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Elisa Semino (foto 1), vignaiola, enologa, ex allieva di Attilio Scienza, è alla guida, con il padre il fratello, dell’Azienda Agricola La Colombera, nei Colli Tortonesi nota, per la produzione di Timorasso sin dagli albori del millennio, oltre che di Barbera.

Tutto ebbe inizio nel 1937 quando i bisnonni di Elisa acquistarono una cascina con 12 ettari di terreno. E non erano pochi se si considera che tutte le lavorazioni venivano eseguite a mano. Il nonno, negli anni sessanta, cominciò a mettere a dimora le viti molte delle quali barbera. Negli anni settanta proseguiva la piantumazione di cortese e di barbera, quest’ultimo darà vita all’attuale Vegia Rampana. Nel 1998 gli ettari vitati erano 13 e comprendevano anche il timorasso (foto 2). Sino allora uve e vino sfuso venivano venduti ai commercianti, ma la strada da seguire era tutt’altra. Occorreva, infatti, far conoscere il proprio marchio e vendere direttamente ai privati. E così nel 1998 è imbottigliata per la prima volta la Barbera, quella piantumata negli anni sessanta, più esattamente nel 1961, cui viene dato il nome Elisa.

Due anni dopo esordisce la prima etichetta di Timorasso, Darthona. Elisa Semino spiega che le viti a bacca bianca crescono bene in terreni bianchi, magri; magari impiegano un po’ di tempo, dopo tre anni possono avere ancora lo shelter, a protezione delle barbatelle, poi però il vino ricompensa in mineralità e considerato che quello di punta dell’Azienda è il Timorasso, la scelta va in quella direzione. Va ancora detto che il cambiamento climatico non ha danneggiato il timorasso, anzi. Il grappolo poco prima della raccolta può essere soggetto a marciume, ma vendemmiandolo prima, quando il clima è caldo e asciutto, si corrono decisamente meno rischi.
Nel 2005 il vigneto raggiunge 20 ettari coerentemente con il progetto di privilegiare la viticoltura alle altre colture agricole aziendali.

Oggi La Colombera dispone di una nuova sala degustazione  pensata per rispondere alle richieste di un pubblico appassionato in modo da poterlo accogliere nel migliore dei modi. Si tratta di una struttura di 300 mq interamente costruita in bioedilizia con materiali naturali, tecniche costruttive ad altissima efficienza energetica, per un minimo impatto ambientale e per inserirsi perfettamente nel contesto collinare in cui è situata. È costituita da due aeree, interno e dehors, da un ampio wine shop, e può ospitare fino a 80 persone.

L’enoturismo, si sa, è un settore trainant. Inoltre con la pandemia si è scoperto, o meglio rivalutato, il turismo di prossimità, pressoché locale. Ed è questo il turismo che interessa i Colli Tortonesi.
Ma il vino che ha dato maggiore notorietà e considerazione alla zona Colli Tortonesi si chiama Timorasso o Derthona? Il Timorasso può essere prodotto in tutto il Piemonte, mentre Derthona (la Tortona dei Romani) in un’area più circoscritta corrispondente a quella dei Colli. In questo modo si può identificare con esattezza un vino come succede per Barolo, Gavi…

Il Timorasso, chiamato anche il Barolo bianco, è un bianco strutturato, con spiccata mineralità e molto longevo.

Abbiamo partecipato a una degustazione tenuta da  Elisa Semino nella nuova sala, dove ha  proposto alcune referenze di Timorasso e Barbera.

Timorasso

La Colombera ne produce due: Derthona e Il Montino.

La loro vinificazione e maturazione è identica: pressatura soffice, fermentazione in acciaio, quindi maturazione sui lieviti per circa sei mesi; prima dell’estate i vini si preparano per l’imbottigliamento, infine si imbottigliano. È una pratica enologica che permette a questi vini di esprimersi, di ottenere verticalità, sapidità, freschezza, aromaticità e si differenziano non per lo stile di vinificazione che è uguale, ma per la territorialità.
Derthona (foto 2) è dotato di un bel colore paglierino intenso, caldo. L’impatto olfattivo è floreale, fruttato con ricordi di pesca gialla, albicocca, nuance agrumate soprattutto nei primi anni, quindi il protrarsi dell’affinamento in bottiglia porta a una evoluzione con sentori minerali più marcati.
In bocca è rotondo senza rinunciare all’agilità, elegante sapido.

Il Montino (foto 3) nasce da un cru a 250 metri di altitudine ed è l’esprit del Timorasso aziendale. Possiede colore paglierino caldo. Al naso è intenso con sentori di erbe aromatiche e spiccata mineralità olfattiva. In bocca si rivela intenso, verticale, minerale, salino con leggere note di idrocarburi e finale lungo. L’annata 2016 è nella sua pienezza e rivela tutte le caratteristiche di mineralità, mentre la 2019, per quanto sia decisamente giovane, mostra una propria compiutezza, complessità ed eleganza.

Barbera

Tre le Barbera prodotte, diversamente affinate.

Vegia Rampana 2019 (foto 4), esprime al meglio la territorialità. Vinificato e maturato in acciaio, possiede colore rosso rubino con sfumature violette. Al naso si riconosce frutta estiva matura, dalla prugna alla ciliegia, e note speziate. In bocca la freschezza allunga il sorso compensando il tannino giustamente presente; il vino non ha note verdi e conclude con sentori fruttati e speziati.

Monleale 2019 (foto 5) è vinificato in acciaio quindi è elevato in botte grande di 25 ettolitri. Rosso rubino intenso, profuma di frutta matura con lieve nota balsamica. In bocca è rotondo, avvolgente, ben strutturato, con tannini levigati e finale lungo.

Elisa 2018 (foto 6) è la Barbera storica. È vinificata in acciaio, quindi elevata in barrique di primo e secondo passaggio. Colore rosso rubino intenso. Al naso si impone la frutta, spremuta di frutta, con ricordi di ciliegia anche sotto spirito, mirtillo, e note balsamiche mediterranee, tabacco. In bocca grande equilibrio tra acidità, tannino e alcolicità; il legno fa da sfondo mentre protagonista assoluto è il vitigno mirabilmente interpretato. Finale lungo.

La Colombera prioduce inoltre altri vini da uve croatina, cortese, dolcetto.

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