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Sartori di Verona è una realtà vitivinicola di Negrar, nella Valpolicella Classica fondata nel 1898, che si sviluppa su 25 ettari di vigneto. Ma oltre ai vini propri della zona di appartenenza, la produzione aziendale spazia in una più ampia area veneta grazie ai conferitori dislocati nelle aree Valpolicella Doc, Soave, Soave Classico, Lugana, Custoza e Bardolino. Ma Sartori non è solo una cantina, ma una famiglia, un’azienda, una comunità di viticoltori e un territorio. Ed è questa particolarità a dare notevole forza alla spinta produttiva. Senza entrare nel merito vorremmo solo ricordare che il concetto di terroir si basa, tra l’altro, sulla presenza di una comunità operante in uno spazio geografico delimitato, e non di un singolo attore.

Lo scorso autunno l’azienda ha presentato due nuovi vini, ossia Fira Bianco Veronese IGT e Fira Rosso Veronese IGT. La denominazione Fira non è, come si potrebbe supporre, nome di fantasia, ma si riferisce a Zaffira, chiamata Fira, sorella maggiore di Pietro Sartori, fondatore della Maison.

I vini ne mutuano il nome non solo per vincolo di parentela, ma soprattutto perché fu una donna che decise di lavorare e di essere indipendente, scelta non facile soprattutto se si considera l’epoca in cui visse. E l’indipendenza economica, si sa, è il primo passo del percorso di emancipazione femminile, oltre a essere fondamentale nella lotta alla violenza sulle donne. E questi vini vanno in tal senso. La casa di Negrar, infatti, come spiega Luca Sartori, pronipote di Pietro, è dalla parte delle donne. Ha infatti recentemente ospitato la mostra itinerante “Come eri vestita” dell’associazione Isolina e…  nata per affrontare il fenomeno dei femminicidi. Il nome della mostra ricalca la prima domanda che viene fatta a una donna che si reca a denunciare una violenza subita.

Inoltre parte dei proventi raccolti dalle vendite di Fira, è devoluta a D.i.Re. Donne in Rete Contro la Violenza,  associazione che supporta le organizzazioni nelle azioni di sostegno delle donne. Promuove l’attivazione di politiche e la diffusione di buone pratiche per la prevenzione e il contrasto alla violenza di genere.

I due vini Fira sono accomunati dall’etichetta in quanto entrambe riportano un volto di donna, ossia di Fira, sormontato da frutti e fiori alimentati da un innaffiatoio perché, come spiega Luca SartoriProprio come i fiori e i frutti che crescono rigogliosi sul capo di Fira, il cui fantasioso ritratto è in etichetta, così anche il pensiero di una nuova vita possibile può maturare solo se nutrito dalla fiducia e da un appoggio concreto”, con riferimento all’impegno dell’Azienda a favore del D.I.Re. e più in generale delle donne che subiscono violenza.

I vini

Fira Bianco veronese IGT

Anima il vino un blend di uve garganega completato da chardonnay e sauvignon vendemmiate leggermente in ritardo e lasciate riposare in fruttaio per una decina di giorni per intensificare profumi e sapori. Seguono la spremitura soffice, la fermentazione a temperatura controllata, quindi il vino ottenuto è prima elevato per 2 mesi in botte grande di rovere, poi affinato per altrettanto tempo in bottiglia.

Note gustative
Colore giallo paglierino con riflessi dorati.
Al naso ricordi fruttati di pesca bianca, albicocca, sfumature agrumate e tocchi di fiori bianchi.
In bocca l’impatto è morbido, cremoso al tempo stesso fresco, e si riconoscono nuance agrumate già percepite in fase olfattiva, con vaghi ricordi di melissa, di nepitella oltre a sensazioni minerali.

Abbinamenti
Sushi, testaroli alle cappesante, sogliola al vino bianco

Fira Rosso veronese IGT
Le uve corvina, merlot, cabernet sauvignon, sono raccolte leggermente sovra mature, e poste ad appassire per 25 giorni in fruttai per concentrarne le sostanze zuccherine e aromatiche. Dopo la pigiatura ha luogo la fermentazione-macerazione del mosto sulle bucce dopodiché il vino è elevato in botte grande per sei mesi e successivamente affinato in bottiglia per 3 mesi.

Note gustative
Nel calice riflette core rosso rubino.
Profumo di piccoli frutti rossi e neri, oltre a ricordi florali di rosa e leggera speziatura, e vaghe sfumature di incenso.
In bocca l’ingresso è rotondo, con note fresche bene integrate alla trama tanica levigata. Ancora frutta, ciliegia, mirtillo e lungo finale.

Abbinamenti
Carni rosse non elaborate, carni bianche anche in intingolo.

Conclusioni

Di Fira si è voluto riprodurne la forza vibrante, vivace. Conseguentemente questi vini mostrano la freschezza, se si vuole giovanile, in sintonia con le tendenze del mercato. Inoltre le note aromatiche di Fira Bianco sono ben dosate, mai troppo intense o inopportune, così da non togliere, ma semmai rafforzare, l’eleganza che mineralità e freschezza gli conferiscono. In Fira Rosso apprezziamo la complessità senza che il sorso risulti concentrato, al contrario è immediato, piacevolmente succoso.

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