La Basilicata è conosciuta per i Sassi di Matera, per alcuni prodotti tipici e, nell’ambito vitivinicolo, per l’Aglianico del Vulture, vino rosso di grande statura. Sarà molto presto più conosciuta considerato che Matera sarà la Capitale europea della cultura 2019. Di fatto la Basilicata è una regione che non ha mai cercato visibilità, anche se ha molte frecce al suo arco. A cominciare dal suo passato vitivinicolo che la vede già produttiva quando arrivarono i coloni greci con le loro barbatelle. Ci sono anche precisazioni da fare, per esempio circa l’origine del nome lucanica, ossia la salsiccia chiamata anche luganega che è, come si evince dal nome, lucana. I greci quando sbarcarono trovarono proprio questo salume, cibo a loro sconosciuto, ottenuto insaccando nel budello la carne di maiale tagliata a coltello, per cui, volendo, anziché chiamarla salsiccia potremmo denominarla più dottamente lucanica. Il paesaggio della regione presenta molte analogie non solo con la Grecia e il Medio Oriente, ma alcuni castelli arroccati richiamano alla memoria ambientazioni nordiche come quella scozzese. La Basilicata enologica è ben rappresentata dall’Aglianico del Vulture, vino figlio di vulcano. Il Vulture si è formato più recentemente di altri e ha la particolarità di essersi formato nel profondo entroterra e non vicino alla costa. La presenza di una falda acquifera ha portato a sviluppare microclimi molto particolari dove la fascia fredda si trova in basso così che varietà arboricole come il faggio, solite a dimorare a elevate altitudini, qui radicano in una fascia più bassa mentre altre varietà che in genere prosperano ad altitudini inferiori, sul Vulture si trovano nella parte più alta. Ed è il Vulcano dormiente, che lascia gorgogliare acque minerali effervescenti, a essere la madre della viticoltura dell’Aglianico. Sono concentrati qui i pochi produttori del vino più celebrato della regione. Oggi a tutelarlo insieme con le altre Doc e con i prodotti tipici è l’Enoteca Regionale Lucana, ben rappresentata dal Presidente Paolo Montrone; un passo importante è spiegare al resto dell’Italia, e anche all’estero cosa sia la regione Basilicata, quali le doti, le capacità. Un passo importante è stato quello di portare a Milano vini, prodotti tipici, produttori e istituzioni scegliendo come proscenio una location tra le più prestigiose, ma anche simboliche, ossia Duomo 21, affacciata sulla piazza, cuore della città. Qui non solo si è parlato di Aglianico, che risulta fortemente imparentato con il pinot nero, ma anche delle altre realtà viticole lucane, sia autoctone, sia da vitigni importati come il delizioso Manfredi Bianco. Nell’incontro hanno preso la parola alcuni produttori e i Consorzi di tutte le Doc, talvolta micro realtà vitivinicole. In questo contesto si è aperto un banco d’assaggio conviviale, informale, dove erano i commensali a scegliere le etichette e a servirsene in accompagnamento sia ai prodotti tipici lucani, sia ai piatti strutturati che hanno composto il menu.
BASILICATA: PICCOLA REALTÀ, GRANDI PROSPETTIVE
