Alla Galleria Opere Scelte la mostra “Evolutionary Patterns” con le opere delle due giovani artiste Enrica Borghi e Isabella Nazzarri.
Giovedì 2 febbraio 2017, dalle h. 18.30, alla Galleria Opere Scelte di Torino inaugura la mostra “Evolutionary Patterns” che mette in dialogo le opere delle due artiste Enrica Borghi e Isabella Nazzarri ciascuna delle quali sembra studiare tutto ciò che riguarda la vita e gli organismi viventi, la loro struttura e l’evoluzione.
Sia Enrica Borghi sia Isabella Nazzarri, seppure con esperienze e approcci alla ricerca artistica molto diversi, prendono ispirazione da forme antropomorfe, la prima attraverso la materia scultorea, l’altra con la bidimensionalità assoluta dell’acquerello.
Enrica Borghi propone lavori storici e nuovi (fig. 1. 2. 3.) che presentano i temi principali da lei indagati: l’utilizzo di materiali riciclati non biodegradabili, la creazione di oggetti della quotidianità, ma anche ornamenti preziosi e abiti. Destreggiandosi nella spirale del consumismo mostra le alterazioni dei materiali polimeri che perdono l’asetticità che li contraddistingue acquisendo una forte umanità. Tra le ultime produzioni, per la prima volta l’artista inserisce l’elemento naturale: frammenti di scarti e graniglie, levigati e riconsegnati dal mare, portando ancora una volta l’attenzione sui cicli vitali, l’ecologia e la natura.
Nel contempo le opere di Isabella Nazzarri (fig. 4. 5.) ricordano delle surreali visioni microscopiche di un mondo in continuo movimento, ma anche funzioni decorative. Le figure, originate da stati mentali e suggestioni emotive, si materializzano sulla carta e sulla tela in maniera apparentemente caotica, dettata in realtà da una chiara struttura e un forte dinamismo, come negli organismi viventi. Forme astratte o antropomorfe connesse tra loro, come a formare un’unica ampia visione d’insieme, capace di alterare il nostro punto di vista.
Evolutionary Patterns. Enrica Borghi – Isabella Nazzarri
Galleria Opere Scelte
2 febbraio – 18 marzo 2017
Orari: 15.30-20.00
Articolo di: Flavia Capudi Schenone