Skip to main content

Di fronte alla lontananza sociale che impone il coronavirus, fruitecom, dinamica agenzia di comunicazione emiliana, ha organizzato una serie di incontri/degustazioni  “virtuali” per permettere l’incontro tra realtà viticole e stampa di settore. Pertanto, grazie a una piattaforma, produttori e giornalisti si sono incontrati virtualmente per degustare alcuni vini già forniti ai giornalisti partecipanti. Per quanto pensassimo che potesse essere un incontro freddo, staccato, abbiamo constatato con piacere che il vino favorisce il dialogo anche quando gli attori sono lontani. Questa formula da remoto potrebbe essere ripresa anche quando non ci sarà più l’emergenza in atto.

Abbiamo partecipato alla degustazione di alcune etichette della cantina Orlando Abrigo, di Treiso d’Alba, nelle Langhe, di proprietà della famiglia Abrigo che si occupa di viticoltura da più generazioni..

Presenti Gianni Abrigo, in rappresentanza dell’azienda, insieme con Mario Ronco l’enologo . Moderatore dell’appuntamento l’esperto e giornalista Pierluigi Gorgoni, che ha commentato i vini in degustazione fornendo per ciascuno una chiave di lettura chiara e coinvolgente.

Gianni Abrigo entra nell’azienda di famiglia nel 1988. Appassionato di viticoltura francese, conclude gli studi di enologia e inizia a collaborare col padre Orlando. Nell’arco di trent’anni, oltre a estendere la proprietà da 3 a circa 20 ettari vitati, Gianni apporta sostanziali cambiamenti e miglioramenti tecnici in cantina. Oggi l’azienda di Treiso produce Barbaresco, Barbera d’Alba, Dolcetto d’Alba, oltre a vari vini a denominazione Langhe Doc.

L’azienda si pone al servizio dell’uva. Il lavoro in vigna è, come dovrebbe sempre essere, la fase lavorativa più importante. Come vedremo, talvolta i filari sono così fitti da non permettere il passaggio di trattori, e i pendii spesso scoscesi, da richiedere necessariamente una lavorazione manuale. Alla raccolta delle uve seguono vinificazioni separate con periodi di macerazione spesso prolungati che possono superare il mese. La politica aziendale è sempre quella di valorizzare la specificità delle uve di ogni singola annata. Come in cucina saper cucinare in modo da valorizzare, anziché deprimere, il sapore originario del cibo è da pochi e per pochi, così la cantina vuole produrre vini dove la mano dell’uomo si senta appena perché sia l’uva, e quindi il vino, a parlare, a esprimere l’identità del territorio. Il terreno in cui radicano le viti ha similitudini con quello di alcune zone del Barolo come per esempio Serralunga d’Alba. E’ un terreno vocato alla produzione dei vini di grande longevità dell’azienda, di notevole tensione gustativa, tendenzialmente verticali, dotati di tannini anche mordaci. La composizione, che vede ricchezza di marne, è la terra che conferisce finezza. L’esposizione dei terreni ha sempre come punto cardinale costante il sud (sud-est, sud-ovest)

I vini

Riserva Barbaresco DOCG Rongalio 2013 (foto 2)
Rongalio è un appezzamento posto circa a 380 metri di altitudine ed è stato diviso, rispetto alle caratteristiche del terreno, in tre fasce, una alta, una centrale, e una bassa (figura 3); ciascuna fascia è vinificata separatamente.
La 2013 è un’annata tra le più felici del nuovo millennio. E’ stata controversa per via del tempo non sempre stabile, ma con un settembre molto favorevole, caldo e con marcate escursioni termiche tra il dì e la notte. La maturazione fenolica è stata perfetta e la raccolta è avvenuta a metà ottobre. La macerazione delle uve nebbiolo della sottovarietà lampia si è protratta per 35 giorni in vinificatori che permettono di controllare la temperatura e l’estrazione dei tannini e degli antociani per mezzo di délestage, una tecnica di lavorazione del pigiato che permette di ottimizzare gli scambi tra la fase liquida e la fase solida nel corso della macerazione. Il vino è affinato 24 mesi in botti di rovere di 25 hl, quindi 12 mesi in bottiglia. Prodotto unicamente nelle migliori annate, Rongalio possiede colore rubino con riflessi granati aranciati. Al naso si colgono sentori floreali di viola e fruttati di prugna, quindi si liberano profumi balsamici di melissa, di menta. In bocca si coglie la piena maturità, una perfetta tensione con tannini che inizialmente focalizzano l’attenzione, senza essere però aggressivi e comunicano sapore asciutto; seguono ricordi boschivi, sottobosco, legno aromatico, liquirizia, agrumi e cardamomo quindi emerge, irrompe il carattere balsamico mentolato che prende in ostaggio il gusto. Il tannino lascia supporre quanto potrà essere longevo questo vino dal lungo finale che già ora è maturo e appagante.

Barbaresco DOCG Montersino 2016 (foto 4)
Mentre Rongalio nasce da un unico appezzamento suddiviso in tre aree, Montersino è prodotto con le uve nebbiolo sottovarietà lampia di tre diverse parcelle (fig  5) e possiede una personalità completamente diversa. Come Rongalio in bocca entra chiuso e poi si apre, così Montersino è subito un’esplosione di note fruttate e floreali quindi lascia spazio a sentori minerali, sapidi. E’ prodotto vinificando separatamente le uve delle singole parcelle. Dopo la pigiatura il mosto macera sulle bucce per circa 20-25 giorni a una temperatura massima di 30 °C. Non sono utilizzati lieviti selezionati ma solo flora indigena. Il vino è poi affinato in piccole botti (foto 6) per 18 mesi e affina in bottiglia 12 mesi. Il colore è rosso rubino tendente al granato. Il profumo è fruttato, con sentori di prugna e di ciliegia di violetta con evidenti nuance speziate soprattutto di vaniglia.

Nebbiolo d’Alba DOC Valmaggiore 2017 (Anteprima) (foto  7)
Il cru Valmaggiore si trova nel comune Vezza d’Alba a 240 metri di altitudine, ed è uno dei più ambiti del Roero. Forte pendenza, filari fitti fanno si che tutte le lavorazioni siano effettuate manualmente. Le uve, nebbiolo della sottovarietà lampia, sono sottoposte a pigiatura soffice, quindi macerano 6-10 giorni a non oltre 28 °C. Il vino ottenuto affina in botti di rovere di Slavonia di 25 hl per 12 mesi e altrettanto tempo in bottiglia. Alla degustazione il colore è rubino non molto carico dovuto alla natura sabbiosa del terreno. Il profumo è elegante con sentori floreali di viola e di rosa e di piccoli frutti di bosco e di rovo. In bocca l’ingresso è fine, lieve, sottile, quindi diventa ampio con note fruttate e floreali molto concentrate; la trama tannica è fitta, quasi graffiante rispetto agli altri vini; finale sapido, minerale, persistente.

Langhe DOC Très Plus 2012 (foto  8)
Da uve chardonnay (87%) e nascetta (13 %) vinificate separatamente. La nascetta è un’uva bianca originaria delle Langhe recentemente riscoperta. Le uve pigiate sono sottoposte a criomacerazione per 4-6 ore, quindi, dopo la separazione dalle parti solide i soli mosti fermentano in acciaio a temperatura controllata. Lo Chardonnay termina la fermentazione in barrique e continua ad affinare per 12 mesi senza travasi mentre la Nascetta matura per lo stesso tempo sui propri lieviti in acciaio. I vini sono quindi assemblati, imbottigliati dove proseguono l’affinamento per 8 mesi. La bottiglia in degustazione appartiene al progetto Tempo, viene invecchiata in cantina per 5 anni ed è riconoscibile perché sigillata con ceralacca. Il 2012 degustato, possiede color giallo intenso con riflessi dorati. Al naso si percepiscono sentori fruttati, di fiori essiccati, nuance agrumate e ricordi di macchia mediterranea. In bocca rivela buona struttura, freschezza, sfumature agrumate, sapidità e contenute note tostate.

Di questo Autore