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Aggiornamento febbraio 2021

Empathy è la nuova drink list di Bob che rappresenta una svolta più intima e ancor più sofisticata, (forse generata dalla attuale situazione attuale che sta cambiando così tanto le abitudini), che ha portato il racconto del locale a modularsi su note molto delicate, ma allo stesso esteticamente ricercate, dove la tecnica e la grande esperienza di Cesar si uniscono per offrire, ancora una volta, una proposta di altissima qualità, concettuale e tecnica.

La nuova  drink list è si concretizza in un nuovo rituale che permette di dialogare in modo diretto con i clienti attraverso un linguaggio semplice, chiaro e sintetico, che si rivela dalle pagine del menu e svela i drink protagonisti della carta. Si riscontra subito una delicata leggerezza grafica, elegante che fa leva sulla sintesi delle parole incisive, e dalle tenui note cromatiche che riportano alle suggestioni estetiche del drink.

Anche il progetto iconografico (curato da Ost Design Comunicazione), si rifà e si sviluppa seguendo una personale interpretazione del concetto di empatia: rappresentando i nuovi drink, otto nuovi signature, come oggetti animati che diventano statue e dialogano con un ambiente architettonico inserito in un contesto formale minimale, spogliato di ogni elemento accessorio ( foto 12 e 13). Il tutto sembra immerso in un mondo onirico, ma in grado di comunicare la sinergia tra la forma, il contenuto e la tecnica di realizzazione dei drink, tutti nati dalla mente creativa di Cesar Araujo.

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BOB (foto 1) è un cocktail bar dove alla drink list si accosta la carta degli stuzzichini e di veri e propri piatti che però fanno da sfondo all’offerta del locale dove il bere miscelato è il protagonista. L’ambiente è caratterizzato da un sovrapporsi di ottone, ferro, mattoni, vetri anneriti, che ne determinano lo stile.
Ci sono tanti aspetti che ci portano ad apprezzare BOB grazie anche al percorso esclusivo che propone, attraverso un’esperienza quantomeno inconsueta.

Abbiamo parlato con Cesar Araujo (foto 2), head barman del locale; Cesar ci ha presentato una drink list insolita nella forma e nella sostanza. Sapori e aromi sono calibrati e mai troppo penetranti: ricordi latini (Cesar è peruviano) si mescolano con altri giapponesi, così da farci vivere, in alcune miscele, esperienze nikkei (la fusion della cultura gastronomica giapponese con quella peruviana); in altri mix Oriente e Occidente comprendono altre aree geografiche. Ma prima di entrare nel merito di alcuni cocktail va detto che la drink list dedica a ogni preparazione una pagina con la descrizione del cocktail e con un’immagine metropolitana notturna, una foto di strada. Avvicinando alla pagina lo smartphone (occorre scaricare l’app Aria) la foto si anima (video 3), le luci delle insegne lampeggiano, i rumori di strada si liberano nell’aria (nel video 4 la copertina della drink list).

Di fatto all’esperienza implicita del bere un cocktail si sommano le immagini pulsanti della drink list. A ogni cocktail è dedicata una pagina che lo ambienta. E’ la street art che si intesse con la mixology art: si tratta di un progetto innovativo, forte, coinvolgente, ed è sicuramente una esperienza da provare almeno una volta.

I cocktail di Cesar Araujo sono da assaporare con attenzione perché ogni particolare è estremamente curato non solo nella scelta degli ingredienti utilizzati, del calice o del bicchiere, ma persino del ghiaccio che è prodotto dall’hoshizaki (foto 5), la macchina giapponese che produce cubetti trasparenti, densi che si sciolgono molto lentamente così da non annacquare il cocktail.

Alle preparazioni oltre agli stuzzichini che propone la cucina si possono scegliere dim sum homemade che comprendono Bao e Dumpling (foto 6 alcuni dumpling). Ci sono anche piatti per chi volesse cenare: paste, pesce, carne, insalate, crudi. Non mancano i vini e non si contano le etichette dei distillati provenienti da tutto il mondo.

Abbiamo provato due cocktail in cui si evidenziano influssi latini e orientali.

Il primo è Desire (foto 7 video 8) che si ispira alla piña colada che conosciamo caratterizzata dal colore bianco impenetrabile. Qui ha un mood completamente diverso. Innanzitutto come si presenta: essendo chiarificata con la tecnica fat washing (in questo caso milk washing) è insolitamente trasparente. Inoltre il rum è sostituito con tequila e cachaça, che hanno aromi meno morbidi. I sapori, sono ingentiliti dalla tecnica washing e si complicano di sbuffi di tè matcha, nota nobile rafforzata da quella tesa dello Champagne che completa la bevanda.

Il Mai Tai ispira Malamente cocktail che utilizza il rum (foto 9 video 10). E’ anch’esso realizzato con la tenica del fat washing (milk) e comprende bourbon whiskey, rum, amaretto salato e uno sciroppo 5 Spezie (cannella, anice stellato, pepe di Sichuan, chiodi di
garofano, semi di finocchio) che porta in Oriente. Lo sciroppo avendo un diverso peso specifico galleggia sul cocktail senza mescolarsi ( il liquido rosso nella foto 9) e pertanto le nuance speziate rimangono separate conferendo al cocktail una maggiore ampiezza.

Questi e gli altri cocktail in carta li trovate qui.

Ma prescindere dalla presentazione della drink list sono gli equilibri degli ingredienti in cui i sapori e gli aromi si possono mescolare o rimanere separati, il côté che più ci intriga di BOB. Sono cocktail che si possono bere senza fretta proprio per la qualità del ghiaccio che alla fine rimane nel bicchiere appena smussato, bello da ammirare nella su trasparenza adamantina (foto 11).

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