Al Museo La Cité du Vin non aspettatevi ciotole e reperti, seppur la struttura del museo appaia come un grosso decanter dalle forme arrotondate e generose, accoglienti. Niente farebbe pensare a un mondo quasi surreale così tecnologico disposto all’interno, in una forma alquanto conosciuta per un gesto d’effluvio e scorrimento, vicino all’elemento acqua del fiume che gli scorre accanto.
La struttura riassume il movimento, del cielo, dell’acqua e della terra, indispensabili per la vite.
Una concezione bioclimatica performante fa si che il 70% del fabbisogno energetico venga soddisfatto autonomamente e il tema della sostenibilità si afferma.
Il Museo, La Citè du Vin è raggiungibile col Tram 9, in battello fluviale alla fermata sulla Garonna, Cité du Vin , in bicicletta, in auto con ampio parcheggio a pagamento, facilitato per le persone portatrici di handicap.
Il Museo di Bordeaux inaugurato nel 2016 conta 3000 mq di superficie con 20 spazi tematici.
Costruito dall’agenzia XTU che ha provveduto alla realizzazione del padiglione Francia all’Expo 2015 a Milano per la quale ha ricevuto il premio dell’Architettura.
Uno spazio verde dedicato al paesaggio del vino: un ecosistema a bordo dell’acqua. Il vigneto come luogo per stare, progetto di integrazione NATURA 2000 dell’agenzia di architettura XTU.
Aperto dalle 10 alle 19 con chiusure in periodi festivi di Natale, potete verificare tariffe e orari. L’accesso al museo è vietato ai minori di 18 anni.
Vino, patrimonio. La metamorfosi del vino che unico, messo in bottiglia e privato dell’ossigeno, come in una stanza da letto riposa dove aver attraversato fermentazioni tumultuose, decantazioni, la vinificazione, una nascita vera e propria.
Il vino ha attraversato mari, è diventato un messaggio universale. Unico, comprensibile da tutti. E’ un prodotto di civilizzazione.
Un indotto che ruota tutto attorno fino ad arrivare a essere prodotto di tendenza. Vino, come attributo di seduzione, piacere, partecipazione, condivisione di momenti dai meno illuminati alla celebrazione della storia dell’uomo.
Vino legato all’arte figurativa. Immagini, ritratti, scatti d’epoca che possono far rivivere e attraversare secoli di storia e mostre periodiche li fanno percorrere…
Chi conosce, degusta e apprezza il vino.
Entriamo nel museo. È disposto su tre piani (foto 2), un largo ingresso accoglie i visitatori per il pagamento del biglietto (euro 20,00) 25,00 Euro in più per l’esperienza polisensoriale nella sala disposta di forma rotonda, al primo piano del museo che dispone anche di una fornita biblioteca, con tutta la bibliografia esistente dalle scoperte di Pasteur fino a noi.
Un piano dedicato a un percorso multimediale che con l’utilizzo di audio guide accompagnano nel percorso storico del vino, sin dalle origini, sottolineando il contributo francese nel resto del mondo per la viticoltura fino ad arrivare in Nuova Zelanda, dove enologi francesi prestano la propria conoscenza per lo sviluppo della vite.
Il percorso proposto nel Museo è esperienziale e ognuno ne avrà sensazioni diverse poiché completamente differente secondo come si accede ai diversi livelli e piani.
Colloqui con rappresentanze virtuali della cucina e del servizio di sala, risponderanno a quesiti preziosamente tecnici.
Una sala tutta piena di pipette ed effusori che dispensano i profumi e gli odori che possono essere presenti in un calice di vino.
Un parco giochi.
Divertente. La stanza a cui è dedicato più spazio dove invece per il resto si concentra tutto davanti ad una immagine e le parole fluiscono nelle orecchie.
Mostre permanenti. Stanze allestite o completamente buie e illuminate da video mandati in continuo.
Una passeggiata nella viticoltura e nella cultura del vino nel mondo, ricorda il rinnovamento del vigneto dopo la Phylloxera vastatrix e la messa a dimora 10.000.000 di nuove piantine di vite con piede americano, dopo aver tentato l’utilizzo anche dell’acqua santa per contrastare la devastazione filosserica.
Una curiosità riguarda la sommellerie: chi versava il vino nell’antichità, potevano essere religiosi, molto spesso Sacerdotesse.
Poi son apparsi i COPPIERI e ragazzi giovani di buona famiglia che ben dovevano procedere per la diluizione in acqua del vino, troppo forte ai tempi.
Nelle stanze del Museo ricordi commentati dalle audio guide di pranzi luculliani che hanno visto sfilare dozzine di ostriche, vini come Riesling Johannisberger, vini di Borgogna, Champagne, cacciagione, coppe di fragole e ananas, in una epoca in cui le taverne ristoranti da poco più di alcune centinaia, arrivano a essere quasi 2 mila.
La borghesia, a differenza dei nobili, pochi in tutto, mangiava, mangiava e beveva molto.
Salite all’ultimo piano per godervi la vista sulla città di Bordeaux, dopo esservi inerpicati su una torre di babele di informazioni sul vino.
Sarà offerto un calice (5 cl) a scelta tra 7-8 vini che potrà concludere il vostro viaggio nel tempio del vino (foto 1), su un territorio che promuove il suo vino dispensando cartine e mappe dei vigneti ovunque a far intendere che vi trovate in un paese del vino, nel caso ce lo fossimo dimenticati.
Tra le eccellenze italiane nell’enoteca del Museo, figura il territorio del Valdobbiadene-Conegliano con alcune referenze come Ruggeri Le Colture (foto 3).
Va sottolineato che il valore del comparto vino in Italia nel 2018 è pari a 15 miliardi di euro in crescita (rapporto Ismea consultabile cliccando qui) e 6 miliardi di euro sono esportati.
#dopeconomy , Il nostro sistema legislativo in materia agroalimentare è tra i più complessi e articolati esistente, non si aggrappa soltanto alla storia e alla tradizione bensì, risulta in continua evoluzione con voci di eco sostenibilità crescenti.
Cosa dovremmo fare?
Curare e rafforzare la nostra offerta interna derivante dal legame tra territorio, turismo ed enogastronomia che potrà essere colta. Non temiamolo.