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Conosci l’Estate? io per un giorno, per un momento, corsi a vedere il colore del Vento

(cit. Fabrizio De André)

Vista sulla regata 50a Barcolana. Due personaggi, due imprenditori, due creativi, Damiano Miotto, che negli ultimi 10 anni ha sempre partecipato alla Barcolana e Federico Giotto, ha veleggiato la prima volta la Barcolana del 12 ottobre scorso. Due vite parallele, che nella vita e in mare han seguito un filo conduttore, una onda, un vento comune a navigatori oceanici e appassionati. “Issate” le vele significa issare il proprio modo di sentire la vita quotidiana.

Federico Giotto nella vita quotidiana crea vini, Damiano Miotto dà forma a programmi televisivi e eleva il marketing di Brand prestigiosi del Made in Italy.

FEDERICO GIOTTO

Imprenditore, creatore della Giotto Consulting nel 2006,  azienda e laboratorio di ricerca a impatto ambientale ecosostenibile, L’azienda infatti è completamente autonoma per l’energia termica. Enologo, firma vini in Italia e nel Mondo, in India, per Sula Wines che produce milioni di bottiglie e che ha chiesto a Federico un vino morbido speziato che ben si abbina con la tradizione culinaria indiana, ricca di sapore. Come è possibile fare vino in India? In India è sempre bella stagione, ovvero non esistono inverni rigidi.

Come si svolge il ciclo della vite? “Occorrono due potature anziché una!” risponde. “Rispetto a un ciclo della vite inteso come lo conosciamo noi, viene richiesto un intervento in più. Per il resto il vitigno prescelto si esprime secondo il territorio con una identità specifica e con personalità. Qui la Shiraz, ha dato il risultato progettato”. Federico Giotto che ha preso più di  80 voli aerei, ci racconta la sua esperienza a Trieste nella regata con più partecipanti al mondo. La vela, la sua passione oltre il vino, lo aveva portato a lunghe traversate non da ultima verso la Grecia, da Lignano con a bordo suo figlioletto di appena 3 anni. Un battesimo del mare per il piccolo uomo. Tre giorni prima, sì, capito bene, tre giorni prima della 50a Barcolana, Federico riceve la telefonata del Presidente della associazione di cui è membro e gli chiede la sua partecipazione alla competizione. Subito fatto l’equipaggio, di cui fan parte due persone diversamente abili, viene identificata una tattica di gara. La barca alla fine della regata si piazza al 156° posto assoluto su 2700 imbarcazioni!

Gara e unione di spirito su quel mare al largo di Trieste con un denominatore comune: sentire. Sentire il mare, sentire il vento, sentire le proprie possibilità. Se c’è vento navighi altrimenti aspetti, sei su una frequenza, sottolinea.

Continua Federico Giotto: “tutto è frequenza, anche il vino ha una frequenza. La musica è una frequenza, la luce è frequenza, il mare è pieno di frequenze, all’interno di un elemento apparentemente caotico, tutto è regolato da frequenze naturali, onde, maree… Il mare risulta terapeutico, scansore di emozioni profonde e pulite, senza interferenze e emozionanti al limite di noi. Siamo quello che ci manca” mi dice: l’espressione mi coinvolge fino al punto di sentirmi perfettamente sulla stessa onda di pensiero e ci spingiamo in zone limite per ascoltare meglio noi stessi e ciò che ci circonda perché riusciamo a riconoscerci e riconoscere. Arrivare a raggiungere luoghi estremi, più lontani possibile, mare o montagna che siano, fa riconoscere noi stessi.

Continuiamo a parlare di talento che si costruisce giorno per giorno, si attinge dall’interno e questo mi fa agganciare adun articolo di giorni scorsi di Alessandro D’Avenia su Il Corriere della Sera, proprio sul valore del talento, che definisce con la parola dal greco aletheia (far venire alla luce, verità) che come scrive Alessandro D’Avenia, va perseguito, raggiunto. Questo è pure nella natura della vite che può dar vita, grazie all’uomo, a una creazione, al proprio talento e gli ostacoli vissuti come conquiste. Questo vale per tanti vini definiti “minori” ma minori non lo sono: Bardolino S. Pietro, taluni Pecorino, etc…

Continuiamo a chiaccherare girovagando per vigneti famosi nel mondo. “Quale sarà la prossima meta di questo viaggio che hai intrapreso” , gli chiediamo. Vorrebbe avere una settimana intera per leggere, viaggiare stando fermo e comprare e degustare vino che gli permette sempre un nuovo viaggio. Un viaggio nuovo, nata da una conversazione di 35’ e 14”, ma cose’è il tempo? Non è quello che possiamo aver perso, è quello che sarà. Ringrazio Federico Giotto  perché nel corso della nostra telefonata durata 35’ e 14” ci siam trovati sulla stessa onda, meravigliosamente connessi (cliccare qui).

DAMIANO MIOTTO

Damiano Miotto è una persona molto riservata per cui queste righe sono molto preziose per il valore che Damiano Miotto dà alle parole che considero un regalo che mi ha voluto fare. Le sue parole sono un cortometraggio che porta in viaggio. Talentuoso si occupa si valorizzazione e Marketing a tutto tondo (cliccare qui). “La Barcolana per me non è una regata ma un ritorno a casa (dopo lunghi a volte interminabili viaggi di lavoro). Trieste non è una città qualsiasi, è una città che interroga, che vuole sapere molto di te e ti misura attraverso l’appartenenza che riconosci nella sua architettura, nel suo ghetto e nelle sue strade strette. Il vento e il mare sono l”arredamento urbano della città. Il vento a Trieste si vede attraverso le bandiere, le increspature nel porto e la fatica della gente che cammina attraversandolo.

Come a ottobre, il mese della festa, della nostra Barcolana. Nostra perché è condivisione di chi ama e sa amare, di chi rispetta e ascolta il mare attraverso il sibilo delle sartie o lo sbuffo delle vele durante una strambata. Se a questo aggiungiamo migliaia di piccole farfalle, così sembrano le tante barche che riempiono il golfo alle 10 della domenica mattina, con dentro gli equipaggi che festeggiano, siamo di fronte ad uno dei miracoli che sembrano della natura ma invece sono il risultato dell’ operato buono dell’uomo. W la Barcolana, w il mare.” La Barcolana, una kermesse ricca di sponsor sportivi, istituzionali, manifesti, quest’anno firmato dalla Artista Marina Abramovich “ Siamo sulla stessa barca” che poteva “izzare” polemiche fuori luogo. Grande respiro alla sostenibilità, tema che arriva imperante adesso, per il prossimo futuro. Sportività dei partecipanti che insegna atteggiamenti positivi e che ha fatto condividere l’unico grande messaggio, il respiro e lo spirito del mare unendo in una grande festa gli equipaggi di mare e di terra e i loro talenti.

GIANCARLO MORELLI e la sua Barcolanatra valli fiorite dove all’ulivo si abbraccia la vite…la parola ormai sfinita si sciolse in pianto… posasti le dita all’orlo della sua fronte, i vecchi quando accarezzano han paura di far troppo forte

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