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Percorrendo la millenaria Via Emilia (una di quelle arterie pensate e realizzate dal grande ingegno romano, in questo caso il console Marco Emilio Lepido, 2200 anni fa) vuol dire fare un viaggio in una sequenza di frutteti, vigneti, seminativi, cascine con silos zeppi di balle di fieno appoggiate a stalle di tutte le dimensioni. Questo l’aspetto visibile del percorso, perché c’è un’altra facciata che, facendo attenzione, si riesce a percepire dalla lettura di alcuni cartelli stradali, tra il comunicativo e il pubblicitario, che ti dicono di trovarti nella Food Valley italiana perché questa storica arteria attraversa un territorio che propone 44 prodotti agroalimentari tra dop e igt. Insomma, un vero e proprio tesoro, sintesi del ricco patrimonio agroalimentare italiano certificato. Mancava solo il salmone affumicato in questo tesoro. Ci hanno pensato tre fratelli di Polesine Zibello, Gianpaolo, Francesco ed Elisabetta Ghilardotti che qui portano il miglior salmone al mondo, senza congelarlo, lavorandolo artigianalmente e affumicarlo con legni di faggio selezionati, per ottenere un prodotto di una morbidezza davvero unica e dal gusto irresistibile.

A vent’anni dalla creazione di FoodLab da parte di Gianpaolo Ghilardotti  (foto 2) dopo il suo rientro a casa dalla Francia dove ha fatto parte della brigata dello chef stellato George Blanc, partecipando alle pratiche di affumicatura del salmone restandone affascinato tanto da radicarle poi nell’atmosfera tipica della Food Valley che caratterizza le terre attorno a Parma, per la produzione di salmone affumicato.

Adesso i Ghilardotti lanciano una nuova linea di prodotti di FoodLab _ ormai azienda leader del settore – che hanno chiamato “Fumara”. “Fumara”, spiega Ghilardotti, in dialetto parmense è la nebbia soffusa, un po’ misteriosa ma ricca di fascino, che avvolge queste terre solcate dal Po, dalle atmosfere magiche e un po’ malinconiche, dove l’azienda ha sede.

Proprio questa nebbia soffusa, che pare quasi mescolarsi metaforicamente agli aromi di un’affumicatura morbida, è stata adottata per una linea di prodotti che, oltre ai salmoni (affumicati, al naturale o aromatizzati) comprende una gamma di cotti al vapore, di cui fanno parte anche pesce spada, tonno e merluzzo. Fumara, quindi, è un nome evocativo, local nell’animo e global nel carattere.

Un inno alle origini con suggestioni nordiche e incanti nipponici. E con dentro un ricciolo di fumo, ma anche un angolo di mare, dice poetando, Ghilardotti che, adesso, con salmone, pesce spada, tonno, merluzzo propone quattro varianti (ci potrebbe essere una gara per scegliere la variante più gustosa dell’altra) di fishburger (foto 3) con il brand Fumata. Si tratta di quattro fishburger davvero speciali, due dei quali proposti al naturale (salmone e tonno) e due aromatizzati con erba cipollina (spada e merluzzo). Un’esplosione di sapori, dal mare alla tavola, per un pasto sempre sano ed equilibrato ed anche gluten free al 100%. Belli a vedersi, e ottimi a gustarsi (magari abbinandoli con insalata e verdura di stagione) sono tutti ricavati dai migliori tagli del pesce e prodotti senza utilizzare aromi, conservanti, additivi e coloranti. Ma il loro vero segreto è la cottura al vapore, un metodo di preparazione non aggressivo capace di mantenere inalterata la materia prima preservandone tutti i preziosi nutrienti. Servirli in tavola, poi, è davvero semplice e veloce: basta scaldarli solo pochi minuti in padella, al microonde o sotto il grill. E con un po’ di fantasia diventano l’ingrediente vincente per piatti sempre più stuzzicanti. Un’ottima e golosa alternativa per chi desidera (sempre o ogni tanto) evitare la carne.

Aggiunge Ghilardotti: trovarli è facile, sono a scaffale nelle più importanti catene della grande distribuzione.

E, poi, ci piace ricordare (anche se Ghilardotti non lo dice) che nei mesi scorsi, FoodLab ha contribuito, con una cifra sostanziosa, a finanziare le attività della Fondazione Humanitas per la a ricerca, ente non profit impegnato nello studio e nella cura di gravi patologie. La formula adottata è stata quella di donare 2 euro per ogni chilo di salmone venduto, avvisando i consumatore di questa scelta.

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