Luca Monchiero (foto 1) ha presentato in un press lunch organizzato dall’agenzia di comunicazione PR Comunicare il Vino presso il ristorante illiberty Milano il Barolo Pernanno Riserva 2016, l’ultimo nato della cantina Monchiero.
Nel corso dell’evento sono stati proposti anche altri vini della maison. Luca e il fratello Stefano, la terza generazione, affiancano il padre Vittorio nella conduzione dell’azienda familiare, nata a metà del secolo scorso, nella grande tenuta Montanello su una collina nel centro di Castiglione Falletto.
L’Azienda
Qui, negli anni sessanta, spiega Luca Monchiero, il nonno e il prozio rilevano come mezzadri la tenuta, che comprende anche campi, seminati e bestiame. Da subito intraprendono vari lavori strutturali, costruiscono parte della cantina e convertono via via le colture preesistenti alla viticoltura. Producono principalmente Dolcetto. Sono anni in cui Nebbiolo e Barolo non hanno molto mercato. Sino al 1985 il Dolcetto rappresenta l’80 per cento della produzione. Sono contestualmente acquistati nuovi vigneti come il Pernanno, il Rocche di Castiglione e Quattro Filari, vicino ad Alba.
Nel 1985 viene lasciata la tenuta di Montanello, per dare vita a un’azienda di proprietà, quella attuale, sulle Rocche di Castiglione che mutua il cognome della famiglia, Monchiero. Negli anni che vanno dal 1986 al 1990 la cantina passa dalla produzione di Dolcetto a quella di Nebbiolo e Barolo perché richiesti dal mercato americano. E con il nuovo millennio i vini sono esportati anche in Francia, Germania, Nord Europa.
Oggi, con la terza generazione, è vinificato principalmente il nebbiolo: il Langhe Nebbiolo è il vero motore della cantina, con una produzione di circa 12mila bottiglie l’anno. Per quanto riguarda i Barolo, il “pezzo forte” è il Rocca di Castiglione, che nel 1986 è uno dei primi Barolo a riportare il nome del Cru in etichetta.
Nel 2016 si è aggiunto Pernanno. Quest’ultimo è una Riserva, e sarà di fatto l’unica dell’azienda. Dall’omonimo cru, che è suddiviso in zone omogenee, nasce anche il Barolo Comune di Castiglione Falletto. L’area di circa 3 ettari non è lineare per cui le vigne, collinari, godono di esposizioni, altitudini ed età differenti; pertanto Rocche di Castiglione e Pernanno nascono da uve con caratteristiche diverse.
Attualmente il vigneto aziendale si sviluppa su 11 ettari dei quali 9 ettari tra Castiglione Falletto e La Morra e 2 ad Alba e Treiso.
I vini in degustazione
Cinque i vini in degustazione, ossia un bianco, un Langhe Nebbiolo e tre Barolo dei quali uno, come visto, Riserva, che è al suo esordio (foto 2 e 3).
Quattro filari (foto 4)
È prodotto unicamente con uve moscato vinificate secco, ossia la fase fermentativa in acciaio è protratta sino all’esaurimento degli zuccheri. Il vino è quindi maturato in anfora Tava https://www.tava.it/it per circa 6 mesi, allo scopo di attenuare le parte del varietale dolce, e al tempo stesso per conferire maggiore struttura e acidità. Quattro Filari già dalla prima annata ha adottato il tappo a vite; attualmente è al terzo anno di produzione e sta evidenziando un interessante evoluzione con il protrarsi dell’affinamento. È un vino da aperitivo e adatto ad accompagnare portate di pesce e vegetariane. Produzione circa 1000 bottiglie. Prezzo al pubblico 14 euro.
Note gustative
Colore giallo paglierino con sfumature dorate.
Al naso il profumo è ampio e riproduce ricordi fruttati di pesca, nuance di mango.
In bocca è fresco, agrumato con sentori di pesca.
Langhe Nebbiolo 2020 (foto 5)
Di sole uve nebbiolo, tra le più tardive della tenuta, lo stile produttivo è tradizionale, con fermentazione con le bucce di 25 giorni. Dopo lo svolgimento della malolattica in acciaio, il vino è travasato in botte grande dove è elevato circa 6-7 mesi. È il vino della zona Langhe più venduto, con circa 40 mila bottiglie. Prezzo al pubblico 14 euro.
Note gustative
Possiede colore rubino intenso.
Ricordi fruttati di prugna e di ciliegia, note di pepe.
In bocca si rivela complesso senza rinunciare alla bevibilità.
Barolo del Comune di Castiglione Falletto 2018 (foto 6)
Sono utilizzate le uve delle parcelle collinari del Cru Pernanno meno elevate, di 240-250 metri di altitudine, dove dimorano le viti più giovani. I terreni sono strutturati, compatti, ricchi di argilla, e i vini che generano richiedono invecchiamenti più lunghi.
Prezzo al pubblico 30 euro.
Note gustative
Colore rosso rubino.
Al naso è fruttato, floreale con note agrumate e speziate.
Dotato di salda struttura, con tannini maturi bene intessuti e piacevole freschezza.
Barolo Rocche di Castiglione 2018 (7)
Si trova su un Cru dal terreno molto differente rispetto a quello del Comune di Castiglione, con una vena di sabbia e dà un Barolo più pronto con maturazione delle uve anticipata. Prezzo al pubblico 40 euro.
Note gustative
Colore rosso rubino tenue.
Possiede note di piccoli frutti non nuance agrumate e speziate
In bocca compensa la minore struttura rispetto al Barolo del Comune con una maggiore elegante, ed è fresco, armonico, con tannino maturo e persistente.
Barolo Pernanno Riserva 2016 (foto 8)
Le uve nebbiolo provengono dalla parte più alta dell’omonimo cru, circa a 300 metri di altitudine, dal un vigneto più vecchio, di circa 55 anni di età. Dopo la pigiatura le uve fermentano a una temperatura controllata di 23 °C per 28 giorni e macerano per 32 giorni. Il vino ottenuto è elevato in botti di rovere di 20 ettolitri, quindi è affinato in bottiglia per 24 mesi. Prezzo al pubblico 45 euro.
Note gustative
Di colore rosso rubino granato.
Al naso si riconoscono frutti di sottobosco e di rovo, note balsamiche e leggera speziatura.
In bocca si impone: è complesso, con una buona concentrazione, tannini presenti, ma non verdi; possiede il timbro dei Barolo di una volta che richiedono lunghi affinamenti per ingentilirne i tannini.
Politica prezzi
Come visto i Barolo Monchiero sono commercializzati franco cantina da 30 a 45 euro comprensivi di IVA, ossia a prezzi decisamente contenuti rispetto alla media di mercato. Una politica prezzi che permette di rendere i Barolo accessibili se non a tutti, sicuramente a molti, ed è un modo “democratico” per promuovere un vino e portarlo su più tavole possibili.
Conclusioni
Degustando le annate 2016 e 2018 si coglie uno stile di vinificazione mutato. Pernanno 2016 è un rosso relativamente concentrato, austero, che richiede tempo perché il tannino si ingentilisca. È un vino fedele alla tradizione degli ultimi decenni, in qualche modo impegnativo che non si svela in prima battuta. Per contro le etichette 2018 risultano decisamente più pronte, richiedono un minor invecchiamento, possiedono una tannino soffice, piacevole freschezza e sono caratterizzate da una pronta bevibilità in linea con l’attuale richiesta di mercato.