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Aggiornamento 12 settembre 2019 

Il theGinday ha confermato con oltre 20 mila ingressi che il gin sia il distillato anche del 2019. E’ sufficiente dire che negli ultimi 5 anni in Italia sono nati circa cento brand tra cui Ginarte per capire la portata del fenomeno che ha portato anche a un incremento delle toniche, la bibita d’elezione. E la domanda tormentone è stata, Gin&Tonic o Martini Cocktail ? Per noi non c’è storia, Martini Cocktail tutta la vita. Ma a fianco all’evento di via Watt l’appuntamento da non perdere è stato Made in Italy, il banco d’assaggio di dei gin italiani presso Gino12 (video 2), il gin bar ospitato dal Ristorante Officina 12. Tra gli stand non ci siamo persi quello di Ginarte, uno dei gin più qualificanti del repertorio italiano con lo stand con per sfondo un dipinto di volto femminile (foto 1) realizzato dall’artista Roberta Moscheo. Ginarte è stato proposto puro o in versione Gin&Tonic. Interessante notare che anche diluito con la tonica Ginarte è riconoscibile per intensità e spettro aromatico. La distillazione separata delle aromatiche raccontata nell’articolo che segue ha indubbiamente il suo perché. Ma il prossimo incontro con Ginarte sarà nel Martini Cocktail.

Ginarte, un nome composto che incuriosisce in quanto unisce due sostantivi che, almeno apparentemente, non hanno molto da condividere. Ma di cosa si tratta? Di un nuovo brand?

Ginarte, come si può evincere, è un gin a cui è stato dedicato un evento presso Modulnova, a Milano. Di fronte a un mixologist che preparava cocktail a base di Ginarte, erano esposte tre pale del pittore olandese Lou Thiessen, con i dettagli di altrettante pale dedicate dall’artista al manierista toscano Jacopo Carrucci detto Pontorno, dal nome del suo borgo natale. Queste opere pittoriche (video 4 ) sono riprodotte su una faccia laterale della bottiglia ( foto 5) che riprende la forma del parallelepipedo retto.

Ma diciamo dello showroom di Modulnova che è il luogo non casuale della presentazione: il nome Modulnova si ispira alla modularità, dove il modulo è un componente di un sistema più complesso. L’azienda nasce realizzando cucine e solo successivamente altri ambienti; lo showroom milanese è un succedersi di interni che ospitano cucine ( foto 6 ), living, bagni. Ed è l’ambiente adeguato per ospitare un evento mondano e artistico di un prodotto di nicchia.

Per quanto riguarda Ginarte, il lato della bottiglia che ospita l’etichetta farà da tela ai prossimi artisti che la firmeranno. Ma il richamo all’arte è anche dato dalle piante con cui è prodotto il distillato, le stesse utilizzate dai pittori del Rinascimento e dintorni per la creazione dei pigmenti colorati. E non è tutto. Come l’opera d’arte, Ginarte nasce dall’armonia di materie e di tecniche.

Le materie e le tecniche

Ginarte nasce dal mix di più distillati. Per produrre Ginarte:

sono raccolte le coccole di ginepro appenninico toscano, toscano come il Pontorno, motivo ricorrente. Queste sono quindi infuse in alcol puro ottenuto da frumento a circa 65 gradi d’alcool; segue la distillazione in alambicco discontinuo sotto vuoto per meglio riprodurre i profumi;

alcuni piante, ossia nepitella, cartamo, reseda odorata, robbia, guado di Montefeltro, sono infuse separatamente in alcol puro come per il ginepro e poi distillate, sempre separatamente, con alambicco discontinuo sottovuoto;

altri ingredienti tra cui angelica, lavanda, ibisco, fiori di sambuco, germogli di pino, pino mugo, aghi di pino, sono messi in infusione tutti insieme in alcol puro, quindi distillati con alambicco discontinuo sottovuoto.

I distillati ottenuti sono quindi assemblati ed è poi aggiunta acqua purissima di origine glaciale, per portare la gradazione alcolica a 44 gradi alcolici; seguono la filtrazione e l’imbottigliamento.

Ginarte è prodotto in 50.000 bottiglie ed è esportato in Austria, Germania, Danimarca, Svizzera, Israele, Libano, Belgio, Tunisia, Spagna, Ucraina, Grecia, Cipro, e a breve Brasile e Dubai.

In Italia è reperibile nelle migliori enoteche, hotel luxury, al prezzo indicativo di 30,00 euro.

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