sul sicuro organoletticamente e anche nell’arco della sostenibilità. Lo Champagne è un illustre esempio: la maggior parte dei consumatori sceglie il suo stile, la sua identità stilistica legata alla denominazione e solo una piccola parte si orienta in prima istanza sulla maison produttrice. Asolo come denominazione vuole essere un cru del Prosecco. Il Prosecco in generale ha già una proprio identità: Asolo tende ad avere un’identità più forte: la marca è Asolo, ossia la denominazione. Nello specifico l’insieme dei fattori propri del territorio che come visto sono vento, glera e biodiversità, generano uno spumante dotato di grande freschezza, definito da sentori fruttati di mela croccante o di pera Williams e note floreali e sono queste caratteristiche a dare a questo vino la propria identificabilità territoriale.