Albertino Pardi, comproprietario della Cantina Fratelli Pardi di Montefalco, in un incontro con la stampa ha condotto una verticale di cinque annate di Montefalco Sagrantino DOCG (foto 1), organizzata dall’agenzia di comunicazione PR Comunicare il Vino tenutosi presso il ristorante illiberty Milano.
L’azienda, che conta 11 ettari di vigneto ripartiti in 5 appezzamenti, viene fondata nel 1919 dai bisnonni degli attuali proprietari. Inizialmente l’attività consiste nella vinificazione di uve acquistate, arrivando a produrre circa 600 mila bottiglie. Nel corso degli anni i bisnonni si accorgono che in alcune parcelle le uve sono di particolare pregio e pertanto ne acquisiscono man mano i vigneti, collocati in zone diverse e ciò spiega la frammentazione della proprietà.
Dal 1949 le energie della famiglia si focalizzano sul tessile per cui non vi è sviluppo vitivinicolo sino 2002 quando i pronipoti decidono di far rivivere la cantina dei bisnonni. Tra questi Albertino Pardi (foto 2) che nel 2003, conclusi gli studi di enologia, si dedica all’azienda di famiglia contribuendo alla sua rinascita. Si comincia con la ristrutturazione della cantina dove Albertino si fa promotore di un’interpretazione enologica innovativa rispetto alle tendenze locali.
Vuole cioè produrre vini più verticali, con un frutto maggiormente pulito in una realtà, quella di Montefalco, che privilegiava rossi di segnata struttura, concentrati, opulenti con tannino pronunciato. Propone pertanto vini improntati più sulla bevibilità e sull’eleganza. Dal 2003, per motivi anche igienici, la cantina comincia a vinificare in acciaio, e i vini ottenuti da una macerazione del pigiato di circa sei giorni, sono l’elevati per due anni in botte grande di rovere, quindi affinano 6 mesi in bottiglia.
Per produrre il Montefalco Sagrantino occorre un grande lavoro in vigneto in quanto le uve, perché siano adatte a una macerazione corta, devono essere perfette. A ciò si aggiunga che sono tanniche, ed essendo tardive, non sempre si possono raccogliere al momento giusto, ossia quello della maturazione fenolica, in quanto se piove bisogna anticipare la vendemmia con il risultato che le uve vengono colte quando sono ancora ricche di tannini.
“Dal 2006” spiega Albertino Pardi “abbiamo cominciato con delle microvinificazioni perché su cinque zone quattro sono a sagrantino e abbiamo voluto capire se era possibile produrre altrettanti diversi vini. Abbiamo così scoperto che due appezzamenti sono molto simili, mentre gli altri due presentano differenze sensibili.”
I suoli dei vigneti hanno composizioni diverse che vanno da limo, sabbia e scheletro ghiaioso, ad argille con sassi. Il vigneto più vecchio è stato messo a dimora nel 1998 mentre il più giovane nel 2005 ed è entrato in produzione nel 2008. L’annata corrente è la 2019. Attualmente la produzione totale è circa di 55 mila bottiglie.
La verticale
La verticale si è articolata in cinque annate, ossia 2006, 2014,2016, 2018 e 2019.
Montefalco Sagrantino DOCG 2006 (foto 3)
Di colore rosso aranciato, il vino rivela una buona tenuta, soprattutto al naso con ricordi di ciliegia fresca e sotto spirito, di china, di liquirizia, di cuoio. In bocca è rotondo, pieno, complesso, tannini presenti arrotondati.
Montefalco Sagrantino DOCG 2014
Colore rosso granato con unghia aranciata. Al naso ricordi di piccoli frutti rossi e neri, cui si uniscono sensazioni mentolate, balsamiche e pepate. Il tanino è asciutto, e il vino è dotato di una piacevole vena fresca speziata.
Montefalco Sagrantino DOCG 2016
Nel calice riflette colore rosso rubino che vira al granato. Al naso si colgono ricordi fruttati, prugna essiccata, oltre che di liquirizia e di spezie, isoprattutto di pepe nero. In bocca è composto, con alcolicità ben integrata e leggera astringenza.
Montefalco Sagrantino DOCG 2018
Possiede colore rubino. Al naso si apre con un ventaglio di profumi che comprende sensazioni fruttate, in cui si riconoscono piccoli frutti e tra questi la mora e l’amarena, accompagnati da ricordi floreali, quindi da sentori di china, di cacao. In bocca ha volume, rivela salda struttura con tannino ben espresso armoniosamente integrato all’acidità e all’alcolicità
Montefalco Sagrantino DOCG 2019
Nel calice presenta colore rosso rubino. Al naso si riconosce un frutto maturo declinato in piccoli frutti e già espresse note terziarie di tabacco, di cacao e di spezie con particolare toni pepati. In bocca il frutto è croccante, con tannino presente, ma che nulla toglie alla bevibilità e il sorso mantiene una certa morbidezza.