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Abbiamo incontrato Alessandro François e il figlio Simone, proprietari di Castello di Querceto,  azienda vinicola a Dudda, nel comune di Greve, nel Chianti Classico, per festeggiare il 125esimo anniversario della cantina, presso l’hub di Identità Golose.  Focus dell’evento la verticale delle etichette della secolare vigna La Corte, sette annate in degustazione con millesimi che vanno dal 1978 e al 2019.

Castello di Querceto

Ma per meglio capire la portata di questa celebrazione occorre fare un passo indietro negli anni. L’azienda nasce quando la storia del Castello di Querceto, costruito nell’Alto Medioevo, e quella dei Francois, gli attuali proprietari di origine lorenese, si incontrano, ossia quando Carlo François nel 1897 acquisisce la tenuta. Carlo era un giovane avvocato, appassionato di agricoltura, di viticoltura e, come mostreranno gli eventi, dotato di un grande intuito enologico. Infatti nel 1899 mette a dimora una vigna, La Corte, madre dei vini della verticale, ma non si trattava di un vigneto come tanti.

All’epoca la vite era allevata promiscuamente, ossia insieme all’olivo quando non ai cereali. Inoltre nel Chiantigiano, rispettosi della “ricetta” di Bettino Ricasoli, ciascun appezzamento comprendeva più varietà di uve. La Corte, invece, non solo nasce quale vigneto specializzato, cioè non promiscuo, ma anche monovitigno, vale a dire di solo sangiovese, in piena controtendenza, come visto, con le abitudini locali dell’epoca. La prima produzione ebbe luogo nel 1904 e la cantina ne conserva ancora qualche bottiglia.

Alessandro François entrò in scena circa quarant’anni fa, quando lasciò la sua attività ingegneristica a Milano per trasferirsi al Castello. All’epoca La Corte produceva vino commercializzato sfuso, ma la qualità non mancava. A confermarlo un episodio: quando Alessandro lavorava nel Milanese, frequentava la Locanda del Sole di Maleo, nel Lodigiano, di Franco Colombani punto di riferimento di gourmet quali Gianni Brera e stella Michelin. Oltre che cuoco colto Colombani era sommelier di caratura internazionale.

E Alessandro, un giorno gli portò due bottiglie di La Corte spillate da una damigiana per avere un parere. La risposta fu molto gratificante in quanto Colombani volle comprare tutte le bottiglie prodotte in quell’anno pagando ciascuna 3500 lire anziché le 800 che era il prezzo di mercato del Chianti. Di fatto Alessandro arrivato al Castello dovette rabboccarsi le maniche perché, a parte La Corte, il resto del podere era lasciato all’abbandono, con vigneti ancora promiscui e strutture inadeguate. Pertanto sotto la sua direzione venne costruita una nuova cantina, ristrutturata tutta la filiera dalla vite al vino, e portati a 27 il numero dei vigneti. Risale al 1978 il primo vino La Corte etichettato e messo in commercio, passo necessario per farsi conoscere. In quegli anni era Vino da Tavola perché, al contrario di oggi, non era previsto il Chianti Classico prodotto con sole uve sangiovese. Successivamente La Corte assunse la denominazione IGT Colli della Toscana Centrale, sino a diventare Chianti Classico Gran Selezione, categoria istituita dal 2014 che fregia le etichette commercializzate a partire dal 2017.

La guida dell’azienda è familiare; Alessandro è infatti affiancato oltre che da Simone, dalla figlia Lia, da nuora, cognato e da un nipote.

Attualmente Castello di Querceto esporta il 90-95% della produzione in 50 paesi dei cinque continenti.

Si estende su 190 ettari dei quali 65 vitati, e cinque a uliveto. Produce quattro Chianti Classico: Annata, Riserva e i due Gran Selezioni Il Picchio e La Corte. Sono prodotti inoltre vini IGT da vitigni internazionali. Per produrre i Chianti Classico, a eccezione de La Corte, il sangiovese è completato con vitigni autoctoni: Il Picchio da colorino; Annata e Riserva da colorino, canaiolo. Allo scopo di enfatizzare la territorialità di La Corte, l’azienda dall’annata 2017 ha abbreviato le macerazioni e il periodo di elevamento in legni non di primo passaggio. Tutto ciò per fare emergere maggiormente la fase territoriale rispetto alla fase di cantina. Le tre annate 2017-2018-20119 tra quelle in degustazione sono l’esemplificazione di questo processo.

La Verticale 

Chianti Classico Gran Selezione La Corte nasce, come visto, dall’omonimo vigneto, un cru di 3,4 ettari, con terreno prevalentemente sabbioso, povero di argille e calcare. Dopo la pigiatura, fermentazione e macerazione si solgono in due settimane in fermentatori d’acciaio. Il vino ottenuto è poi elevato in barrique e in tonneau per 12 mesi, quindi affina per 6 mesi in bottiglia.

Chianti Classico Gran Selezione La Corte 2017
L’annata è stata problematica con gelate primaverili ed estate siccitosa. Nonostante la calura, grazie alla posizione del vigneto radicato a 440-470 metri di altitudine e al terreno che dispone di riserve idriche, è stato prodotto un vino di alto profilo qualitativo, complesso con richiami di prugna e di ciliegia con tannini educati e piacevole freschezza.

Chianti Classico Gran Selezione La Corte 2018

L’annata può essere definita qualitativamente media; degustando il vino dopo l’impatto fruttato se ne coglie la balsamicità. Tannino presente, ma non graffiante, con freschezza che allunga il sorso.

Chianti Classico Gran Selezione La Corte 2019
L’annata è stata decisamente felice e il vino riflette tale felicità; nonostante sia ancor giovane è “pronto” anche se sono ancora in nuce le potenzialità che fanno presagire un promettente futuro. Ma certe ruvidità giovanili, nulla tolgono alla piacevole beva, appena rallentata da un tannino non ancora totalmente domo, però equilibrata dallo spunto acido.

Colli della Toscana Centrale IGT La Corte 1997
L’annata è stata soddisfacente. Se nei primi vini, soprattutto nel 2017, si poteva cecare nel colore una sfumatura granata, ora è la nuance aranciata quella che si scorge. È un vino più concentrato dei precedenti, maturo, con ricordi di frutta rossa estiva, ricordi di arancia rossa, di erbe officinali oltre a toni speziati e minerali.

Colli della Toscana Centrale IGT La Corte 1998
Colore del tutto simile al 1997, si riconoscono sentori di frutta estiva matura, note agrumate, cui si uniscono ricordi di macchia mediterranea. Gusto pieno e intenso con tannini composti.

Colli della Toscana Centrale IGT La Corte 1999
Il color è rubino intenso quasi cupo con rifessi granati. Morbido, concentrato, con note balsamiche e di china che lo definiscono.

Colli della Toscana Centrale IGT La Corte 1978
È stata un’ottima vendemmia, in un’annata che ha visto diverse piogge primaverili e da metà luglio a fine settembre il clima molto è stato asciutto. Quarantaquattro anni molto ben portati considerata la freschezza ancora presente capace di dare vivacità al sorso. Vino di grande struttura, complesso e intenso, ma al tempo stesso di grande bevibilità.

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