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Ormai da decenni i vini siciliani godono di una meritata reputazione grazie anche alla valorizzazione dei vitigni autoctoni, un tempo vinificati in uvaggi, prodotti in purezza così da valorizzare il variegato repertorio dell’enologia della regione.

Si aggiunga che un importante lavoro è stato fatto per qualificare e promuovere molte zone di produzione così che queste hanno saputo evidenziare un potenziale che in passato era inespresso. La Sicilia oggi rappresenta una realtà vitivinicola molto articolata, con vigneti messi a dimora in aree montane, collinari e marittime. Un’azienda vitivinicola che riassume al meglio questa differenziazione produttiva è Firriato, proprietaria di terreni dalle caratteristiche pedologiche e climatiche differenziate.

Firriato, infatti, dall’Etna a Favignana conta 6 tenute per un totale di 380 ettari di vigneto coltivati in regime di agricoltura biologica. L’area comprende tre contesti produttivi eterogenei ossia l’Agro di Trapani, dove la tradizione vitivinicola è millenaria, l’Etna e la viticoltura di mare dell’isola di Favignana. Realtà differenti, ma curate dalla stessa mano, dalla stessa logica produttiva che non massifica la produzione, ma valorizza ogni singolo vigneto a vantaggio della qualità. Tutto ciò si traduce in 9 linee di vini per un totale di 36 etichette. La collezione Firriato è approdata a Milano, nei Chiostri dell’Umanitaria con Experiencing Firriato, dove a fine maggio ha aperto le porte a clienti, giornalisti, ospiti VIP e winelover, per un totale di 2500 partecipanti.

E’ stato organizzato un percorso sensoriale, un viaggio nella Sicilia enologica e gastronomica cadenzato da diverse isole di degustazione. Sul côté vini,  in degustazione metodo classico Gaudensius Blanc de Noir (Etna Doc) e Gaudenisus Blanc de Blancs, per proseguire con i Grandi Classici Bianchi e Rossi, con le etichette che hanno scritto negli anni la storia del marchio e ancora: i vini biologici Caeles, i Cru di famiglia con i top wine Harmonium, Ribeca e Camelot che hanno consacrato Firriato tra i grandi nomi dell’enologia italiana, la vendemmia tardiva con il Bayamore, e i vini Dolci Naturali, con i passiti l’Ecrù e il Favinia Passulè. Tutto questo senza mai dimenticare i vini dell’Etna e dell’isola di Favignana che rappresentano vere e proprie perle enologiche.

Experiencing Firriato è stato anche un percorso gastronomico con due demo cooking affidati ad Andrea Macca, resident Chef di Baglio Sorìa Wine & Resort, e a Lorenzo Ruta, della Taverna Migliore di Modica.. Nelle isole di degustazione non è mancato l’accostamento dei vini Firriato con lo street food gourmet di FUD Bottega Sicula, con due Presidi Slow Food, come i formaggi del Consorzio della Vastedda del Belice e il Suino Nero dei Nebrodi, grazie all’azienda La Paisanella e alla porchetta dell’azienda Vecchio Carro e via elencando. Un percorso siciliano in un prestigioso edificio storico di Milano

Federico Lombardo di Monte Iato, COO Firriato ha così sintetizzato la serata: “Questo evento ci ha dato ancora una volta la possibilità di rafforzare quel legame tra la nostra azienda e la città di Milano. Abbiamo voluto questa serata per celebrare, ancora una volta, la nostra presenza in una città che dal punto di vista enogastronomico mette in campo un alto livello che poche capitali al mondo possono vantare”.

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